Trieste. Cronaca e problemi di una consultazione popolare non svolta (coautore S. Bartole) Il Politico (original) (raw)

Recensione La Costituente (reprint) Il Politico

Recensione a: "La Costituente" (Reprint), Roma 1983, Archivio trimestrale ed., 1983

Commento ragionato sulla riedizione (nel 1983) del quindicinale repubblicano fondato e diretto da Giovanni Conti tra il 1945 e il 1946 – L’idea di “Costituente” fondamentale nella tradizione del pensiero repubblicano dal Risorgimento alla Repubblica – Rilevanza e attualità dei temi politici, sociali e istituzionali affrontati dalla rivista

La Lista per Trieste (1975-1993), storia di un laboratorio politico

Quaderni XXXI, 2020

RIASSUNTO L'esperienza della Lista per Trieste è stata un sofisticato laboratorio politico che ha finito per sconvolgere i canoni politici della Prima Repubblica ed un sistema consociativo che a metà degli Anni Settanta sembrava ancora lontano dall'essere messo in discussione. Analizzando la particolare composizione di questo movimento politico e la sua evoluzione nel tempo si può scorgere anche la peculiare evoluzione politica ed ideologica del mondo triestino e di riflesso anche di quello italiano. Il saggio porta alla luce documenti che sono stati da anni sigillati, come quelli del Fondo Manlio Cecovini presso l'Archivio dello Stato ed evidenza l'intricata genesi ideologica di questo movimento di protesta, il suo effimero ma significativo successo iniziale e la sua progressiva "normalizzazione" nell'alveo della politica tradizionale.

Bartolo da Sassoferrato e il problema del potere pubblico

in BARTOLO DA SASSOFERRATO NELLA CULTURA EUROPEA TRA MEDIOEVO E RINASCIMENTO (ISTITUTO INTERNAZIONALE DI STUDI PICENI “BARTOLO DA SASSOFERRATO”, Studi bartoliani 1), Sassoferrato, 2015, pp. 97-118, 2015

Questo contributo intende esporre come e secondo quali direttrici teoriche Bar- tolo da Sassoferrato si sia confrontato con la fenomenologia del potere pubblico, in un periodo storico di grandi e profondi rivolgimenti sociali e politici; in particolare viene indagato come Bartolo abbia sollevato e risolto il problema della conformità del potere alle norme che lo disciplinano; e come abbia affrontato il problema della giuridicità del potere, della giuridicità degli atti di colui che del potere è investito, nonché della dimensione giuridica delle istituzioni nelle quali il potere si trasforma in azione. Si vede così come nella dottrina bartoliana, il potere che non si collochi all’interno di una struttura giuridica che ne definisca oggettivamente la legittimità, la funzione e i limiti — struttura che prende la forma della iurisdictio — degrada in tirannide. This paper seeks to discuss how and in what theoretical directions Bartolus de Saxoferrato is confronted with the phenomenology of public power, in a time of great and deep social and political changes; in particular it is investigated how Bartolus raises and resolves the issue of compliance of the power to the rules of law. Therefore, it is possible to see that, in the doctrine of Bartolus, the public power which is not placed within a legal structure that defines objectively legitimacy, function and limits, is a tyrannical power. This structure, in doctrine of Bartolus, as in the doctrine of Glossators, takes the form of the iurisdictio.

La Discussione Parlamentare (Tesi di Dottorato)

Indice Introduzione 2.2. Applicazioni empiriche di modelli ideali: il caso della teoria della deliberazione 2.2.1. Argomentazione e negoziazione 2.2.2. L'indice per la qualità del discorso 2.3. La dislocazione della deliberazione. Trasformazioni nell'istituzione parlamentare e loro conseguenze sulla discussione 2.3.1. Le critiche alla discussione parlamentare tra Ottocento e Novecento 2.3.2. Le metamorfosi del parlamento 2.3.3. I cambiamenti nel principio di discussione 2.3.4. Il ruolo dei media 3. La discussione parlamentare in Italia 3.1. L'età del Parlamento 3.1.1. I discorsi parlamentari di Cavour 3.1.2. I discorsi parlamentari di Giolitti 3.2. L'età dei partiti 3.2.1. I discorsi parlamentari di De Gasperi 3.2.2. I discorsi parlamentari di Togliatti 3.3. L'età del pubblico 3.3.1. I discorsi parlamentari di Berlusconi Conclusioni 14 Chaїm Perelman e Lucie Olbrechts-Tyteca, Trattato dell'argomentazione. La nuova retorica, cit., p. 29. 15 Giulio Preti, Retorica e logica, Torino, Einaudi, 1968, pp. 148ss. 16 Adelino Cattani, Forme dell'argomentare. Il ragionamento tra logica e retorica, Padova, GB, 1990, pp. 27-28. 17 Sul concetto di razionalità del discorso torneremo a discutere a proposito del discorso parlamentare. Vedi infra, par. 2.1.2. che ispirandosi a Sorel esaltano la violenza 264 , infine i futuristi che propongono un linguaggio nuovo, finalizzato all'azione, rifiutando le regole di grammatica e sintassi ed esaltando i nessi analogici che stimolano l'immaginazione 265 . Il linguaggio di Giolitti sembra rimanere legato alla tradizione cavouriana; l'elemento centrale dei suoi discorsi è la valorizzazione dei fatti, della razionalità, dei nessi logici.

