Umberto Zanotti Bianco e Paolo Orsi (1) (original) (raw)
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Tanino de Santis e Umberto Zanotti Bianco pro Sibari (1958-1963)
Telling the story of the relationship between two differently charismatic personalities such as Umberto Zanotti Bianco (1889-1963) and Tanino De Santis (1928-2013) without the direct testimony of those who had the opportunity to know and frequent both of them may seem a little less than superfluous, as the narrator cannot benefit from what in the jargon is called 'first-hand data'. Nevertheless, this lack of secondary sources does not completely invalidate the possibility of attempting a chronological account, albeit partial and incomplete, of the relations between the two in the five years before the death of the Anglo-Piedmontese philanthropist: an account mainly based on elements deduced from some papers kept in the historical archive of ANIMI in Rome.
Biografia di Umberto Zanotti Bianco (1899-1963)
La figura mercuriale di Umberto Zanotti Bianco (La Canea, Creta, 1889-Roma, 1963) è stata sottoposta nel tempo a vaglio critico da molteplici angolature, difficili da raccordare in un profilo a tutto tondo che «senza usurpare il dominio della storia» non cada nell’«aridità del processo verbale» (L. Cibrario, Serie di biografie contemporanee, II, Torino 1853, p. 298). A dispetto di ciò, non può non ravvisarsi come tratto unificante delle diverse anime del filantropo anglo-piemontese il suo essere latore e propagatore di principi ed ideali in un certo qual modo progressisti nel costume e nella vita politica del suo tempo. Pur appartenendo, difatti, per educazione e atteggiamento culturale ad una generazione in cui era considerato dovere delle classi più elevate occuparsi dei problemi di quelle disagiate, trasformò questa fredda norma atavica in un propulsivo imperativo morale su cui fideisticamente fondare, assieme al lievito della cultura e dell’associazionismo, la sua idea di mondo declinata al futuro.
Roberto Fantoni, Attilio Ferla, Adriano Negro ed Enrico Zanoletti
LA MONTAGNA ATTRAVERSATA, 2009
La montagna attraversata 7 Relazione introduttiva al Convegno MAURO SPOTORNO Costruzione e rappresentazione del paesaggio 13 Prima sessione I SEGNI IMPRESSI NEL PAESAGGIO DELLE ALPI OCCIDENTALI DAL TRANSITO LEGATO ALLE MANIFESTAZIONI DELLA FEDE E DELLA RELIGIOSITÀ 19 GIUSEPPE ANFOSSI Le processioni ai santuari e altre processioni come manifestazioni di fede nelle nostre montagne 21 EZIO EMERICO GERBORE La via francigena: una grande via per l'Europa 25 ENRICO MASSONE Storia, arte e devozione nei monti del Nord-Ovest 29 JEAN PIERRE VOUTAZ Passage et offrande, vie et prière. Fragments d'histoire du Grand-Saint-Bernard 35 Seconda sessione I SEGNI IMPRESSI NEL PAESAGGIO DELLE ALPI OCCIDENTALI DAL TRANSITO COMMERCIALE E TURISTICO 45 AURELIANO BERTONE Genti transalpine in Valsusa tra V e IV millennio a.C. Strategie di scambio 47 ROBERTO FANTONI, ATTILIO FERLA, ADRIANO NEGRO, ENRICO ZANOLETTI 1630, Colle di Valdobbia: una via per la peste 54 AUGUSTA VITTORIA CERRUTI La frequentazione commerciale dei valichi alpini valdostani in età feudale 69 FABRIZIO BARTALETTI Turismo e valichi alpini 73 Terza sessione I SEGNI IMPRESSI NEL PAESAGGIO DELLE ALPI OCCIDENTALI DALLE FUNZIONI DI CONTROLLO POLITICO E MILITARE 81 MASSIMO QUAINI Dalla montagna attraversata alla montagna pensata dalla geografia. Il ruolo dei geografi militari fra Sette e primo Ottocento 83 LUISA ROSSI Un episodio rilevante nella storia della cartografia della montagna: la missione dei topografi francesi nel Moncenisio (1812-13) 97 JOSEPH GABRIEL RIVOLIN Una fortezza di frontiera: i mille e più anni della rocca di Bard 105 7 LA MONTAGNA ATTRAVERSATA Il Convegno "La Montagna attraversata: pellegrini, soldati e mercanti", si inserisce in un ciclo di eventi organizzati dal 1987 dal Comitato Scientifico Ligure Piemontese Valdostano con cadenza annuale o biennale (SPOTORNO, questo volume, pp. 13-16). Il convegno, che si è svolto a Bard il 16 e 17 settembre 2006, era strutturato in tre sessioni, in cui sono state presentate complessivamente diciotto relazioni: M. Spotorno: Relazione d'apertura Prima sessione: I segni impressi nel paesaggio delle Alpi occidentali dal transito legato alle manifestazioni della fede e della religiosità. G. Anfossi: Le processioni e le loro mete -croci, cappelle, oratori -come manifestazione di fede sulle nostre montagne E. Gerbore: La via francigena: una grande via per l'Europa B. Bellino: Esuli