R. Cioffi, "Natura, artificio e ragione nella decorazione di alcuni soffitti della Reggia di Caserta", in "Ingannare l'occhio 'a maraviglia'. Quadraturismo e grande decorazione", a cura di E. Acanfora, Roseto degli Abruzzi, Edizioni D'Andrea, 2024, pp. 337-347. (original) (raw)

R. Cioffi, "Allegoria, natura e ragione nella decorazione pittorica della sala delle Quattro stagioni nel palazzo Sansevero di Napoli"

"La Galleria dell’Eneide di Palazzo Buonaccorsi a Macerata. Nuove letture e prospettive di ricerca per il Settecento europeo", a cura di G. Capriotti, F. Coltrinari, P. Dragoni, S.A. Meyer, M. Rossi, "Il Capitale culturale", supplementi 08/2018, pp. 283-299

L’articolo intende approfondire le conoscenze relative al ciclo di affreschi realizzato agli inizi degli anni sessanta del Settecento all’interno del palazzo napoletano dei Sansevero. Commissionato dal principe Raimondo di Sangro a Francesco Celebrano, artista già attivo nel cantiere della celebre cappella di famiglia, il ciclo è incentrato sul tema delle quattro stagioni. Memore della tradizione europea di Solimena e Giaquinto, motivato dalla rappresentazione di un mondo di personaggi fanciulli, adulti e bambini, nei quali la sua vena di abile e colorito narratore trova i toni e gli accenti più giusti, Celebrano dipinse il canto del cigno di una schiera di artisti napoletani che, attraverso la felice mediazione del grande Solimena, ancora ci rammenta echi del sommo Giordano. Attraverso l’incrocio di fonti bibliografiche, come resoconti e memorie di viaggiatori, e di documenti archivistici, si tenterà di ricostruirne la storia e, tramite una adeguata lettura stilistica e iconografica, si proverà a leggere il mondo figurativo di riferimento e a interpretarne il significato. The paper aims to deepen the knowledges related to the cycle of frescos realized at the beginning of the Sixties of 18th century in the neapolitan Sansevero building. Commissioned by the prince Raimondo di Sangro to Francesco Celebrano, an artist who had previously worked for the famous family chapel, the cycle is based on the four seasons theme. Mindful of the European tradition of Solimena and Giaquinto, motivated by the representation of a world of characters as little boys, adults and children, in which his vein of skilled and colorful narrator finds the most correct tones and accents, Celebrano painted the swansong of a group of Neapolitan artists that, through the happy mediation of the great Solimena, still remembers us echoes of the highest Giordano. Through the intersection of bibliographical sources as accounts and memories of travelers, with archival documents, the paper will try to read the figurative world of reference and to interpret its meaning.

Una carta da lettera parlante (1888-1891). La ‘grande decorazione’ di Rinaldo Casanova dall’Europa al Museo Provinciale di Bari, in "Ingannare 'l’occhio a maraviglia'. Quadraturismo e grande decorazione", Matera, 4-6 ottobre, VIII Convegno Internazionale di Studi a cura di Elisa Acanfora

Ingannare “l’occhio a maraviglia”. Quadraturismo e grande decorazione, Matera, 4-6 ottobre, VIII Convegno Internazionale di Studi a cura di Elisa Acanfora, 2023

Funzionali alla restituzione del contesto extra-locale in cui l’operazione di decorazione del Museo Provinciale di Bari andò a prendere forma negli anni dell’Ottocento post-unitario e revivalistico, sono alcune lettere che il pittore bolognese Rinaldo Casanova scrive in gran parte da Londra. Esse costituiscono un ulteriore strumento di conoscenza in aggiunta al ricco repertorio di modelli conservato presso l’Accademia di Belle Arti a Napoli reso noto da Fabio Mangone. Una di queste missive, in particolare quella datata al 23 agosto del 1890, oltre a sottolineare che il Nostro era rimasto nel Regno Unito per motivi di salute, informa del suo impegno per il lavoro in quel di Bari, non prima, però, di aver portato a termine gli impegni sul versante inglese, tra cui una «volta della nuova ala appositamente costruita per i quadri del Sciuti acquistati dal colonnello North». Il dato pare interessante, perché dimostra il grado di apprezzamento raggiunto da Casanova presso i ceti medio-alti della società britannica, richiamando un preciso episodio che, realmente accaduto a Londra al tempo dell’Italian Exhibition del 1888 aveva visto protagonista il militare inglese John Thomas North (tra l’altro presidente del «reception committee» dell’esposizione), assurto a una discreta notorietà per aver acquistato tutti i dipinti del pittore siciliano Giuseppe Sciuti lì esposti. Non si sarebbe trattato poi dell’unico caso. Un altro impegno del Casanova d’oltremanica, sempre correlato alla vicenda delle esposizioni destinate alla promozione dell’immagine nazionale all’estero, venne da lui richiamato in una seconda lettera del 1891, in relazione ai suoi «impegni presi per la Venezia in Londra» nell’ambito delle Olympia Exhibitions, ossia per una delle ricostruzioni quasi complete della famosa città dei dogi che poi Casanova reiterò presso il «Winter Garden Pavillon» di Birmingham. Si noti come la corrispondenza di Casanova dedicata al Museo Provinciale di Bari venisse a svolgersi su una raffinata carta intestata color avorio con caratteri a stampa blu o rossi, dove l’artista in primo luogo si presentava insignito di tutta una serie di altisonanti titoli e riconoscimenti onorifici. Non solo, con la stessa elegante diligenza la medesima carta da lettere lo indicava quale professionista estremamente versatile: «contractor for artistic ornamental decorative works in every style, for interior and exterior of mansions, palaces, churches, theatres, hotels and any other kind of public or private buildings». A seguire, venivano elencate le sue molteplici specialità spese tra le diverse tipologie di tecniche decorative, oltre al dettaglio - qui oggetto d’interesse per una prima sistematica mappatura del suo catalogo, all’insegna di un dialogo tra ambito locale e scala continentale - «of the principal works executed by the chevalier Casanova at differents epochs in England and in Italy». In questo caso, si trattava di interventi eseguiti per ville (soprattutto in Inghilterra), palazzi pubblici e privati, oltre che, come recitava sempre la sua carta intestata, per edifici religiosi, stazioni, grandi alberghi, ristoranti di lusso, tra «Sussex, Naples, Leicester, Posillipo, London, Eltham, Teano, Salerno, Rome» e, naturalmente, «Bari». La scelta di Bari per Casanova sì spiegava anche con il grado di visibilità da lui raggiunto in ambito meridionale,. Proprio nel 1888, infatti, la rivista palermitana L’arte decorativa illustrata ne scrisse proponendolo ai suoi lettori come «uno dei più grandi concettisti che vanti l’arte della pittura decorativa”, rendendolo, così, perfettamente rispondente al clima intellettuale di una Bari di secondo Ottocento pervasa da istanze positiviste, antiquarie, ma anche mercantili e borghesi.

