Heiner Mueller: il teatro della vita, il disagio della Storia (original) (raw)

Per un teatro che crede nella storia. Pier Paolo Pasolini nell'opera di Heiner Müller

RIVISTA DI LETTERATURE MODERNE E COMPARATE, 2017

È riprendendo il tema dell'attualità di Pier Paolo Pasolini , già affrontato nell'accorata orazione funebre di Alberto Moravia per l'amico poeta, che, nell'introduzione al volume Pasolini -Der dissidente Kommunist, Fabien Kunz-Vitali pone l'accento sul fenomeno che definisce come "Pasolini als…", ovvero sulla molteplicità di funzioni svolte in ambito mediatico dal versatile artista e intellettuale nato a Bologna, che, fino alla drammaticità della propria morte, ha rappresentato in se stesso un'opera aperta: Immer neue Aspekte quellen aus ihm [Pasolini] hervor. Pasolini als Musiker, Pasolini als Zeichner, Pasolini als Dialektologe, Pasolini als Performancekünstler, Pasolini als Denkmalschützer, Pasolini als Massenmedien Theoretiker, Pasolini als Fußballer… Ganz zu schweigen von seinen gesellschafts-und kulturkritischen Positionen, die, zumal keiner Seite eindeutig verpflichtet, gerade deshalb von so ziemlich allen Seiten (und bei Weitem nicht immer arglos) beansprucht werden 1 .

Il teatro delle emozioni: la Paura

Padova University Press, 2018

This article aims at analysing how fear is represented in Shakespeare’s Taming of the Shrew. Although a first interpretation of the play hints at the fact that fear should be found mainly in Kate, many critics have claimed that this emotion is embodied by other characters as well, especially by Petruchio, who mirrors male anxiety and violent behaviour during the Renaissance. Petruchio’s violence hints at a third reading, which suggests that both Kate and he may be ‘subjects’ and ‘objects’ of fear as they both cause it and feel it as ‘refractions of reality’ and onstage as characters.

Bruno Maier e i «compositori di vita»

