Dante nelle Genealogie del Boccaccio (original) (raw)

Boccaccio editore delle canzoni di Dante

Boccaccio editore e interprete di Dante. Atti del Convegno promosso dal Centro Pio Rajna, Roma 28-30 ottobre 2013, a cura di L. AZZETTA e A. MAZZUCCHI, Roma, Salerno, 2014, pp. 137-57

Boccaccio e Dante nella cultura araba

Boccaccio e Dante nella cultura araba, 2015

Quaderni Asiatici 109-marzo 2015 Mahmood Bahaanajem BOCCACCIO E DANTE NELLA CULTURA ARABA arlare di Boccaccio e Dante nella cultura araba non è un argomento semplice da trattare esaustivamente in questa sede, come è pure difficile sintetizzare tutte le notizie raccolte (più su Boccaccio che su Dante) dai testi ritrovati nei Paesi arabi. La presente indagine intende essenzialmente rintracciare le vie di accesso al Decameron nella cultura araba, e definire il grado di accoglimento che in essa ha ottenuto. Nonostante il carattere parziale delle traduzioni in arabo del Decameron-così come furono parziali anche le prime traduzioni della Commedia dantesca-sorprende constatare che il Boccaccio ha potuto godere di un'accoglienza più precoce di Dante, e forse anche più favorevole. P La cultura araba, come si sa, ha come genere letterario fondamentale la poesia; pertanto, la presenza di Dante poeta in tale ambito avrebbe dovuto acquisire una fortuna più veloce di quella del Boccaccio. Tuttavia, all'interno della letteratura araba, ciò non toglie importanza al racconto, soprattutto il racconto breve (short story), largamente diffuso come genere letterario, anche se in certa misura sottoposto ad alterne fortune lungo il cammino storico-letterario 1. L'affermazione sulla precedenza di Boccaccio nella cultura araba è maturata tramite un attento confronto tra le date note delle traduzioni arabe della Divina Commedia e quelle rinvenute, nel corso di questa indagine, riguardo alle traduzioni delle novelle di 1 La raccolta de Le mille e una notte; il libro di Sindbad; il libro di Kalīla we Dimna; il racconto de La concubina Tawaddud e Le storie di Ğufa (o in altre versioni Rarità di Ğufa). Sono questi i maggiori racconti arabi che fecero nascere il genere narrativo nell'antichità, ma dopo prevalse il genere poetico e si fece più vivo lungo la storia letteraria araba. 5

L’eredità di Dante: Petrarca (Vita Nuova-Canzoniere) / Boccaccio (Commedia-Decameron)

Nel suo recente volume Boccaccio. Fragilità di un genio (Mondadori, 2019), suggestiva ricostruzione della biografia di Boccaccio, Marco Santagata ipotizza che l'idea del Decameron sia stata suggerita a Boccaccio dalla conversazione con Petrarca nella sua visita al poeta, a Padova, nella primavera del 1351 (pp. 179-183). Il secondo incontro, dopo quello che era avvenuto a Firenze l'autunno dell'anno prima. Petrarca gli avrebbe parlato della sua intenzione di raccogliere in un libro (oltre che le Familiares e le Epystole) le sue poesie ("Frammenti di cose volgari", secondo il titolo definitivo), e Boccaccio avrebbe pensato, ad imitazione del maestro, ad una analoga raccolta in un libro di 'frammenti' romanzeschi rappresentati dalle sue novelle (p. 181):

Boccaccio, Dante e l’omosessualità nella cultura del Trecento

«allegoria», anno XXI, serie III, numero 59, gennaio/giugno 2009, pp. 27-41. In precedenza pubblicato con il titolo "Fra mala ventura e fuoco dal cielo: La sogdomia in Decameron V 10 e nelle Esposizioni sopra la Comedia", in «Heliotropia», 2008, vol. 5, pp. 39-56, http://www.heliotropia.org/

"The “novella” V 10 of Decameron and Boccaccio’s comments on cantos XV and XVI of Dante’s Inferno show evidence of an ambivalent judgement about “sogdomia”. They also refer to a cultural situation where the anti-homosexuality vision elaborated by the Church had already imposed itself on civil laws, but not yet become a collective frame of mind. La novella V 10 del Decameron e le chiose di Boccaccio ai canti XV e XVI dell’Inferno conservano le tracce di un doppio livello di giudizio sulla “sogdomia” e rimandano a una situazione culturale fluida, in cui l’elaborazione antiomosessuale della Chiesa, affermatasi già tra le leggi civili, non si è ancora imposta come uniforme mentalità collettiva. "

Boccaccio narra la vita di Dante: dagli Zibaldoni alle Esposizioni

dal volume BOCCACCIO E LA NUOVA ARS NARRANDI, a cura di Piotr Salwa, Varsavia, Sub Lupa (Institute of Classical Philology at the University of Warsaw), 2015, pp. 11–20; il saggio studia la VITA DI DANTE oltre alle redazioni del TRATTATELLO di Boccaccio dai primi studi biografici ricordati nel cod. Laur. 29.8 alle lezioni finali della vita dello studioso nelle ESPOSIZIONI, proponendo che la biografia di Dante sia argomento che Boccaccio continua a sviluppare fino alle pagine incompiute del commentario alla COMMEDIA.

Dante, Boccaccio e i significati della corte. Qualche osservazione a margine

Il senso comune delle tre relazioni di Augusto Vasina, Politica e cultura in Romagna nel Trecento, Gian Mario Anselmi, Boccaccio e la cultura umanistica in Romagna, e Daniela Delcorno Branca, La linea cortese di Boccaccio e dei suoi lettori tra Romagna ed Emilia, risiede, mi pare, negli effetti provocati dall'interazione di due aspetti di una vicenda letteraria: la peculiare compagine geo-politica della Romagna tra fine Duecento e prima metà del Trecento (lineare nella sua pur tormentata vicenda storica) da una parte, e l'ineludibile e problematica componente dantesca dell'immagine cortese in Boccaccio (osservata da prospettive non sempre storicamente uguali) dall'altra.

Dante nel quadro della Raccolta Aragonese

Oltre la Commedia. ‘L’altro Dante’ e il canone antico della lirica (1450-1600 ca.), 2021

The essay analyzes the role played by Dante in the Raccolta Aragonese, the anthology of vernacular poetry commissioned by Lorenzo de’ Medici to be sent to Federico d’Aragona. It reconsiders Dante’s prominent place in the collection against the background of the contemporary fifteenth-century tradition of vernacular poetry, and the widespread presence of a lyric canon formed by Petrarch and Dante. After examining the data offered by several sources and the main extant copies of the lost Raccolta, a new hypothesis is advanced on the precise composition of the opening section of the manuscript and its inclusion of Dante’s prose and poetry. In light of these considerations, it is argued that Lorenzo’s cultural operation in the Raccolta can be considered as an attempt at widening the range of “canonical authors”, one that takes into account the aforementioned lyric canon and, thus, promotes Dante in particular.

Giovanni Boccaccio biografo e copista di Dante: un grande progetto culturale, in «Onorevole e antico cittadino di Firenze». Il Bargello per Dante, a cura di L. Azzetta, S. Chiodo, T. De Robertis, Firenze, Mandragora, 2021, pp. 300-3

2021

In collaborazione con Con il patrocinio di Con il patrocinio e contributo di Nell'ambito di Promossa e organizzata da Con il contributo di www.bargellomusei.beniculturali.it Firenze, Museo Nazionale del Bargello, aprile-luglio a cura di