B. Takushinova, “«Uno degli edifici più magnifici d’Europa». La reggia di Caserta nelle testimonianze di viaggiatori tra Sette e Ottocento", in Atti del Convegno internazionale "Luigi Vanvitelli, il Maestro e la sua eredità", a cura di T. Maffei, L. Gallo et alii, Ancona 2024, pp. 277-292.

Since its construction, the Royal Palace of Caserta became one of the most popular destinations of the Grand Tour in the Kingdom of Naples. The ever-increasing flow of travellers contributed greatly to the international fame of one of the most magnificent royal residences in Europe, commissioned by Charles of Bourbon and the fruit of the genius of one of the most acclaimed architects of his time, Luigi Vanvitelli. The majestic palace thus became the protagonist of nu- merous testimonies of English, French, Russian, German, Spanish and American visitors. It is precisely their lines - critical, ecstatic and sometimes ironic - that form the basis of this essay, which aims to reconstruct the image of one of the most magnificent palaces in Europe between the 18th and 19th centuries.

Un episodio di decorazione a graffito nella Prato del Quattrocento. Il ciclo di palazzo Vai, in Officina Pratese. Tecnica, stile, storia, atti del convegno, a cura di P. Benassai, A. De Marchi, C. Gnoni Maravelli, I. Lapi Ballerini, Firenze 2014, pp. 409-421

C. Borgioli, Il ciclo policromo del portico meridionale della Cattedrale di Palermo, in Quando l'ornamento non è delitto. La decorazione in Sicilia dal Tardogotico al Novecento, a cura di Alessandra Buccheri e Giulia Ingarao, Istituto Poligrafico Europeo, Palermo, 2020, pp. 45-62.

Quando l'ornamento non è delitto. La decorazione in Sicilia dal Tardogotico al Novecento, a cura di Alessandra Buccheri e Giulia Ingarao, Istituto Poligrafico Europeo, Palermo, 2020

BAROCCO La scultura e il linguaggio retorico-decorativo nell'architettura religiosa dell'Andalusia e della Sicilia dei secoli XVII e XVIII Juan Antonio Sánchez López IL LIBECCIO ANTICO DI TRAPANI Uso e fortuna di un marmo siciliano in età barocca Giuseppe Antista ARCHITETTURA, TESSUTI E QUESTIONI DI GENERE L'esposizione del cadavere di Margherita Alliata e Colonna, principessa di Villafranca (Palermo, gennaio) Valeria Viola INDICE L'AULA MAGNA DELL'UNIVERSITÀ DI PALERMO Cronistoria di un cantiere decorativo (-) Alexander Auf der Heyde IL MOSAICO COME ELEMENTO COSTRUTTIVO DELL'ARCHITET-TURA FASCISTA: UN CASO SICILIANO

Alice S. Legé, « Gaspar van Wittel, Veduta del Tevere dal Porto della legna », in Alberta Campitelli e Alessandro Cremona (a cura di), Frammenti di paradiso. Giardini nel tempo alla Reggia di Caserta, catalogo della mostra, Caserta, 2022, p. 312.

per l'opera Panca Fiore Galleria Umberto Di Marino per le opere di Eugenio Tibaldi Giardino arbustivo 1,2,3 e per le opere di Luca Francesconi Disegno Popolare 1 e 4 e Senza titolo Galleria Artiaco per l'opera di Maria Teresa Alvez Unrejected Wild Flora Mimmo Jodice per l'opera Eden Alice Padovani per le opere Apparato radicale #1, Solid Inclusioni organiche in cubi di gesso e Cocoons Sasha Vinci per le opere In Natura e Il gioco della deriva Si ringraziano, inoltre: Grandi Giardini Italiani-ERHG Rete Europea del Giardini Storici Tutto lo staff del Museo e di Opera Laboratori che ha collaborato al progetto ALES S.p.A. Eurogiardinaggio Nicola Maisto srl Gruppo S.i.a.s.s. srl Associazione nazionale Carabinieri-Nucleo Reggia Ganosis Consorzio Tutti gli operai, i restauratori e gli artigiani che a vario titolo hanno collaborato I privati prestatori che hanno preferito restare anonimi Vittorio Livi, per l'immagine di Villa Miralfiore I colleghi e gli amici che hanno, in modi diversi, collaborato: