L'oratorio del Beato Gherardo da Villamagna - Bollettino dell’Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato al Tedesco, 91, 2024, pp. 329-374 (cover + indice) (original) (raw)

Gian Giuseppe Liruti a Gemona e la sua sistemazione delle scritture del convento di Sant’Antonio (1750-1753), in Thesaurorum diversitas. Reliquie, devozioni e documenti “antoniani” a Gemona del Friuli, a cura di Andrea Tilatti. Estratto delle pagine 59-78 e 138

Centro studi antoniani, Padova , 2022

The article identifies the Friulian scholar and historian Gian Giuseppe Liruti as the organizer of some of the volumes constituting the archival series Convento di Sant'Antonio, kept in the City Archives of Gemona; it further gives a brief description of this fund and in a large appendix thereof it publishes, among other things, the Latin regesta, drawn up by Liruti himself, and placed before two codices of the same conservation institute, intended to collect parchments (ACG 1394 and 1395 ).

Fortuna, decadenza e rinascita di un oratorio valsesiano. San Giovanni Battista di Ferrate in Val d’Egua

Da tempo questa amministrazione intendeva realizzare una pubblicazione che racchiudesse in sè i molteplici aspetti che caratterizzano il territorio di Rimasco e delle sue frazioni. Le peculiarità riguardanti la fondazione, la ricchezza delle testimonianze e della documentazione disponibile eleggono infatti quest'area a "laboratorio di cultura alpina". L'occasione si è presentata grazie alla preziosa e collaudata collaborazione con un rimaschese di adozione, Roberto Fantoni, nome noto per i suoi studi approfonditi e per le sue precedenti pubblicazioni. Nella sua prima parte il volume propone al lettore un percorso che, partendo dalla natura multietnica della fondazione di Rimasco, walser e romanza, attraverso personaggi e famiglie emblematiche, porta alla scoperta dei metodi di gestione del territorio, le forme d'insediamento, le case in legno, le fonti di reddito, il sistema viario e la sua toponomastica (avvalendosi, per quest'ultima, delle ricerche effettuate dallo Sportello Walser del comune di Rimasco). Una seconda parte contiene una serie di itinerari di visita alle frazioni e ai luoghi della devozione popolare.

Il Vecchietta, Francesco di Giorgio, Benvenuto di Giovanni e la pala dell'oratorio "di sopra" della confraternita di Santa Maria degli Angeli e San Francesco a Siena, in 'Prospettiva', 188, 2022, pp. 24-53

Prospettiva, 2022

Rivista di storia dell'arte antica e moderna Saggi: Sulla prima maturità di Allegretto Nuzi e qualche aggiunta al suo catalogo Il Vecchietta, Francesco di Giorgio, Benvenuto di Giovanni e la pala dell'oratorio "di sopra" della confraternita di Santa Maria degli Angeli e San Francesco a Siena Contributi: Una tavoletta di Bartolo di Fredi nella Galleria Nazionale dell'Umbria Da Correggio a Caravaggio, la sorprendente parabola poetica di Bartolomeo Schedoni attraverso due dipinti emblematici Cinque scultori per un ritratto. Contributo per Costantino de' Servi Sulla funzione della 'Maddalena' del Guercino nella chiesa delle convertite a Roma

L. Petracca, Il monastero di Santa Maria di Valle Giosafat nella notitia di Antonino Amico, in «Mediaeval Sophia. Studi e ricerche sui saperi medievali, peer e-rewieu semestrale dell'Officina di Studi Medievali», 9 (gennaio-giugno 2011), pp. 48-68.

«MEDIAEVAL SOPHIA». STUDI E RICERCHE SUI SAPERI MEDIEVALI E-Review semestrale dell'Officina di Studi Medievali 9 (gennaio-giugno 2011) MEDIAEVAL SOPHIA 9 gennaio-giugno 2011 SOMMARIO STUDIA MARCO MIOTTO, Da romani (rūm) a franchi (ifranğ). La percezione di alcune città d'Italia e dei loro abitanti nelle opere di storici e geografi arabi medievali pp. 5-20 PATRIZIA SPALLINO, Du livre de la médecine spirituelle: l'âme et l'éthique chez Miskawayh pp. 21-31 VITTORIO CHIETTI, Dissentire dall'auctoritas: Scoto Eriugena contro Agostino sulla questione della resurrezione nel quinto libro del Periphyseon pp. 32-47 LUCIANA PETRACCA, Il monastero di Santa Maria di Valle Giosafat nella notitia di Antonino Amico pp. 48-68 MARIA VASSALLO, Bhakti, śānti, ahi sā. Alcune precisazioni sui concetti di amore, pace e non-violenza nella cultura hindū pp. 69-76 SIMMACO PERCARIO, Il fantomatico tempio di Trittolemo pp. 77-80

Note sull'oratorio di San Cesareo al Palatino, in Rivista di Archeologia cristiana 93, 2017, pp. 505-560

Lo studio ritorna sul problema della localizzazione e della cronologia dell'oratorio dedicato al martire di Terracina Cesareo, che le fonti, databili soprattutto a partire dai primissimi anni del VII secolo, legano alla residenza imperiale del Palatino. Una revisione complessiva del quadro documentario, costituito da una serie di scritti soprattutto agiografici e da scarni indicatori archeologici, e la considerazione dei significati funzionali della chiesa orientano verso un'ipotesi di ubicazione nel settore sud-ovest del colle, in marcata relazione con l'antico tempio dei Cesari (aedes Caesarum/Divorum), e rendono plausibile una datazione entro i primi decenni del V secolo, periodo nel quale il palazzo vede un rilancio significativo entro il programma di ristanziamento del potere imperiale a Roma. Dall'originaria cappella palatina sarà dedotta poi la dedicazione del monastero altomedievale, fondazione probabilmente legata a Bisanzio, insediato nelle strutture monumentali della Domus Augustana. A questo appartengono i vani con pitture medievali portati alla luce da Alfonso Bartoli nei primi decenni del XX secolo This study returns to the problem of the localization and chronology of the oratory dedicated to a martyr from Terracina, Caesareus, which literary sources, especially from the seventh century, link to the imperial residence on the Palatine. An overall revision of existing documentation, principally made up of a series of hagiographic texts and scarce archaeological remains, as well as close consideration of the the role played by the oratory, all favor an hypothesis of its location within the southwest sector of the hillside, in relation to the ancient temple of the Cesars (aedes Caesarum/Divorum); the church can be dated in the first decades of the fifth century, a period in which the palace had a significant revival within the imperial program of return to Rome. Originating as a palace chapel, the building evolved into a monastery during the Middle Ages, with close connections to Byzantium, given its situation within the monumental structures of the Domus Augustana. To this phase belong the walls with Medieval pictures discovered by Alfonso Bartoli in the first decades of the twentieth century.