G. Di Benedetto, Parole e concetti dell’architettura. Note sui caratteri tipologici e morfologici (original) (raw)
Related papers
G. Di Benedetto, Per un atlante dell’architettura moderna in Sicilia
2012
Operativamente, la costruzione di un’antologia dell’architettura moderna in Sicilia implica la definizione di una serie discreta di parametri (geografici, temporali, culturali, teorici) atti a costituire il telaio di riferimento per la collocazione e l’ordinamento, ovvero per la conoscenza critica, delle opere selezionate e analizzate secondo diversi livelli di indagine. Soltanto i parametri che fanno riferimento al “sistema di nozioni critiche”, sembrano poter disporre di un preciso orientamento ed essere, quindi, in grado di condurre ad una forma di conoscenza più approfondita, che si spinga oltre la semplice informazione o l’incasellamento banale da ordine alfabetico. La ricerca mira ad individuare, seppure con inevitabile disomogeneità, una metodologia di approccio agli esiti della cultura architettonica moderna in Sicilia, in rapporto al tema del restauro, attraverso l’analisi dei suoi meccanismi di formazione. L’approccio generale, privo di ansietà totalizzanti e di pregiudizi ideologici, consente di riconoscere il corpus dell’architettura moderna isolana quale entità molteplice, ricchissima di articolazioni, ma ben individuabile per il riscontro di connotazioni identitarie. Il ricorso a letture analitiche comparate, nel determinare dei confronti ravvicinati tra aree della stessa regione e con altre realtà culturali nazionali, su una lunga durata temporale, appare metodologicamente adatto alla esplorazione di temi vasti, conosciuti in taluni aspetti, ma che non sono ancora stati sufficientemente analizzati da un punto di vista della formazione di un quadro di insieme. Rinunciando ad esegesi di carattere generale sulla storiografia sin qui prodotta, ci limitiamo ad indicare alcuni aspetti peculiari del moderno in Sicilia quale si è rivelato all’interno di un’innegabile linea evolutiva, non priva di esiti articolati e creativi, con una propria autonomia rispetto ai modelli esogeni di riferimento. Soltanto tali sistemi, peraltro, consentono una lettura critica perché essi, per loro natura, sono non neutrali e quindi passibili di essere sottoposti a processi critici di verificabilità/falsificabilità. Il carattere della ricerca, per la vastità e complessità del tema, è quello di un’elaborazione di work in progress, senza pretese di esaustività o di individuazione di momenti conclusivi. Affrontare il tema di ricerca da più angolazioni può servire a ridefinire i confini del campo di indagine e a rimettere in luce questioni e oggetti poco esplorati, se non del tutto trascurati. Per dare un opportuno sviluppo ad un tema così complesso, lo studio è stato articolato secondo una struttura che comprende una prima parte saggistica, di carattere storico-critico, ed una seconda parte costituita dalla schedatura di alcuni esempi architettonici, individuati e selezionati nel vasto panorama del patrimonio architettonico costruito in Sicilia tra il 1930 e il 1970, ed osservati come casi di indagine esemplari e paradigmatici di esplicitazione dei tematismi emergenti dallo studio, declinati soprattutto attraverso le nozioni-concetto di moderno e di restauro. Segue una terza parte composta dagli apparati e comprensiva di un regesto di tutte le opere individuate nel corso della fase investigativa, da un’ampia bibliografia ragionata, da un profilo cronologico e dagli elenchi delle fonti archivistiche, documentali e iconografiche consultate ed utilizzate. Nell’epigrafe e in calce di ognuna delle schede sono evidenziati tutti i dati identificativi dell’opera, dalla collocazione geografica, alla cronologia del progetto e della realizzazione, alla paternità