Il cohousing inter-generazionale (original) (raw)

il cohousing inter-generazionale è una risposta non solo all’invecchiamento attivo dell’adulto, ma anche alle preoccupanti prospettive verso il futuro di quei giovani che, dovendo fronteggiare periodi di studio, disoccupazione o precarietà, sono costretti a rinunciare ad uscire dalla famiglia di origine. Per loro questa forma di abitare solidale è un’opportunità per rilanciare un progetto di vita autonoma. Le trasformazioni socio-economiche del Paese pongono la maggioranza dei cittadini al cospetto di nuovi rischi, difficili da fronteggiare con le misure di policy offerte da un welfare frammentato e a forte connotazione familistica. Di fronte ad un mercato del lavoro sempre più deregolamentato, popolato da una generazione di precari dalle carriere lavorative e dai redditi instabili; con un mercato locativo inaccessibile ai più per i costi proibitivi; di fronte alla cronica carenza di servizi a favore del work-life balance; con un sistema previdenziale che in prospettiva non sarà in grado di assicurare a molte categorie di lavoratori neanche la metà del reddito attuale; ebbene, per fronteggiare questi scenari occorre pensare a soluzioni di policy innovative, capaci di progettualità estese all’intero corso di vita. Le politiche sociali e abitative costituiscono un ambito di innovazione privilegiato su cui investire per la crescita e lo sviluppo su vari livelli: 1) realizzare soluzioni di abitare collaborativo sul modello del cohousing, che favoriscano la socializzazione e la condivisione di beni, spazi e servizi e che sopperiscano alle difficoltà delle persone ad accedere al mercato immobiliare; 2) sperimentare nuove forme di finanziamento attraverso partnership tra soggetti pubblici, imprese profit e non profit come pure fondazioni d’impresa, tutti interessati a cooperare in opere di rilevanza collettiva; 3) inserire il cohousing in progetti di sviluppo territoriale e d’innovazione sociale, valorizzando le nuove logiche economiche della “sharing economy” e dell’“economia civile”; 4) sperimentare le nuove soluzioni in sinergia con altre realtà amministrative locali sia in Italia che in Europa, in modo che le migliori pratiche internazionali possano servire da riferimento e valgano a realizzare delle efficaci “economie di apprendimento”. E' fondamentale avere una strategia di medio-lungo periodo in grado di sviluppare una pianificazione territoriale lungimirante, che contempli delle strategie di marketing territoriale appositamente predisposte nell’ottica del “successful ageing”. Infatti, i settori che ruotano attorno al benessere della persona possono diventare volano per la ripresa e generare sviluppo economico in molteplici ambiti come quello sociale, sanitario, alberghiero, turistico e del tempo libero. Ne beneficerebbero anche l’edilizia e l’artigianato, per la ristrutturazione e la riconversione del patrimonio abitativo esistente e per la riqualificazione energetica degli immobili. Questo settore potrebbe cogliere le opportunità di mercato e specializzarsi nella trasformazione di realtà dismesse in comunità abitative ad alta intensità di “economia solidale”. Il territorio nazionale è ampiamente dotato di strutture ricettive che potrebbero essere riconvertite in tal senso. Inoltre, proprio a causa della crisi, anche i centri urbani che abbondano di locali inutilizzati potrebbero divenire oggetto di riqualificazioni edilizie e architettoniche da coniugare con l’aiuto sociale, da un lato, e con lo sviluppo economico sostenibile, dall’altro. Affinché ciò accada è davvero fondamentale che l’attore pubblico riveda secondo una nuova prospettiva la propria pianificazione sociale e abitativa nonché le politiche di investimento delle risorse pubbliche, e sappia aprirsi ad una maggiore integrazione trans-territoriale.