Traiettorie della destra politica russa nel Novecento (original) (raw)

I rapporti Russia-Europa nel Novecento: una prospettiva storica

Indagare il rapporto tra Russia sovietica ed Europa nel Novecento non è compito facile, in quanto non si tratta di mettere a confronto due singoli Stati, ma una Russia sovietica che, nonostante le difficoltà e l'isolamento, riesce dal 1917 in poi a consolidare il proprio regime politico, ed un'Europa occidentale, in cui abbiamo una divisione e frammentazione in una serie di Stati, piccoli e grandi, dagli interessi più disparati e dalla condotta verso l'Unione Sovietica spesso diversa. Se prendiamo in considerazione l'Europa tra il 1918 e il 1939, non possiamo fare a meno di notare che, nonostante i tentativi, proprio la mancanza di una politica comune, di una "Europa politica", portò allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Per quanto riguarda invece gli anni dal 1945 al 1991, non possiamo dimenticare che il confronto fu non tanto tra Russia ed Europa, ma tra l'Unione Sovietica e i suoi satelliti da un lato e l'Occidente (Europa occidentale e il nord America) dall'altro. Nel secondo dopoguerra, parte dell'Europa, quella centro-orientale, combatté questo scontro politico-ideologicoculturale ed economico al fianco della Russia e contro l'Europa occidentale. Sempre in quegli anni non possiamo non pensare a Paesi come la Jugoslavia o l'Albania, non allineati e con rapporti con entrambi i blocchi, o come Spagna e Portogallo, dove erano presenti regimi fascisti a conferma della frammentarietà del continente. Per chi volesse ricostruire i rapporti politici tra Russia ed Europa nel Novecento, le difficoltà sono evidenti, perché, considerando la frammentazione dell'Europa post prima guerra mondiale e la divisione in due di quella post-1945, si rischia di rimanere incagliati in una storia dei rapporti diplomatici che si riduce ad un elenco di trattati e accordi firmati tra l'Urss e i numerosi Stati europei; oppure si può incorrere in una storia artificiale di Unione Europea in nuce e dei suoi presunti rapporti con la Russia. Dunque, quello che si può fare è tracciare una storia della percezione sovietica dell'Europa, del conseguente atteggiamento tenuto dal Cremlino nei confronti delle grandi potenze europee e di approfondire la politica estera di Mosca -a sua volta frutto del rapporto tra obiettivi geopolitici immediati e cultura politica delle classi dirigenti -2 in relazione ai tentativi dei grandi Stati europei di favorire l'integrazione politica ed economica del vecchio continente 1 . È partendo da questa impostazione metodologica che si propone una periodizzazione del rapporto Russia-Europa in grado di tener conto delle diverse svolte in politica estera del Cremlino e del cambiamento/trasformazione dell'idea di Europa durante le diverse fasi della storia sovietica. Prendendo ad esempio lo schema proposto da Silvio Pons nel suo ultimo elaborato (La rivoluzione globale 2 ) l'atteggiamento della Russia sovietica verso l'Europa può essere diviso in

Violenza e politica. Dopo il Novecento

Il Mulino, Bologna, 2020

Il fenomeno della violenza è un fattore di particolare rilievo nell'esperienza umana, una costante storico-sociale le cui forme e i cui nomi sono soggetti a continui mutamenti. Anche per questo, la sua interpretazione-il modo in cui la violenza ac-cade e in cui viene nominata, definita, rappresentata-incarna una sfida complessa e sempre aperta per le scienze sociali e per quelle umane. Una sfida che diviene tanto più attuale dal mo-mento che, rispetto agli ultimi decenni del secolo scorso, pare possibile inscrivere uno dei tratti salienti della nostra epoca in una rinnovata presenza della violenza nello scenario politico-sociale e nelle rappresentazioni del mondo contemporaneo. Questo volume presenta un dialogo programmaticamente in-terdisciplinare sul mutevole pluriverso della violenza, su alcune delle sue fattispecie più rilevanti, dei suoi significati più attuali, e sulle trasformazioni del suo rapporto con la politica innescate dalla fine del Secolo breve. Lo spettro delle fattispecie osservate spazia così dal genocidio alla tortura, dalla guerra al terrorismo, dalla violenza simbolica a quella rivoluzionaria, dalla crimina-lità organizzata alla violenza strutturale, dalle forme della co-ercizione sovrana alla violenza di genere fino al controllo delle migrazioni.

Abitare il socialismo. Comfort e politica nella Russia degli anni Venti

2022

Nella Russia degli anni Venti la vita domestica è oggetto di uno specifico dibattito politico che cerca di formulare forme abitative e modelli di comfort alternativi a quello della casa borghese. Analizzando testi di Fourier ed Engels, degli architetti funzionalisti russi e i discorsi che accompagnano le politiche abitative dell'URSS il saggio ricostruisce i concetti di comfort sottesi a questo dibattito e le loro funzioni.