AS_ASA007175, 2014

Pubblicato con il contributo della Fondazione Benefica KathJ een Foreman Casa li Non è senza emozione che l' associazione" Archi vio e Centro di Documentazione della Cultura Regionale" dedica questa mostra e questo " Quaderno" (il ventunesimo della serie) a Bruno Maier e a sua moglie, Enza Giammancheri Maier. O ltre che amici di molti di noi, e dell'associazione, BruJ10 e la moglie (che-dopo la morte di Bruno-volle onorarne la memoria e realizzare le su e volontà) hanno trasm esso un cospicuo lasci to cu lturale e materiale all' Archivio e all'Università di Trieste: un fondo che arricchisce ora il patrimonio dell'Università (dopo la trasmissione d ei beni, conservati dall'associazione, a ll'Università di Trieste) e della ci ttà. Un lascito che testimonia l' attività instancabile, la cultura, gli interessi, l'umanità nel senso più complesso e più ampio, dell'uomo e dello studioso; ma anche lo sforzo costan te compiuto da Maier per w1 approfondimento revisione e sviluppo dei risultati della propria ricerca anche m olti anni dopo la pubblicazione dei propri contributi di maggiore rilievo. Documen ti già pervenuti all' Archivio degli Scrittori e dell a Cu ltura Regionale, ora inserito nello SMATS (Sistema Museale dell'Ateneo di Trieste) e ospitato da l Dipartimento di Stud i Umanistici, e altri di provenien za priva ta, permettono di mettere a fuoco visivamente (come è compito delle mostre documentarie) alcuni momenti, a utori, occasioni della vita e dell'operosità di Maier. E, per questo, a nome dell'associazione Archivio e Centro di Documentazione Regiona le, ringrazio l' architetto Gino Pavan (presidente della Società di Minerva), il prof. Giuseppe Sciu to (animatore del Premio Letterario Latisana per il Nord Est, vinto-con il romanzo L'assenteda Maier, che poi divenne membro della giuria scientifica del premio stesso), il prof. Gianfranco Guarnieri, presidente del Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste, il dott. Giancesare Schìppisi Gagnoni, figlio del prof Ranieri Schippisi-insigne studioso piacentino di Ugo Foscolo, di Pietro Giordani, di Giuseppe Giusti e di Francesco Redi, tra gli altri-che intrattenne una intensa e interessante corrispondenza con Maier. E d esidero anche ringraziare-oltre alla direzione dello Smats e del Dipartimento di Studi Umanisti ci l'a vv. Giamu Sadar, presidente delle Fondazi01u Casali, per il generoso contributo offerto per la realizzazione d i q uesta mostra e della ricerca che l'ha resa possibile. Il titolo di questa mostra (e dell'incon tro di studio ch e precede la sua inaugurazione), Bruno Maier e i "compositori di vita ". Un critico e i suoi autori, prende lo spun to dal titolo dell' ultimo libro pubblicato da Maier, chea sua volta-prendeva lo spunto dalla citazio ne di tm frammento (Esame di esiste112n) di Carlo Stuparich: «io sono un uomo piccolo, i nuei fatti sono piccoli fa tti, ma se da essi fa ccio procedere un'armonia esistenzia le, cresco davanti ai miei occhi e nu chiamo buon compositore di vita». Una ci tazione che ben rappresenta Bruno, l'atteggiamento (u mile e modesto, mai supponente e professorale o accademico) con cui egli si accostava al mondo, ai fatti e agli autori-maggiori e n1inori-di quella letteratura che, per lui, era ragione di vita quotidiana. Un ringraziamento particolare anche alla Biblioteca Statale "Stelio Crise"-Ministero dei Beni Culturali, al dott. Mauri zio Messina e alla dott. Maria Angela Fantini per la costante e sollecita collaborazione (ormai più che ventennale) della Biblioteca a ll e ini ziative dell'associazion e Arch ivio e centro di Documentazione della Cu ltura Regionale.

Il teatro tragico della compagnia Imer (1732-1749)

2016

From 1732 to 1749, the contribution of San Samuele acting company to the diffusion of tragedy was greater than that of every other troupe. Free from any tie or agreement with contemporary intellectuals and with the only purpose of pleasing their own public, Giuseppe Imer and Gaetano Casali staged numerous serious plays from different authors and genres: from Carlo Goldoni’s «opere sceniche» to translations of French tragedies, from works of classicist playwrights to those of their opponents, and finally, adaptations of librettos. The Grimani’s company, which always included excellent actors, staged impressive shows constantly balancing dreadful imageries and comic scenes. In this manner, differently from eminent predecessors of tragic scene such as Luigi Riccoboni, Pompilio Miti and Scipione Maffei, it succeeded in developing and consolidating a taste for tragic drama in Venice and beyond.

