Tratti caratteristici dell’agiografia monastica tra VII e IX secolo (original) (raw)
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Imperatrici e monaci: narrazioni agiografiche di incontri a Palazzo (sec. V-VII)
Bizantinistica. Rivista di Studi Bizantini e Slavi (Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo) XXI (2021), 1-23, 2021
« onnipresente e invisibile » definisce Sylvain Destephen l'imperatrice dei secoli Iv e v: « voilée et occultée, protégée et surveillée-prosegue-la femme de l'empereur doit partout et toujours montrer sa pudeur et sa discrétion, au point d'être recluse dans ses appartements et de se rendre inaccessible aux solliciteurs et même à leurs courriers » 1. Questa immagine ci sembra valida in termini generali: certo è che, se Sinesio di Cirene descriveva l'imperatore arcadio (395-408), suo contemporaneo, come una figura « appartata, sacralizzata e arcaica » 2 , molto di più doveva esserlo l'augusta per la modestia e il riserbo che i costumi dell'epoca imponevano alle donne, specialmente se appartenenti alla famiglia imperiale 3. Infatti, per sottolineare l'eccezionalità delle uscite SILVIA ACERBI Imperatrici e monaci narrazioni agiografiche di incontri a palazzo (secoli IV-VII) * Il presente contributo si inserisce nell'ambito del Progetto Ministeriale spagnolo PGC2018-099798-B-I00 intitolato Heterotopias de la autoridad y de la sacralidad en el Mediterráneo cristiano tardoantiguo (siglos IV-VI). 1 S. DeStePhen, En représentation et par délégation: la souveraine chrétienne sur les routes
Nel corso degli ultimi anni Anagni ha visto il progredire di una serie di studi incentrati sulla storia della cittadina in età alto medievale che hanno permesso di osservare in una dimensione più ampia il processo di formazione della civitas medievale 1 . Gli studi su Anagni per il pieno Medioevo non hanno però mai posto in essere seriamente il quesito di come tale condizione storica, sintetizzata nell'appellativo di 'città dei papi', possa essersi maturata 2 ; che, all'avviso di chi scrive, va ricercata proprio nelle dinamiche che hanno interessato il centro ernico nel corso dell'età altomedievale tra il IX e gli inizi del XII secolo. È questo in effetti un momento storico in sé omogeneo che costituisce il vero punto di separazione con l'età antica, e soprattutto con l'età tardo antica, verso la quale si configura come una cesura piuttosto marcata. Appare quindi fuorviante osservare l'evoluzione di Anagni senza tenere conto della continuità storica insita nelle dinamiche che hanno interessato il centro ernico nel corso dell'Alto Medioevo.
Temi e modelli dell'agiografia monastica tardoantica nella Vita anonima di san Francesco di Paola nel primo tomo del mese di aprile degli Acta Sanctorum, Daniel Papebroch pubblicava nel 1675 il corposo dossier agiografico relativo al santo di Paola 1 . ne faceva parte, tra l'altro, la Vita anonima: Libellus De vita & miraculis S. Francisci, scriptus ab uno ex discipulis, quadriennio ante Sancti obitum, ex MS. Gallico Conventus Bruxellensis 2 , parole in cui era condensato quanto il Bollandista aveva più diffusamente discusso ed argomentato nel Commentarius praevius (pp. 103-106). Il testo era stato tradotto in latino dallo stesso Papebroch da un originale, manoscritto, in lingua francese inviatogli nel 1668 dal p. Philippe de mesemacre, Provinciale dei minimi della Provincia Belgio-Fiandre. riguardo all'autore, il Bollandista ipotizzò che si trattasse di un minimo francese, discepolo e contemporaneo del Santo, venuto dall'Italia, ma non al suo seguito; suppose inoltre che la lingua della reda-611 1 PAPeBroCH 1675, pp. 103-234. 2 PAPeBroCH 1675, pp. 106-119 (d'ora in poi Libellus). Alla Vita anonima sono da affiancare, per antichità, due biografie oggi perdute (o considerate tali), entrambe elaborate da discepoli di Francesco: quella del calabrese Lorenzo delle Chiavi e quella di Giovanni da milazzo. Ci è pervenuta, invece, ma resta ancora inedita, la Vita di S. Francesco di Paola e miracoli di lui, completata nel convento di Corigliano Calabro nel 1560, il cui ms. è oggi conservato nella Biblioteca de la Universidad di Barcellona: BenVenUTo 1999, p. 522, e 2007 zione originaria fosse il francese e che il testo fosse stato completato dopo la morte del suo redattore (intorno al 1502), con l'aggiunta di un «epilogus» (pp. 118-119) e di un'«Appendix» (pp. 119-120), quest'ultima posteriore alla canonizzazione di san Francesco (1519) 3 .