Storia del Novecento

Jules Verne-Parigi nel 20esimo secolo Scritto nell'800, ma pubblicato recentemente. Jules Verne immaginava Parigi nel 20esimo secolo, in una visione futurista: gente inghiottita nell'urbanizzazione, illuminata dall'elettricità, collegata dalla metropolitana. Questo libro é pervaso da progresso, trasformazioni, tecnologie, ma allo stesso tempo emerge un certo fastidio per aspetti del progresso che nell'800 poco erano presi in considerazione che, al contrario, sarebbero emersi più avanti. Verne ha una certa insofferenza per alcune conseguenze del progresso come l' uniformità eccessiva e l'alienazione aberrante. Ci rendiamo conto che all'inizio del 20esimo secolo, coesistono due posizioni contraddittorie: 1. Il progresso inteso come collante tra passato e futuro, per cui si sarebbe potuti arrivare ad una condizione migliore in un futuro più o meno prossimo. Alcune condizioni concrete che rendono conto di questa idea:-aumento demografico: l'800 vede un aumento delle nascite e una diminuzione della mortalità, in quanto le condizioni sanitarie, mediche, igieniche migliorarono. Il progresso era qualcosa di tangibile e concreto: la gente stava meglio e le condizioni di vita migliorarono.-nascita di grandi metropoli: cominciano a nascere i grandi agglomerati urbani, in cui nelle grandi città, le classi sociali coesistono e le barriere sociali si infrangono. Prima c'era una separazione netta tra poveri e ricchi; ora la separazione netta è duramente incrinata da una società più mobile, in cui le trasformazioni sono rapide e dinamiche. Dunque questa sensazione di progresso invade tutta la società, non solo gli intellettuali, ha delle ragioni concrete e radicate nei paesi più radicati. 2. Le trasformazioni di quel periodo comportavano delle rotture dei legami familiari: la creazione della famiglia nucleare, diretta conseguenza del vivere in città, comportava ovviamente una crisi dell'idea di famiglia allargata, tipica dei contadini, in cui le tradizioni si mantenevano e si tramandano. Queste trasformazioni comportano la distruzione degli equilibri precedenti e quando questi equilibri si rompono, emergono delle esaltazioni estreme della tradizione. Questo cambiamento drastico non riguarda aree limitate, ma interessa complessivamente il continente europeo e sembra mettere in questione in modo radicale e definitivo quella che veniva la civiltà europea. In sintesi, nell'insieme, era come se crollassero dei valori e delle culture, sostituite da cambiamenti ancora poco chiari, era la sensazione di una fine di un'epoca, era il crollo della civiltà europea. In molti, di fronte a questa visione catastrofica, si proponevano come aristocrazie in grado di salvaguardare dei valori che c'erano in precedenza ma che ora erano fortemente in crisi, riproponendoli come essenziali, da non mettere assolutamente in discussione. Quindi, le due posizioni erano:-il progresso come futuro dell'umanità-futuro come salvaguardia dei valori che erano alla base della civiltà europea per tutto il secolo precedente. (mantenimento dello status quo) Erano atteggiamenti opposti, ma entrambi guardavano al futuro, ovviamente in modo diverso. Due sono le tendenze: l'una che ha fiducia nel progresso, l'altra invece lo critica, denunciandolo come un processo deleterio, per una adeguata convivenza sociale; entrambi quei punti di vista guardano avanti e danno luogo ad azioni intese a determinare il futuro.-Alain Touraine-Sociologo che ha cercato di dare spiegazioni riguardo a quello che è successo tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, in piena rivoluzione industriale. Egli cerca di analizzare il processo e individua una differenza sostanziale tra il modo in cui la Rivoluzione si é manifestata, in una prima fase (la fase britannica-francese) e una seconda fase, che ha interessato gli altri paesi, come l'Italia, la Germania, il Giappone e la Russia. Nella prima fase, l'industria è come se nascesse da sé, come se la società dal basso organizza questo nuovo modo di produrre. Lo sviluppo tecnologico delle nuove scienze e il mercato sono prodotti dalla stessa società, come se questa

La situazione politica in Russia durante la vita di Teofano il Recluso, 2011

Djordje N Petrovic Riguardando la situazione politica in Russia del XIX secolo, è inevitabile sottolineare il concetto di potere sulla scena pubblica da parte dell'espansione imperiale. 1 Mentre il potere della politica interna ed estera diventa articolato, la fede, come parte integrante della storia russa, segue e costituisce il processo d' istituzione nazionale. In sinopsis della storia ci indica la grande sfida del XIX secolo in Russia di utilizzare le basi di unità ecclesiale e del patrimonio culturale, per sostenere ed identificarsi con le sue intenzioni politiche.

Design russo del Novecento. Storie sperimentazioni opere

Federica Dal Falco, 2023

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