e soldati valdesi nel Seicento (La fuga ed il rientro dei valdesi dalle valli pinerolesi) E. Massone: I pellegrinaggi ai Sacri Monti C. Minelli: Un esempio di pellegrinaggio attraverso le Alpi: la processione di Fontanemoire a Oropa J.P. Voutaz: Passage et offrande, vie et prière. Fragments d'histoire du Grand-Saint-Bernard Seconda sessione: I segni impressi nel paesaggio delle Alpi occidentali dal transito commerciale e turistico A. Bertone: Genti transalpine in Valsusa tra V e IV millennio a.C. Strategie di scambio. C. Astengo: Viaggiatori, carte stradali e valichi alpini dalla fine dell'Impero romano all'inizio dell'Età moderna N. Vassallo: La viabilità alpina in età moderna: il valico del Moncenisio nella documentazione e nelle testimonianze dei viaggiatori R. Fantoni, A. Ferla, A. Negro, E. Zanoletti: 1630, Colle di Valdobbia: una via per la peste A. V. Cerruti: La frequentazione commerciale dei valichi alpini valdostani in età feudale F. Bartaletti: Turismo e valichi alpini Terza sessione: I segni impressi nel paesaggio delle Alpi occidentali dalle funzioni di controllo politico e militare. M. Quaini: La percezione della montagna alpina negli ingegneri geografi militari di età napoleonica M.L. Rossi: Un episodio rilevante nella storia della cartografia della montagna: la missione dei topografi francesi nel Moncenisio (1812-13) C. Natta Solari: Un caso emblematico di controllo fortificato: il Forte d'Exilles J. Rivolin: Una fortezza di frontiera: i mille e più anni della rocca di Bard G. Crespi: Colli alternativi dellaValle d'Aosta: attraversamenti militari negli ultimi secoli A distanza di quattro anni il Comitato Scientifico Ligure Piemontese ha deciso di raccogliere in un volume gli articoli inviati da undici dei diciotto relatori, che offrono un'ampia panoramica dei segni lasciati dall'attraversamento della montagna. Le sessioni del convegno sono state dedicate ai tre protagonisti dell'attraversamento della montagna, individuati nel sottotitolo del convegno, a sua volta mutuato dal titolo di un saggio pubblicato da Marina Gazzini nel 2002 sulla Rivista del sito Reti Medievali (http://fermi.univr.it/rm/rivista/saggi/Gazzini.htm) (Gli utenti della strada: mercanti, pellegrini, militari). Il primo gruppo di comunicazioni descrive i segni impressi dal transito legato alle manifestazioni della fede e della religiosità. I percorsi dei pellegrini sono analizzati in ambito locale (ANFOSSI, pp. 21-24; MASSONE, pp. 29-34) o su scala transnazionale (GERBORE, pp. 25-27). L'ultima relazione di questa sessione è invece dedicata al presidio da parte di enti ecclesiastici di uno dei principali luoghi di transito, il Gran Sana Bernardo (VOUTAZ, pp. 35-42). Il secondo blocco di comunicazioni è rivolto invece ai segni lasciati dal transito commerciale e turistico. L'utilizzo di valichi e assi viari transalpini sin dall'antichità è esemplificato attraverso l'analisi delle strategie di scambio praticate in Valsusa sino dal V millennio a.C. (BERTONE, pp. 47-53). La continuità del transito in età feudale per i valichi valdostani è affrontata da CERRUTI (pp. 69-72). Attraverso i valichi alpini i mercanti portavano soldi, merci e ricordi; ma nel 1630 attraverso il Colle di Valdobbia, senza BIBLIOGRAFIA P. CLAVAL, Epistémologie de la géographie,
Dalla parte dei vinti. La ricerca di Paola Zancani Montuoro e Umberto Zanotti Bianco
P. Buongiorno, A. Gallo, L. Mecella (a cura di), Segmenti della ricerca antichistica e giusantichistica negli anni Trenta, 2022
Zancani Montuoro and Zanotti Bianco have chosen as their field of research an archaeology so far from the nationalistic interests of the Thirties of the XXth century. They have done this choice with the awareness of sharing cultural instances, irreconcilable with any form of totalitarian regime and propaganda. This paper would like to reflect on how archaeological research in the South of Italy has become a way of resistance, naturally opposed – thanks to the arguments of material evidence – to the authoritarian and xenophobic vision that was spread during the fascist regime.
L'Occaso, Giovan Francesco Caroto e Mantova
CAROTO. Giovan Francesco Caroto (1480 circa - 1555), a cura di Francesca Rossi, Gianni Peretti, Edoardo Rossetti, 2021
Il veronese Giovan Francesco Caroto esercitò la pittura, la miniatura, il disegno naturalistico, la medaglistica, la statuaria. Si dedicò soprattutto a soggetti religiosi, ma raggiunse forse i suoi esiti più personali e felici nel ritratto e nella pittura di paesaggio.