progettuale, nonché una specifica bibliografia di riferimento. Si è inoltre ricercato un adeguato corredo iconografico di accompagnamento del testo, costituito da immagini e da disegni. Il regesto, per la quantità e qualità delle informazioni contenute per ogni singola opera, si costituisce come un’ulteriore schedatura ma di carattere sintetico, ordinata per ambiti ‘territoriali’5 di appartenenza delle architetture e in rigoroso ordine cronologico. Le informazioni intendono sia presentare una descrizione (spesso critica) dei progetti sia offrire tutti gli elementi necessari ad una loro più precisa collocazione. Quindi, anche per il regesto vengono riportati i dati spazio-temporali e biografici (denominazione, luogo di ubicazione, date, autore/i), le fonti bibliografiche e, ove presenti, archivistiche, nonché una immagine utile all’immediato riconoscimento delle opere. La bibliografia ragionata è suddivisa in distinte sezioni che enucleano i testi di trattazione generale sull’architettura in Sicilia tra gli anni trenta e settanta, le guide e le pubblicazioni che forniscono un resoconto sull’architettura nelle singole città dell’isola o in particolari ambiti territoriali (a loro volta selezionate in base alla stretta pertinenza alle vicende in esame), le monografie e i saggi sui singoli architetti e sulle opere. Le varie parti di strutturazione della ricerca risultano, ovviamente, fortemente correlate e complementari. Se le schede propongono un approfondimento analitico sulle singole architetture, la parte saggistica offre quadri generali di riferimento e riconduce ad un discorso critico unitario proprio quegli esempi che resterebbero altrimenti dispersi e disgiunti nella frammentarietà della scheda che diverrebbe una semplice epitome antologica di un determinato periodo della produzione architettonica in Sicilia. Peraltro, mentre le analisi focalizzate riguardano casi architettonici con specifica attinenza al tema di ricerca, le letture critiche introduttive allargano il campo di indagine anche alle opere scomparse o non realizzate, rintracciano le relazioni tra la vicenda siciliana e il dibattito architettonico nazionale (o internazionale) di riferimento, restituiscono le condizioni storico-sociali e culturali in cui certi eventi si collocano.
A Al t rAl in eA Pd' A La collana "PdA-Parole d'Architettura", serie scientifica nata presso il Dipartimento di Architettura dell'Università degli Studi di Firenze, fondata e coordinata da Ferruccio Canali, si propone di analizzare, in ogni suo numero, una diversa tematica specifica relativa al rapporto tra Linguaggio tecnico dell'Architettura, Teoria e Prassi architettonica specie a seconda dei molteplici effetti mostrati nel tempo. La serie, nei volumi accomunati da questo medesimo intento, affronta temi analoghi rintracciabili in epoche e in contesti diversi, dall'Antichità alla Contemporaneità; e ciò perché gli Studiosi accreditati, che partecipano alle iniziative scientifiche della Collana, fanno riferimento a Istituzioni, soprattutto di àmbito universitario, a livello europeo e mondiale. Gli Studi che vengono editi sono rivolti prevalentemente ad un pubblico di Ricercatori e a biblioteche specializzate nella raccolta di contributi -connessi al rapporto tra Lessico, Lingua specialistica e Architettura -in riferimento alla riflessione teorica e cantieristica dell'Ars architectonica, dell'Ingegneria e della Conservazione. Certamente, poi, anche Intendenti, Amministratori e Funzionari, oltre che Cultori di Storia regionale per l'ottica comparativa che è sottesa all'approccio, potranno trovarvi risposte a molteplici interrogativi che riguardano aspetti generali e fattori locali della Costruzione, della Prassi e della Teoria architettonica.
“Poche e profonde cose” per definire l’architettura.
