Klevnäs, A. and A. Noterman (2024). Interagire con la morte nell’Europa altomedievale: approcci archeologici alla riapertura delle tombe. In: 'Furto e ritualita? Riaprire le sepolture nell’alto medioevo'. (Eds) C. Giostra, E. Aspöck and D. Winger, Archeologia Barbarica 7: 85-119. (original) (raw)
Il tema di questo volume è il fenomeno, diffuso nei cimiteri in varie zone d’Europa, delle sepolture intenzionalmente riaperte e disturbate durante l’alto medioevo. Questo articolo offre una panoramica sullo stato attuale delle conoscenze e su come queste siano state raggiunte, con un approfondimento su come un’attenta analisi delle evidenze materiali possa portare a una migliore comprensione delle pratiche in oggetto. Dapprima, la trattazione altomedievale è inserita in un dibattito archeologico più ampio, e poi viene presentata una serie di esempi dettagliati per illustrare aspetti delle testimonianze e le loro interpretazioni. Il dibattito sulla riapertura delle sepolture altomedievali si è concentrato sui frequenti ritrovamenti di tombe che sono state disturbate e con manufatti rimossi precocemente. Come si vedrà, queste sono state tendenzialmente etichettate come derubate o saccheggiate, nonostante siano state avanzate una serie di spiegazioni più specifiche. Gli esempi presentati nell’articolo mostrano come ricerche incentrate sui dati tafonomici, in particolare sull’applicazione dei metodi archeo-tanatologici, possano rivelare la specificità delle azioni nelle singole tombe e altrettanto bene rendano possibile una comparazione più ampia dei tempi e delle forme delle attività di riapertura. Si presenta così un nuovo quadro dell’ampia geografia dei luoghi in cui questo tipo di pratica della riapertura è diventata comune, pur sottolineando la cautela nell’attribuire i segni di disturbo a cause particolari. In futuro, ci si interrogherà su come le pratiche di rimozione di oggetti di corredo dalle tombe siano da mettere in relazione con le altre forme di ri-connessione con i resti fisici dei defunti e con altre pratiche intergenerazionali osservate nelle necropoli altomedievali.