Recensione a Marfa Koručnić, Cronache di Tantalo, di Serena Bedini, (original) (raw)

Review of: Zygmunt G. Barański/Maria Antonietta Terzoli (ed.), Voci sull’Inferno di Dante. Una lettura della prima cantica, Roma, Carocci 2021

Deutsches Dante-Jahrbuch, 2023

Voci sull'Inferno di Dante. Una lettura della prima cantica, a cura di Zygmunt G. Barański e Maria Antonietta Terzoli, costituisce senza dubbio uno dei risultati più monumentali di quest'ultima stagione di (ri-)letture dantesche. Solo nella nota prefatoria può ancora brevemente sopravvivere un'idea di understatementl'idea di una certa occasionalità ed improvvisazione dell'operazione-, uno sguardo all'opera nel suo insieme convincerà d'altro canto i lettori della suddetta monumentalità. Due volumi (più un terzo di apparati ed indici) offrono una completa lectura dantis della prima cantica, fatta per coppie di canti (con eccezioni), affidate rispettivamente ad alcuni dei più affermati dantisti. In cima alla lectura vera e propria compaiono poi sei ambiziosi saggi, che ripercorrono alcuni degli aspetti centrali che si snodano intorno alla cantica, e alle altre opere che preludono alla composizione dell'Inferno. Questi saggi hanno ben più di una mera funzione introduttiva, sono da leggersi anche come autonomi studi, molti dei quali introducono elementi di ricerca nuovi, o quantomeno indicazioni di metodo. Il primo saggio introduttivo a firma da Lino Pertile (»L'Inferno tra cultura d'élite e cultura popolare«, pp. 17-36) riafferma un concetto ormai divenuto luogo comune, la »popolarità« del poema dantesco, vale a dire la caratteristica affabulatoria che cattura l'attenzione dei lettori attraverso le epoche. La riaffermazione del principio serve però all'autore per indicare una linea di ricerca che, a suo dire, è stata trascurata in passato, quella dell'omiletica e, più in generale, delle fonti popolari di Dante. Pertile sottolinea come queste ultime siano alla base di numerosi macro-e microstrutture sottese al poema, e come siano anche queste a contribuire all'efficacia moralizzatrice dell'opera. Paolo Pellegrini (»La stesura dell'Inferno: tracce biografiche tra cronaca e storia«, pp. 37-50) compie con il suo saggio allo stesso tempo una breve rassegna storico-critica, e indica d'altro canto una proposta metodologica generale. Dalle prime prove biografiche ragionate, di Bartoli, Barbi, Zingarelli e Parodi, fino agli ultimi sviluppi di Umberto Carpi, Pellegrini si propone di sottolineare alcune falle metodologiche, che tendenzialmente portano a sovrastimare gli scarti ideologici danteschi come prove di mutate condizioni autobiografiche; l'autore mette in guardia da tali eccessi, ricordando che solo le profezie post eventum possono valere da termini storiografici convincenti. Molto affascinante il punto di Zaccarello (»Composizione de trasmissione dell'Inferno: il problema della tradizione frammentaria«, pp. 51-80), che accosta la cantica infernale ai modi di comunicazione e conservazione del sapere nel tardo

Elisabetta Benucci - "Vita e letteratura di Paolina Leopardi" (Recensione)

Non è la prima volta che Elisabetta Benucci si occupa di Paolina Leopardi, una figura femminile dell'Ottocento, legata certo e adombrata dal più noto fratello Giacomo, ma che di recente (diciamo negli ultimi due decenni) è stata riscoperta non solo come donna, e quindi con la sua problematica esistenziale all'interno di una famiglia dominata da una figura paterna autoritaria (Monaldo) e da una figura materna «ultra rigorista, un vero eccesso di perfezione cristiana» (Adelaide Antici), ma anche e soprattutto come letterata, autrice di saggi, copista di opere del fratello Giacomo, traduttrice. In questo percorso esplorativo, una parte fondamentale ha avuto Elisabetta Benucci con i suoi studi decennali dedicati a Paolina.

Recensione a L. Canfora, La metamorfosi

Humanities. Rivista di Storia, Geografia, Antropologia, Sociologia, 2021

A review to Luciano Canfora's 'La metamorfosi', book published by Laterza, Bari-Roma 2021.

Recensione "La donna dello scrittore" [titolo originale: "Transit]

Rivista "minima&moralia", 2018

di Redazione Scrivere di Cinema Premio Alberto Farassino pubblicato domenica, 23 dicembre 2018 · Aggiungi un commento di Marco Castelli Georg scappa, dai fascisti che si allungano sull'Europa e sulla Francia. Scappa da Parigi, verso Marsiglia, destinazione scelta più dal caso che da un disegno razionale, con nello zaino solo delle lettere ed il manoscritto d'uno scrittore che ha deciso di terminare la sua fuga con il suicidio. Nella città focea, punto di raccolta dei rifugiati pronti alla fuga verso le Americhe, dove i consolati lavorano incessantemente per vagliare le domande di visti e transiti, la confusa situazione giuridica dei rifugiati si riflette sulla loro confusione identitaria ed affettiva: vengono tratteggiate delle identità alla deriva, divise tra la difesa della loro umanità e l'adattamento alla situazione circostante. In questo contesto il protagonista si muove con uno sguardo spento e disincantato, simile per certi versi a quello del protagonista de "Il Figlio di Saul" (László Nemes, 2015), nella snervante attesa dell'incerta partenza della sua nave.

[Recensione] Michela Venditti, Il poeta e l’ineffabile. Gavrila Romanovič Deržavin. Le odi spirituali, Napoli, D'Auria, 2010

[Recensione] Michela Venditti, Il poeta e l’ineffabile. Gavrila Romanovič Deržavin. Le odi spirituali, Napoli, D'Auria, 2010, EUROPA ORIENTALIS, № XXXIII (2013), p. 332-335.