Séga seghin’ segamo… Studi e ricerche su “Sega la vecchia” in Umbria (original) (raw)

Questo corposo e articolato volume offre ai lettori specialisti, così come agli appassionati e agli interessati al patrimonio culturale regionale, un’ampia documentazione su “Sega la vecchia” raccolta nel corso di più di sessanta anni di attività di ricerca etnografica. Il “Sega la vecchia”, così come si configura nella parte occidentale del territorio regionale, consiste in una rappresentazione itinerante con questua, realizzata nel periodo di mezza Quaresima da squadre composte ciascuna da quindici-venti giovani contadini di sesso maschile: ogni squadra si sposta di casolare in casolare mettendo ripetutamente in scena il proprio spettacolo sino all’alba e ottenendo in cambio uova e vino. La rappresentazione, che dura circa mezz’ora, viene ripetuta di fronte a un pubblico costituito dagli abitanti del casolare e da eventuali vicini accorsi per l’occasione: senza importanti variazioni può essere eseguita anche una decina di volte nella stessa nottata e poi in altre tre o quattro notti consecutive o comunque ravvicinate. L’intreccio della rappresentazione ruota attorno alla scena in cui i due segantini “abbattono” e poi cercano di segare la Vecchia che, in alcuni casi, è allo stesso tempo una Quercia. Il Vecchio marito arriva cercando la consorte, poi si dispera nel ritrovarla in punto di morte, ferita e “segata”. In molti casi, dopo l’intervento delle forze dell’ordine e l’individuazione delle responsabilità, per curare la Vecchia moribonda, entrano in scena gli operatori sanitari (Farmacista, Medico, infermieri) accompagnati dal Somaro. Arriva poi il Prete che impartisce l’estrema unzione alla moribonda, la quale, in alcune varianti guarisce immediatamente e inizia a ballare con gli altri personaggi, in altre viene presa e trascinata via da “Maravalle”, il Diavolo. Sin dall’inizio delle sue attività, nell’autunno del 2008, la Scuola di specializzazione in Beni demoetnoantropologici dell’Università degli Studi di Perugia (in convenzione con le università di Firenze e di Siena) ha deciso di impegnare parte delle sue forze in un lavoro collettivo di ricerca che potesse comunicare il senso e gli scopi della sua necessaria presenza nella realtà regionale umbra. In relazione alla ratifica da parte del Parlamento italiano nel settembre 2007 della “Convention for the safeguarding of the intangible cultural heritage” adottata dall’UNESCO a Parigi nell’ottobre 2003, nonché al più recente testo del “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, la Scuola ha ritenuto opportuno realizzare – proprio per far comprendere concretamente l’importanza che riveste il lavoro etnografico e antropologico nella individuazione e nella documentazione delle peculiarità presenti all’interno dei diversi contesti culturali – un’opera che riuscisse a trattare, con criteri scientifici e in modo esaustivo, uno di quei beni culturali immateriali che costituiscono l’oggetto della Convenzione. La scelta è caduta su “Sega la vecchia”, sia per la presenza di una ricca e articolata documentazione negli archivi della Sezione antropologica del Dipartimento Uomo & Territorio, sia perché questa forma di rappresentazione teatrale itinerante con questua è stata sicuramente uno dei fenomeni più rilevanti, complessi, dinamici e profondi, in cui si dispiega, con straordinaria immediatezza, il ricco humus culturale delle classi subalterne rurali nella nostra regione. Ne è risultato un volume di 1536 pagine, articolato in tre tomi, di cui due testuali con trascrizioni linguistiche, trascrizioni musicali, saggi interpretativi, schede e commenti e uno fotografico che raccoglie 284 scatti effettuati dal 1958 a oggi. All’interno del cofanetto è inoltre presente un DVD multimediale che contiene un cospicuo corpus di materiali audio-visivi.