Dai Commons al Comune: temi e problemi

Commons, Comune, beni comuni: da ormai più di un quarto di secolo, l'area semantica individuata dal lemma latino communis e dai suoi derivati nelle principali lingue occidentali è stata al centro di un dibattito importante per qualità e quantità, coinvolgendo discipline e ambiti di ricerca disparati -dall'economia alla sociologia, al diritto, alla storia, alla filosofia. La letteratura sul tema è già sterminata e sempre più difficilmente maneggiabile, e le pubblicazionisoprattutto negli ultimi dieci anni -si sono succedute a ritmi impressionanti. Non solo. Grazie a un rapido e significativo fenomeno osmotico, l'attenzione per i beni comuni non è rimasta confinata al solo piano teorico ma ha interessato anche la sfera delle pratiche e dei linguaggi della politica, istituzionale e non (spesso ingenerando anche qualche ambiguità e confusione concettuale): si è così parlato, nell'ordine, di "acqua bene comune", di "università bene comune", di "lavoro bene comune", 1 di "Italia bene comune". E l'elenco potrebbe essere prolungato a piacimento. 2 Nelle poche pagine che seguiranno, vorrei innanzitutto tentare di offrire una panoramica -per forza di cose limitata -del complesso di studi e ricerche in argomento, mettendone in luce gli _____________ 1 Cfr. A. Amendola, Il lavoro è un bene comune?, in M.R. Marella (a cura di), Oltre il pubblico e il privato. Per un diritto dei beni comuni, Ombre Corte, Verona 2012, pp. 258-276. 2 Per un'utile tassonomia dei vari usi del concetto di commons, impossibile non rinviare a M.R. Marella, Introduzione. Per un diritto dei beni comuni, in Ead. (a cura di), Oltre il pubblico, cit., pp. 9-28.

Partigia tra ricostruzione storica e discussione pubblica

Storicamente, 2013

Partigia tra ricostruzione storica e discussione pubblica marcello flores Nel suo nuovo libro, Partigia, Sergio Luzzatto si propone un compito difficile ma chiaro e circoscritto: «misurarsi con problemi generali di storia della guerra civile in Italia: il carattere politico o impolitico del ribellismo della prima ora, la qualità del rapporto tra formazioni partigiane e popolazioni locali, l'iniziale dipendenza dei ribelli dall'esperienza e dalle armi dei transfughi del Regio Esercito, la permeabilità delle bande all'infiltrazione di ladri o spie» (16). E lo fa a partire-anche se ci tornerà sopra insistentemente-da «una storia che somigliava piuttosto a una microstoria» (15). Ma non si limita a essa: da lì prende le mosse per ragionare, anche, del modo in cui la Resistenza ha raccontato e celebrato se stessa e i suoi eroi e le sue vittime; del retaggio che nell'immediato dopoguerra e nei più lunghi decenni successivi essa ha lasciato nella vita politica e civile italiana; nel modo in cui la giustizia ha fatto i conti con le violenze e gli obbrobri del fascismo, del razzismo, della guerra civile. Tocca, in sostanza, «questioni cruciali del Novecento italiano: il profilo politico e umano del personale collaborazionista, i meriti e i limiti della giustizia post-resistenziale, il ruolo degli Alleati e dei loro servizi segreti, l'impatto dell'amnistia promulgata da Palmiro Togliatti, la difficoltà di improntare ai valori dell'antifascismo la Repubblica «nata dalla Resistenza» (17). In quest'ottica Primo Levi non è il protagonista del libro, come molti critici hanno voluto accusare, ma il «reagente etico», il punto di partenza-famoso, interessante, problematico, in parte ambiguo e reticente-per meglio ragionare sugli altri temi centrali, per coinvolgere in modo più deciso l'attenzione del lettore, per suggerire una serie di temi secondari (secondari per il libro, non perché lo siano