Alla luce delle scritture. Studi in onore di Giovanni Odasso (ed. M.P. Scanu; Brescia: Paideia 2013) (original) (raw)
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Si è spesso rilevato come la filosofia del V secolo, e la sofistica in partico lare, siano caratterizzate dalla decisa emergenza di una riflessione che assu me come oggetto il lin gu aggio e dalla progressiva autonomia che la sfera lin guistica acquista rispetto alle sfere conti gu e, un tempo unificate dall'eleati smo, del pensiero e dell' essere. 1 Più in ombra è restato un dato altrettanto importante, ovvero che la riflessione lin gu istica si configura essa stessa in quest'età come un aspetto, peraltro fondante, di un'attività culturale note volmente varia e articolata, la quale si applica a una serie di ambiti variamen te intrecciati tra loro e isolabili solo astrattamente e a posteriori. Questa cen tralità funzionale e articolata delle ricerche lin gu istiche emerge con partico lare chiarezza dal testo tradizionalmente considerato come il più rappresen tativo in nostro possesso della critica letteraria di Protagora, e in cui è da vedersi, più propriamente, il punto d'arrivo di una teoria della cultura la quale regge e giustifica i punti di volta dell'intera attività letteraria e filosofi ca svolta dal Sofista. Si tratta del brano del Protagora platonico in cui Protagora, indotto da Socrate ad abbandonare l'uso dei µmcpoì Aoyot e ad abbracciare il metodo dell'interrogazione, onde poter a sua volta dare ragio ne delle proprie tesi con brevi risposte, dichiara la propria concezione della 1tmOEicx: Io credo che la parte più importante dell'educazione consista, per un uomo, nell'abi lità a interpretare le opere di poesia: e ciò significa avere la capacità di comprendere quali espressioni dei poeti sono state composte rettamente e quali no, essere in grado di analizzarle e, interrogato, saperne dare ragione. 2 , e G. CALOGERO, Storia della logica antica, vol. I, L'età arcaica, Bari, Laterza, 1967, pp. 363-380. Per filosofia del linguaggio e studi linguistici tra sofistica e socratica dr. A. BRANCACCI, 'Oikeios logos'. La filosofia del linguaggio di Antistene, Napoli, Bibliopolis, 1990. 2 PLAT. Prot. 338e6-339a3 (= 80 A 25 DK): 11youµm [ ... ] Èyro àv6pì 1tm6eiaç µÉytatov µÉpoç d vm 1tEpÌ È1trov 6ttvòv dvm . ECJ'ttv 6È 'tOU'tO tà. U1tÒ trov 1t01T\'tOOV À ey oµeva. otov t' dvm CJUVlÉVat éi 'tE Òp8roç 1tE1t01Tl'tat lC<lÌ U µ11, lC<lÌ È1ttCJta.CJ8m 61tÀEtV 'tE lC<lÌ ÈprotroµEVOV Àoyov 6ouvm.
Pensare narrando: alle origini della critica letteraria di Calasso autore-editore
Kepos, 2022
The paper aims to investigate Calasso’s critics in light of the theory of fields elaborated by Bourdieu. We will analyse Calasso’s works in relation to other Italian critics' points of view and in consideration of the Italian publishing and cultural fields of the second half of the twentieth century. In the name of the autonomy of the aesthetic, Calasso sees literature as an independent entity, that has to be detached from social, historic, political and academic discourses. We will analyse, at first, Calasso’s critic essays that appeared as paratexts in the volumes published by Adelphi. Then, we will focus on his first systematic work, La Rovina di Kash, in order to define what are the principles behind his literary, critic and editorial project. Finally, the study will consider the mechanism of reception of Calasso’s work, showing how he moves from a peripheral position to the centre of the Italian cultural field