Schewiller e la poesia delle donne. Scouting e pratiche editoriali (original) (raw)

Scelte stilistiche nella poesia di Cardarelli

Alcune costanti formali sono ravvisabili abbastanza chiaramente all'interno della produzione poetica di Cardarelli e contribuiscono a definire una personalità autoriale ben delineata nel quadro della lirica d'inizio novecento. In primo luogo, le poesie, anche se contenute all'interno di prosimetri, mantengono una netta riconoscibilità che le separa dai contigui brani prosastici: il testo poetico si vale sempre di versi di misura tradizionale, variamente alternati, ed evita sia l'inarcatura, sia il verso composto (di misura superiore all'endecasillabo), che distribuendo gli accenti su d'una misura versale più estesa di quella consueta, tende ad allentare ed a rendere meno evidente il gioco degli accenti ed il ritmo che ne scaturisce. Un polimetrismo che guarda alle Laudi dannunziane, ma che si tiene ben lontano dalle sperimentazioni paroliberiste del futurismo e dalla parcellizzazione del verso in sintagmi elementari operata, sulla scorta di quelle, da Ungaretti da un lato; e dalla frammentazione del verso, ottenuta con la funzione segmentatrice della punteggiatura e con l'uso dell'onomatopea, di matrice pascoliana dall'altro. Il testo poetico si presenta dunque come logicamente ordinato, con periodi generalmente brevi governati dalla paratassi, spesso conclusi dal punto fermo. Ugualmente rifiutate sono le asprezze formali e foniche, gli aspri scontri dei nessi consonantici di derivazione dantesca e più precisamente infernale, adoperate, negli stessi anni, da Rebora e quindi dal Montale degli Ossi qualche anno dopo; lo stesso vale per l'uso di parole proparossitone, anche in sede di rima, presente in Gozzano ed ancor di più in Montale. Riguardo ancora agli autori appena menzionati, va rilevato il rifiuto, da parte di Cardarelli, di termini prosaici o comunque propri del linguaggio colloquiale, atti ad abbassare il tono del discorso poetico, com'era nella poesia crepuscolare; analogamente assenti, a fortiori, sono voci di dialettali o popolari: il lessico si mantiene infatti scelto ed elevato e non poche sono le riprese di termini consueti della tradizione lirica alta. Rara è anche l'incidenza di termini che designano oggetti tipici della modernità, a differenza, di nuovo, d'un autore come Montale. In secondo luogo, vengono respinti, nell'arco di tutta l'opera cardarelliana, l'istituto canonico della rima in sede fissa e l'impiego di forme strofiche chiuse, anche soltanto liberamente alluse. In questo senso, è netta la differenza rispetto ad altri poeti coevi o di poco successivi: autori, pur diversi fra di loro, come Saba, o i già citati Gozzano e Montale adoperano infatti forme strofiche fisse come la sestina o la quartina rimata o assonanzata, o addirittura il genere metrico principe della nostra tradizione come il sonetto. In Cardarelli, invece, la strofa lunga dannunziana, di gran lunga prevalente nell'insieme dell'opera, s'alterna a componimenti costruiti sullo schema della canzone libera leopardiana, con strofe di diversa estensione non legate, appunto, ad uno schema rigido. L'unica eccezione in questo senso è costituita da Santi del mio paese 1 , composta di distici a rima baciata, prevalentemente endecasillabi. L'uso di rime liberamente ricorrenti, anche interne, sulla scorta del già menzionato modello leopardiano, è comunque nell'insieme piuttosto modesto e si può dire che l'autore abbia concesso ben poco, nella sua produzione, ad un simile istituto.

La giovane poesia nella Svizzera italiana. Percorsi editoriali e letture critiche

Polisemie, 2021

L’articolo fornisce una panoramica ampia della poesia prodotta nella Svizzera italiana negli ultimi vent’anni. La prima parte indaga tre principali canali di diffusione (riviste, case editrici, festival letterari) dentro e fuori il territorio della Svizzera italiana. La seconda parte riflette su alcune letture critiche della poesia nella Svizzera italiana e cerca di stabilire le ragioni per cui alcuni tipi di scrittura poetica siano giunti tardi o poco sul territorio svizzero rispetto all’Italia, nonostante la vicinanza tra i due paesi. Da questa analisi, si argomenta che la mancanza di controtendenze forti nella poesia nella Svizzera italiana abbia impedito lo svilupparsi di forme di espressione poetica più mature e diverse. In conclusione, si ritiene che il mancato uso di strumenti digitali per la produzione e la disseminazione della poesia nella Svizzera italiana, oltre che una politica culturale spesso poco lungimirante, siano temi importanti da affrontare per promuovere dialogo dentro e oltre il confine della Svizzera italiana.

Verso il dramaturg: rilevarsi nell’officina di Simona Gonella

Italogramma

L’articolo tratta il divenire della figura polivalente e sofisticata del dramaturg all’interno della prassi teatrale italiana. In particolare, prendendo in esame l’esempio di Simona Gonella, cerca di delineare i tratti peculiari del suo mestiere interrogandosi sui modi in cui il suo lavora influenza la creazione artistica. Attraverso l’analisi dei due ultimi lavori, Book is a Book is a Book e Macbeth, le cose nascoste, si evince quello che potrebbe essere definito come “lo sguardo del dramaturg” quale connettore delle diverse parti del lavoro del gruppo. Il lavoro è stato fatto in collaborazione con Simona Gonella, che ha concesso all’autrice dell’articolo l’intervista e i materiali utilizzati. The article deals with the becoming of the polyvalent and sophisticated figure of the dramaturg within Italian theatre practice. In particular, by examining the example of Simona Gonella, it attempts to outline the peculiar traits of her craft by questioning the ways in which her workinfluenc...

Dediche all'editore Vanni Scheiwiller

INDICE  Paola CABIBBO L'orchidea di Emma. Una storia a trama stretta  Ines RAVASINI e Isabella TOMASSETTI «Possono levarsi le gentili parole…»  PUBBLICAZIONI DI EMMA SCOLES  Amicizia lungamente  Vicenç BELTRAN Els trobadors, la política i el pensament  Alessio BERGAMO Per una poetica dello sguardo in macchina (ovvero sull'a parte). Secondo episodio:Wile E. Coyote e Road Runner  Lorenzo BLINI La Celestina in versi di Juan Sedeño (1540)  Corrado BOLOGNA «Sancio, non più, oggi impazzir bisogna!». L'Orlando e il Chisciotte "furiosi" di Paisiello  Giuseppina BRUNETTI Asombro:'stupore'. Per La voz a ti debida, LIX, 31  Pedro Manuel CÁTEDRA La Década de la pasión de Juan Coloma (1576) y el género pasional en la encrucijada de los cambios poéticos del siglo XVI  María Luisa CERRÓN PUGA Los peligros de la pluma. Notas sobre Alfonso de Ulloa y la censura  Giovannella DESIDERI Dante, Fortuna e Francesco da Barberino  Giuseppe DI STEFANO L'edizione dei romances viejos. Sul testo del Gaiferos libertador de Melisendra nelle stampe cinquecentesche

Fausta Cialente tra letteratura e giornalismo: Unattenzione costante al mondo femminile

Cuadernos de filologia italiana, 2012

L’articolo analizza la produzione narrativa e giornalistica della scrittrice Fausta Cialente (1898-1994), con particolare riguardo alla sua attenzione ai problemi sociali e politici del tempo in cui scrisse. Mentre si esamina tutta la sua narrativa, viene considerato solo il periodo romano (1949 – 1955) della sua produzione giornalistica, quello in cui affronta le problematiche legate al mondo lavorativo, soprattutto femminile. Infatti, l’attenzione alle donne e al loro ruolo nel matrimonio e nella società sarà una costante nell’opera narrativa e giornalistica di Cialente.