Topografia del monachesimo bizantino nella media ed alta val d'Agri tra X ed XI secolo
La ricerca rientra nell'attuazione dell’intesa intercomunale fra i centri di Armento, MIssanello, Gallicchio e S. Martino d'Agri (Potenza), denominata "Radici Storiche e presenza religiosa nel Medio Agri". La pubblicazione dell’edizione del manoscritto di Nicola Villone di Armento (1809-1878) ha offerto il motivo per approfondire proprio la presenza religiosa nel Medio Agri, concretizzatasi nel X secolo con l’affermarsi del monachesimo bizantino, con l’evoluzione di semplici villaggi della valle in abitati a carattere urbano, ad iniziare da Armento, e con una rinnovata attenzione per il territorio, occupato e messo a frutto intervenendo in situazioni di parziale abbandono ereditate dal secolo passato. La riedizione critica delle vite dei santi monaci Luca di Demenna e Vitale da Castronovo, completata dal riscontro nelle fonti e nelle testimonianze archeologiche, ha permesso di ridefinire la cronologia di queste figure e di inquadrare meglio la storia del territorio, schiudendo inediti scenari sulla fondazione, la vita e il destino delle comunità monastiche bizantine (non Basiliane e neppure Italo-greche, come normalmente ed erroneamente si definiscono) in Lucania con la piena affermazione dei Normanni.
Fonti agiografiche (secc. XIII-XIV)
Fonti Storiche Medievali e in particolare quelle prodotte tra XIII e XIV secolo. Il XIII secolo è, infatti, un secolo ricco di avvenimenti importanti per la storia europea: le monarchie nazionali si affermano, i Comuni italiani sono al loro apogeo, il commercio internazionale cresce, nascono le prime banche, ecc. Nel campo della produzione e della produzione della memoria scritta, inoltre, vi è il fenomeno della cosiddetta "esplosione documentaria", così ben delineata da Paolo Cammarosano in Italia Medievale: struttura e geografia delle fonti scritte (Roma, 1991) e che abbiamo potuto di recente constatare durante la visita all'Archivio di Stato di Siena. Per quanto riguarda, invece, la Chiesa, il XIII secolo vede la progressiva centralizzazione del controllo della santità da parte del papato con Innocenzo III; la nascita degli Ordini Mendicanti e la crescente intromissione del Comune nella gestione della Chiesa locale. Mio compito sarà quello di analizzare come questi aspetti influirono sulla produzione e sull'evoluzione delle fonti agiografiche tra XIII e XIV secolo.
I codici agiografici di Santa Croce fra Duecento e Trecento
Codex Studies 8, 2024
Il fondo antico di Santa Croce è oggetto negli ultimi anni di un rinnovato fiorire di studi (favorito anche dal Centenario dantesco recentemente celebrato), che sta portando rilevanti progressi nella conoscenza dei singoli manoscritti e della storia complessiva della biblioteca, delle sue acquisizioni, delle attività scrittorie anche interne che la animarono 1. Ad alcune categorie di codici si sono già dedicate ricerche specifiche (classici e scritti legati agli albori dell'Umanesimo, testi filosofici e grammaticali); lo scopo di questo contributo è avviare qualche spunto di lavoro su una categoria meno 'illustre' ma non irrilevante per una biblioteca conventuale, quella dei codici di contenuto agiografico. In prospettiva, la domanda cui sarebbe