Carlo Barbon FOTOGRAFARE, 2020
Atmosfere e suggestioni in due dimore storiche nel territorio Opitergino Mottense - Villa Morosina e Villa Loredan - Ca’ Spinè __________________________________ dal 15 Febbraio al 10 Marzo 2020 COMUNE DI MORGANO Chiesetta di Sant’Antonio, Rotonda di Badoere, Morgano, Treviso mostra ideata e promossa da: ASSOCIAZIONE EVENTI ARTISTICI TREVISO catalogo a cura di FEDERICO BURBELLO Testi di Sara Mattivi Raffaello Padovan Francesco Schirato Giuseppe Vanzella
DIALOGHI / DIALOGUES • visioni e visualità / visions and visuality
Trovare una "grammatica" nuova e non "adattata", che sia esclusiva del linguaggio del disegno dell'architettura e del design o in ogni caso di ogni forma d'arte, questo è stato ed è tutt'oggi oggetto del dibattito di linguisti, ricercatori, studiosi e ovviamente di architetti, storici e designers oltre che "analisti" e critici delle arti figurative e in generale delle arti contemporanee e moderne. La ricerca parte dunque da una materia molto dibattuta e che sostanzialmente si orienta verso due tipologie che cercheremo di mettere in evidenza; l'una strutturalista, cioè considerare la semiotica come una dottrina o teoria dei segni, applicabile ad ogni "sistema segnico" e che approda ad un modello organico, fatto di elementi tra loro mutuati; l'altra, invece, una teoria semiotica applicata all'architettura intesa come sistema segnico, adatto a "comunicare un peculiare messaggio architettonico". Pur mantenendo gli stessi punti di partenza, le soluzioni alla semantica/semiotica e all'analisi del suo mezzo caratteristico di "comunicazione" e cioè il disegno, ci consegnano delle stimolanti considerazioni utili a formulare un nuovo approccio di lettura linguistica utili ad elaborare una nuova grammatica base di lettura e per una nuova formulazione del progetto architettonico.
Dizionario storico di architettura : le voci teoriche
1985
La vicenda delle relazioni intrecciate tra Antoine Chrysostôme Quatremère de Quincy (Paris 1755-1849) e gli artisti, i conoscitori e i critici d'arte italiani, la fortuna delle sue opere e la ricezione del suo pensiero in Italia, le sue fonti teoriche, nonché la stessa concezione dell'Italia-« muséum général » e « dépôt complet de tout les objets propres à l'étude des arts »-che informa la sua opera e il suo operare, narrano efficacemente lo stretto allacciarsi delle due culture, quella francese e quella italiana, negli anni napoleonici e in quelli immediatamente successivi, in cui la restaurazione politica coinciderà con la presa di potere di Quatremère nel sistema delle arti francese, con un'influenza egemonica esercitata attraverso le istituzioni accademiche : l'École des Beaux-arts, l'Académie de France à Rome e l'Académie des Beaux-Arts, di cui dal 1816 sarà segretario perpetuo (figg. 1, 2). La vis polemica di Quatremère de Quincy assume nelle prime opere-quelle dell'epoca della Rivoluzione e della presa di potere napoleonica-accenti suggestivi e profetici, dalle influenze settecentesche e illuministe, colmi di sensibilità per la storia, il contesto e la destinazione delle opere d'arte (il che gli conquisterà le simpatie di artisti, conoscitori e amatori italiani, da Antonio Canova a Leopoldo Cicognara, da Giuseppe Bossi a Pietro Giordani), ancora lontane dall'arroccamento nella strenua difesa del classicismo, proprio delle opere della maturità. Queste, e in particolare quelle dedicate all'architettura, conosceranno in Italia una fortuna tardiva, contraddistinta, al tempo stesso, dalla presa di distanza, da parte degli intellettuali e degli architetti italiani, negli anni del nascente eclettismo, da posizioni improntate a un classicismo troppo rigido e inflessibile. Scultore di formazione, Quatremère aveva visitato per la prima volta l'Italia nel 1776, compiendovi, in quattro anni, il pellegrinaggio di tanti Grands Tours : Roma, Napoli, Paestum e la Sicilia 1. Erano quelli gli anni della formazione e dell'apprendistato sull'Antico di tanti architetti e artisti-primo fra tutti Antonio Canovache, da tutta Europa, giungevano in Italia per studiarne i monumenti e le collezioni d'arte. A Roma, in particolare, era incessante l'attività di scavo e di estrazione dal sottosuolo di nuovi capolavori 2. Quatremère avrebbe evocato qualche tempo dopo, Quatremère de Quincy e l'Italia
Del sapere enciclopedico. Roberto Gabetti, architetto e/o storico dell’architettura
Roberto Gabetti's architectural and historiographical research is observed through two laboratories of extraordinary wealth: on the one hand, his interventions at the PhD in History of Architecture and Urbanism and, on the other, the set-up and scientific management of the central library and archives of the faculty of Architecture, at the Valentino Castle (Turin).