Storia e vita. Da Nietzsche alla Nouvelle Histoire

Indice • 1. Introduzione • 2. Storia e vita • 2.1. La difficile obliterazione • 2.2. Critica all'uomo moderno • 2.3. Quale storia produce l'uomo moderno? • 3. La nuova storia • 3.1. Storia monumentale • 3.2. Una risposta al problema • 4. Conclusione Paolo Cugini Nato a Reggio Emilia nel 1962, laureato in pedagogia (Parma), filosofia (Bologna) e dottore in teologia (Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna-FTER). Dal 1998 al 2013 è stato missionario fidei donum in Brasile nello Stato della Bahia, come parroco e come professore di filosofia nella Facoltà Cattolica di Feira di Santana. È cofondatore dell'Associazione Culturale Moringa (ACMOR) che dal 2005 opera in Bahia (Brasile) per la promozione culturale e politica. Ha accompagnato la formazione del Movimento Fede e Politica nelle città di Miguel Calmon e Tapiramutà (Bahia) e del Movimento Moringa nella città di Pintadas. Ha contribuito a fondare e ad accompagnare nei primi anni il gruppo cristiani LGBT di Reggio Emilia. Si è occupato di temi legati alla filosofia francese del Novecento e della cultura postmoderna in relazione, soprattutto, al problema della Nuova Evangelizzazione. Su questi temi ha pubblicato vari articoli in riviste italiane e brasiliane. Di recente ha pubblicato: Visioni postcristiane. Dire Dio e la religione nell'epoca del cambiamento, Dehoniane, Bologna 2019; La Fuga di Elia. Riflessioni postmoderne sulla religione e il senso della vita, San Lorenzo, Reggio Emilia 2019; Chiesa popolo di Dio. Dall'esperienza Brasiliana alla proposta di Papa Francesco, Dehoniane, Bologna 2020. Citazione Paolo Cugini. Storia e vita. Da Nietzsche alla Nouvelle Histoire. Dialegesthai. Rivista telematica di filosofia [in linea], anno 21 (2020) [pubblicato: 31/07/2020], disponibile su World Wide Web: https://mondodomani.org/dialegesthai/, ISSN 1128-5478.

Postfazione a Heiner Müller, La macchina Amleto | Die Hamletmaschine

2012

Carne viva e roditori che ingrassano l'idiozia del potere. Esiste un dispositivo contro il terrore, simile a un luogo che grida l'adeguatezza di sé. Quello che incespica e non trova requie è chi non smette di agonizzare, un tumulto di sangue e merda che si impasta con il residuo del mondo. Amleto no, lui è sopravvissuto alla tumulazione; ha visto tutto ciò che di incomprensibile si è radunato attorno a sé; non è sbalordito da tanta maledizione. È solo. Tacendo della sua divisione, confessa la perversione del reale. Non è vero infatti che ci troviamo in presenza di piani ben congegnati; non siamo nei pressi destinali della linearità della storia. Una bugia cola di ferita al centro del cranio, è il pensiero che l'ha aperta quella testa. Una bugia cola di ferita al centro del cranio, è il pensiero che l'ha aperta quella testa. Il pensiero per Amleto è l'acme della rivolta. Non c'è bisbiglio che non suggerisca la fuga, un vociare indistinto al perimetro di quel che resta dell'assedio del corpo glorioso. Eppure non si fugge, si procede piuttosto; come un eccedere -inchiodati -al bordo della parola. Un'avanzare, alla fine dei conti. Esiste un dispositivo contro l'aggressione, come un tempo che sottintende qualcosa da compiersi dopo il fallimento. E in fretta. Amleto non vendica nessuno, non c'è alcuna collera familiare da digerire se non quella personale, del rendersi giustizia per trasformare il proprio copione. Questa creatura indifesa e inaudita sfugge persino dalla scrittura, si fa spazio nel pretendere verità e avverte che, di là dal muro, si dovranno dissipare ancora altre storture. Dalle pietre abitate si assiste sempre al naufragio.

Hegel e La Storia Come Processo

2017

L’articolo confronta le concezioni della storia di Kant e Hegel, prendendo le mosse da una critica all’interpretazione di Foucault del saggio «Che cos’è l’illuminismo?». L’autore mostra che, lungi dal pensare il presente come evento piuttosto che come processo, Kant concepisce il presente come un processo. Sia Kant che Hegel condividono una visione generale della storia come processo che contraddistingue le filosofie della storia della fine del XVIII secolo e dell’inizio del XIX. Ciò che differenzia i due filosofi tedeschi riguarda invece le loro concezioni della storia come un processo di Aufklärung, Kultur e Bildung. In conclusione, il contrasto tra processo ed evento è criticato da un punto di vista più generale: l’ontologia processuale hegeliana. Parole chiave: Hegel, Kant, storia, processo, evento This article confronts Hegel’s and Kant’s conceptions of history. Its starting point is a criticism of Foucault’s interpretation of «What is Enlightenment?». It shows that far from th...