Storia e tradizione storiografica in Agostino. Atti della XV Giornata Ghisleriana di Filologia classica (original) (raw)

ANTOLOGIA DEL DIGESTO DI GIUSTINIANO Testi tradotti e annotati ad uso degli studenti da

2006

Il lavoro contiene una selezione di ottantacinque frammenti tratti dal Digesto di Giustiniano, la cui tipologia si presenta così: ci sono un titolo completo (il primo del libro nono Si quadrupes pauperiem fecisse dicatur), ampi stralci di commentari all’editto, frammenti dei commentari a Quinto Mucio e a Sabino, casi e questioni tratti da digesta e opere casistiche (disputationes, responsa, quaestiones), passi provenienti da monografie, etc. Ogni frammento, riprodotto nell’originale dall’edizione Mommsen, è corredato da una traduzione italiana e da un commento che ha lo scopo di rendere intellegibile l’originale e giustifica spesso le scelte interpretative sintetizzate nella traduzione. Nelle note di commento è inoltre citata la bibliografia essenziale relativa ai singoli istituti trattati nei frammenti. L’opera è arricchita da alcuni esempi di formule processuali, da un elenco alfabetico dei giuristi con succinte note biografiche, da cronologie e da un indice analitico degli argomenti.

Non amabam Litteras Graecas. Note sulla Testimonianza di Sant’Agostino come Discente del Greco Antico Rivisitata alla Luce della Second Language Acquisition

In his Confessions, Saint Augustine provides a remarkable account of his experience as a learner of ancient Greek. After an outline of Saint Augustine’s testimony in the context of the history of education, Saint Augustine’s statements will be investigated according to the Second Language Acquisition theory of the applied linguist Stephen D. Krashen. Nelle Confessioni, sant’Agostino fornisce un celebre resoconto della sua esperienza di apprendente del greco antico. Dopo aver tratteggiato la testimonianza del vescovo nel contesto della storia dell’istruzione, le affermazioni di sant’Agostino vengono indagate alla luce della teoria dell’apprendimento di una lingua seconda, formulata dal linguista applicato americano Stephen D. Krashen.

Il Liber glossarum e la tradizione altomedievale di Agostino

Il Liber glossarum è un misterioso glossario enciclopedico compilato entro il secolo VIII, che comprende circa 56.000 voci tratte da fonti lessicografiche, grammaticali, tecnico-scientifiche, geografiche, esegetiche, omiletiche e molto altro. Il volume offre una sistematica analisi della relazione tra questa monumentale enciclopedia e la tradizione altomedievale di Agostino, da cui sono ricavate circa 350 delle voci incorporate nel Liber. L’indagine filologica consente da un lato di chiarire alcuni aspetti della controversa origine del glossario e dall’altro di illuminare certe dinamiche di trasmissione delle opere agostiniane, fornendo anche nuovi spunti per la loro ricostruzione testuale.

Marina Giani - Il «Liber glossarum» e la tradizione altomedievale di Agostino

🔗https://bit.ly/3HZVg7g Il Liber glossarum è un misterioso glossario enciclopedico compilato entro il secolo VIII, che comprende circa 56.000 voci tratte da fonti lessicografiche, grammaticali, tecnico-scientifiche, geografiche, esegetiche, omiletiche e molto altro. Il volume offre una sistematica analisi della relazione tra questa monumentale enciclopedia e la tradizione altomedievale di Agostino, da cui sono ricavate circa 350 delle voci incorporate nel Liber. L’indagine filologica consente da un lato di chiarire alcuni aspetti della controversa origine del glossario e dall’altro di illuminare certe dinamiche di trasmissione delle opere agostiniane, fornendo anche nuovi spunti per la loro ricostruzione testuale.

G. Magnaldi, ‘L’editio princeps del De deo Socratis di Apuleio’, in M. Capasso (ed.), ‘Sulle orme degli Antichi. Scritti di filologia e di storia della tradizione classica offerti a Salvatore Cerasuolo’, Lecce-Brescia 2016, pp. 377-401.

M. Capasso (ed.), ‘Sulle orme degli Antichi. Scritti di filologia e di storia della tradizione classica offerti a Salvatore Cerasuolo’, Lecce-Brescia 2016., 2016

1. un elemento che accomuna le due più recenti edizioni apuleiane -gli opuscoli filosofici teubneriani di C. Moreschini (1991) e le Metamorfosi oxoniensi di M. Zimmerman (2012) -è l'ampio spazio concesso in apparato all'editio princeps degli opera omnia di apuleio pubblicata a Roma nel 1469, per i tipi di C. sweynheym e a. pannartz, dal vescovo di aleria G.a. Bussi (Joannes andreas de Buxis, 1417-1475). l'obiettivo di Moreschini e di Zimmerman è duplice: chiarire la configurazione di partenza del testo vulgato e affiancare ai codici sopravvissuti la testimonianza, preziosa seppure virtuale, dei codici perduti su cui si fondò la prima stampa apuleiana. Com'è noto, la tradizione di apuleio "romanziere" e oratore e quella di apuleio filosofo procedono separate dalla tarda antichità a tutto il medioevo, per poi ricongiungersi in alcuni manoscritti umanistici del XiV-XV secolo. Che Bussi non si sia avvalso di un codice portatore di tutto apuleio, per pubblicare, nell'ordine, Metamorfosi, Florida, Apologia, De deo Socratis, De Platone e De mundo (oltre all'Asclepius e ad una traduzione latina dell'Epitome platonica di alcinoo), è suggerito dalla sua epistola prefatoria a paolo ii: «l. igitur apuleium platoni-cum… mediocri vigilantia, ut in exemplariorum penuria licuit, redegi in unum corpus, variis in locis membratim perquisitum». una conferma giunge dall'identificazione della famiglia cui apparteneva il manoscritto sottostante all'editio princeps delle prime tre opere. esse, ed esse soltanto, sono autorevolmente testimoniate dal laurentianus 68.2 = F (sec. Xi), dal suo apografo laurentianus 29.2 = f (ca. 1200) e dal cosiddetto primo gruppo di re-

Su Angelo Poliziano e gli Studi Greci in Italia nel secolo XV

Dissertazione su Angelo Poliziano e l'Ellenismo in Italia nel secolo XV, 1902

Versione dattilografata del manoscritto custodito nella Biblioteca Antica del Liceo Classico G. B. Vico di Chieti * NB: Più che di una "Tesi di Laurea" nel senso comunemente usato per i laureandi, questa è una vera e propria "dissertazione" in quanto è una scrittura ragionata intorno a un argomento culturale per sviluppare una tesi ed esporre i risultati della ricerca.