Noemi Paolini Giachery, L'autore si nasconde nel particolare, Saggi di Letteratura italiana, Aracne, Roma 2015. [Recensione] (original) (raw)
L"autrice presenta un volume dedicato all"approfondimento del dettaglio. La disamina su alcune opere di Dante, Manzoni, Verga, Pascoli, D"Annunzio, Montale e Svevo è diretta a circostanziare particolari, che divengono irradianti per l"interpretazione dell"intera opera letteraria. A iniziare da Dante, Il volto bifronte a partire dal Paradiso, l"autrice indaga la bivalenza dell"umano dantesco che si misura col divino, inserendo come snodo interpretativo, la fabula dell"uomo che ascende verso Dio attraverso un doppio binario che comprende, da un lato la negatività dell"uomo e le positive potenzialità dall"altro. Lo schema archetipico segue una diacronia in più punti: l"immagine dantesca visivae figurativa della scala, di biblica ascendenza, si coniuga perfettamente con l"innalzarsi del livello linguistico utilizzato con sapiente cura dal poeta. Si assiste così al recupero valoriale che Dante offre del volto umano attraverso la sua eclissi nella fase paradisiaca, e l"autrice associa questa immagine alla figura della donna angelo presentata da Dante nellaVita Nova.Nel percorso dantesco verso l"oltretomba, i temi dell"esilio e del ritorno, della morte e della trasfigurazione, del divieto e dell"osservazione, possono essere analizzati attraverso dettagli riconducibili ad archetipi della mitologia universale, culti iniziatici e filosofie.La Commedia offre un"idea di Cristianesimo spostato più sul versante umanistico e filosofico. Tenendo conto della polisemia del messaggio dantesco, l"autrice fa emergere soprattutto la latenza del volto, che non si rivela all"esterno. Le liriche leopardiane sono state spesso oggetto di approfondimento lessicale nell"analisi dei cosiddetti termini intellettualistici e razionalistici, oggetto di una contemplazione statica o come percorso graduale in termini narrativi. Il paradosso dell'Infinito, proposto dall"autrice, supera gli stereotipi attribuiti dalla critica riguardo la finzione, l"immaginazione fanciullesca e illusoria leopardiana. L"infinito non va interpretato in rapporto solamente all"esperienza conoscitiva o in riferimento al pensiero sensistico e materialistico. L"autrice dissente dalla posizione di De Sanctis riguardo i due modi distinti e antitetici di concepire il sentimento, uno legato alla sensorialità e uno più legato alla vaneggiante fantasia. Giachery, è più vicina all"interpretazione secondo la quale, l"Infinito sarebbe oggetto di un"esperienza simultanea; discostandosi, in particolare, dalle interpretazioni critiche in cuipossano confluire solamente personali e unilaterali proposte di letture dove prevale l"analisi testuale, stilistica e semantica, convergente in precisi e coerenti caratteri di composizione strutturata. Nella sua personale interpretazione Giachery indica due situazioni sincroniche, insistendo sul tema dell"immaginazione leopardiana in sintonia con le forme di esperienza psicologica. Se esiste ancora un problema riguardante il materialismo leopardiano, il sentimento potrebbe integrare quello di ragione, ed essere associato ad una visione psicoanalitica dellanon regressione all'infanzia, utile per il poeta recanatese, a riempire il vuoto di entità, una poesia leopardiana da analizzare sotto la lente di ingrandimento legata più alla ragione e ai sentimenti.L"analisi dell"autrice va quindi in due direzioni: quella della valorizzazione del genio-poeta e quella del filosofo sentimentale. Secondo Giachery, tra tutte le liriche leopardiane, in la Ginestra, l"individualismo romantico supera le iniziali concezioni di impronta vichiana. Sul piano della ricerca stilistica, l"idillio giovanile va oltre le forme impressionistiche a favore di un linguaggio osannato e di matrice teorica. Continuando la dissertazione sui dettagli irradianti nelle opere letterarie, l"autrice, riguardo le argomentazioni sul testo manzoniano, prende in considerazione le azioni delservo, in servizio presso Don Rodrigo (sesto capitolo dei Promessi Sposi), che riesce, origliando; a comprendere le cattive intenzioni del padrone rivelandole a Don Cristoforo. Vengono messi in risalto il ruolo del lettore esegeta e, in particolare, una serie di aspetti lontani dall"interpretazione di fantasmagoria ideologica e dal grandioso gioco delle parti di pirandelliana memoria da sempre proposte per l"interpretazione dei Promessi Sposi. Qui torto e ragione si dividono con un taglio netto,quasi machiavellico. L"utilitarismo etico accettato, pur di raggiungere il fine e l"espediente del compromesso, consente a Manzoni di offrire al lettore una sintesi viva e consolante di quelle che l"autrice chiama "disarmonie concettuali". Anche altre sfaccettature caratteriali tra i personaggi manzoniani che riguardano l" Innominato, Donna Prassede e Gertrude consentono di giustificare una verità morale semplice e ovvia, lontana dal "vero", portando l"inquietudine artistica manzoniana vicina alla moderna nostra sensibilità. Altri aspetti divergenti dalle letture canoniche emergono in alcuni personaggi verghiani: ne Il personaggiofiltro è inattendibile dall"incipit dei Malavoglia, i soggetti stranianti tra cui primeggia, "Ntoni Malavoglia, percorrono dolorosamente l"itinerario iniziatico che conduce al sapere. Anche in questo contributo l"autrice pone l"attenzione sui dati che il lettore ignora ad una prima lettura: l"autore, dietro la voce parlante, vuole comunicare una verità più autentica. La prospettiva, dall"interno, offre al discorso narrativo maggior carica di concretezza sorprendentemente spirituale. Se per Verga risulta effimero il mondo che si presenta con le sue prospettive e le brought to you by CORE View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk