Fenomenologia teorica e sperimentale e Scienza della Visione (original) (raw)

Fenomenologia e Cognitive Vision

Vernon (2006) suggerisce di individuare un consenso in Cognitive Vision nella ricerca di capacità e attributi non-funzionali per un sistema robusto e adattivo. Questo contributo presenta una teoria informale di capacità percettive e motorie corrispondenti alle proprietà spaziali fenomeniche degli oggetti, vale a dire ai percetti la cui struttura è studiata in fenomenologia della percezione. Infine, se ne illustrano alcune implicazioni rispetto alle teorie cognitiviste e sensomotorie.

Filosofia, fenomenologia e fenomenologia sperimentale

Both in analytic and phenomenological literature, the importance for connection between philosophical reflection and scientific investigation is a recurring issue in the contemporary philosophical debate on perception. Another point from today’s debate is that, if a theory of perception does not take into account how things appear to us, it cannot be considered a good theory of perception. This paper will focus on the theoretical basis of Paolo Bozzi’s «experimental phenomenology» and some of its topics that are now very topical in the light of the current debates in philosophy of perception. Nel dibattito contemporaneo, tanto nella letteratura di taglio analitico che in quella di tipo fenomenologica, le sollecitazioni per un raccordo tra riflessione filosofica e indagine scientifica sono sempre più insistenti. Un altro aspetto che il dibattito contemporaneao pare aver acquisito è che se una teoria della percezione non tiene conto di come le cose ci appaiono difficilmente può essere considerata una buona teoria della percezione. Alla luce dei dibattiti più recenti in filosofia della percezione, in questo saggio vengono esposte le caratteristiche di fondo della fenomenologia sperimentale di Paolo Bozzi e i non pochi punti della sua attualità.

Fenomenalismo e prospettivismo in Gaia Scienza 354

«Questo è il vero fenomenalismo e prospettivismo, come lo intendo io», scrive Nietzsche in FW 354, chiudendo una lunga riflessione sul tema della coscienza e del bisogno di comunicazione dell’uomo. Mantenendo sullo sfondo le questioni più strettamente legate alla dimensione psicologica, vorrei partire da questa dichiarazione per considerare alcuni aspetti della teoria della conoscenza di Nietzsche ed intervenire in una nuova determinazione del suo carattere prospettico. In particolare, vorrei soffermarmi sul tema del gregge umano e della specie come reale soggetto della visione prospettica, per poi discutere il riferimento al fenomenalismo rintracciabile in alcuni appunti dedicati ad una declinazione del Wille zur Macht come conoscenza.

Letture Analitiche della Fenomenologia

Nel suo libro Lettura analitica della fenomenologia l'autore, Giorgio Rizzo, ripercorre alcuni tra i punti più importanti di un complesso dibattito in ambito fenomenologico, incentrato sul confronto tra la fenomenologia husserliana e i suoi lettori analitici (Tugendaht, Smith e McIntyre, Gurwitsch, Dummett, Hintikka, etc). Nel quadro di una contrapposizione di metodo tra scuole di pensiero (analitici e continentali), le letture analitiche della fenomenologia husserliana ripercorse dall'A. possono, infatti, mostrare da un lato alcuni limiti teoretici in cui si inscriverebbe la ricerca husserliana (tra le altre una visione troppo oggettuale del problema del significato), mentre allo stesso tempo pongono in evidenza quali linee di sviluppo un confronto del genere può aprire, per una nuova teoria del significato, che sappia attentamente combinare le ragioni intenzionali della fenomenologia husserliana con quelle intensionali della filosofia analitica. L'A. attraversa questa complessa linea di confronto con cura filologica per le ragioni husserliane, e con attenzione teoretica nel confronto che egli affronta con la filosofia analitica. I risultati molti interessanti dei suoi studi sono raggiunti attraverso un'analisi di punti e posizioni della fenomenologia husserliana e di alcuni esponenti della filosofia analitica, in un continuo rimando che fa costantemente i conti con idee in alcuni casi lontane tra loro nello studio del problema della costituzione del significato.

La Visione: Ipotesi e Recenti Scoperte

Permalink: http://www.neuroscienze.net/?p=1143 Premessa Ciò che la mente conosce proviene dal cervello, non esistendo un approccio diretto col mondo esterno. La visione è il processo che parte dalle immagini retiniche bidimensionali, coinvolge il nervo ottico ed il collicolo superiore, raggiungendo la corteccia cerebrale. Ci fa scoprire quali cose siano presenti nel mondo esterno e dove si trovino. Identificare l'oggetto che stiamo osservando e collocarlo in uno specifico contesto spaziale sono funzioni distinte, espletate in due vie anatomiche, indipendenti l'una dall'altra. Il sistema parvocellulare -interblob convoglia le informazioni relative alle forme e il parvocellulare-blob quelle relative ai colori. Le due vie terminano nella corteccia inferotemporale, l'area preposta al riconoscimento delle forme. Invece, la localizzazione degli oggetti nello spazio è propria del sistema magnocellulare che termina nella corteccia parietale posteriore, area specifica per quest'attività. L'analisi visiva comporta l'attivazione di diverse vie che sono in parallelo. In passato, si riteneva che fossero in successione come stazioni in serie e che l'integrazione delle informazioni avvenisse in modo progressivo: man mano che erano elaborate, passavano da una stazione alla successiva. Nel sistema di vie in parallelo ognuna con una propria funzione, l'integrazione è interattiva: ogni elemento visivo è trattato da più di una via. In tale processo, sono importanti anche le afferenze alle aree visive provenienti dai centri cerebrali, in grado d'influenzare il grado di attenzione come la corteccia prefrontale, il claustro ed il pulvinar. Questi sistemi permetterebbero ai meccanismi dell'attenzione il collegamento tra le diverse elaborazioni visive. La via magnocellulare connessa all'analisi del movimento e delle relazioni spaziali tra diversi oggetti è essenziale anche per il controllo del movimento. Spostarsi nel mondo esterno richiede una complessa analisi degli stimoli visivi, accompagnata dal riconoscimento delle diverse figure di sfondo e dalla valutazione delle distanze.

Il "Virtuale" della Fenomenologia nella Fisica: "Temporalità" e "Cinestesi" alla prova della Teoria della Relatività. Dai manoscritti di Einstein e Husserl.

S&F_n. 18_2017, 2017

The search for objective knowledge purports to aim at a reality independent of our experience of it, but we find ourselves dependent upon our sense experience as the only possible access to this purportedly independent reality that is the object of science. Husserl’s phenomenological point of view reveals how this aim is understandable, and, as the major developments in twentieth-century physics have shown (Einstein’s Relativity Theory), how science must take account of the way that virtual forms of our thinking play a key role in capturing the phenomena scientists describe and explain. What this paper claims to prove is the epistemological evidence of an unavoidable relationship between the virtual and real that are described through the formal sciences and the concrete objects that they purport to capture. In one of his manuscript entitled: “Overthrow of the Copernican theory” Husserl emphasized the role of virtuality of natural laws such as it arises from Michelson’s experiment, dwelling on natural scientific naiveté. In fact, even though we eventually come to understand the earth as a thing moving among things, the unmoving earth remains the virtual condition that makes any movement intelligible. Thus, we might consider the actual world, each of its pieces and all determinations in them, as «intentional-real» objects of «virtual-conscious» acts.

Masi Fenomenologia dal punto di vista empirico

Fenomenologia dal punto di vista empirico, 2023

Chiunque abbia aperto un libro di Husserl sarà stato entusiasta o sorpreso per il frequente ricorso a esempi da cui partire o con cui illustrare lunghe catene di argomenti. Questo è però il sintomo di una visione più ampia, meritevole di approfondimento, dei rapporti tra realtà e astrazione, esperienza e concetti, linguaggio e logica. In gioco è un’intera visione del mondo fatta di innumerevoli dettagli; delinearla è l’obiettivo di questo volume. La fenomenologia dal punto di vista empirico è, alla lettera, una prospettiva in cui praticare la fenomenologia. E se è vero che l’empirismo fenomenologico corre il duplice pericolo del riduzionismo e del deduttivismo, la fenomenologia dal punto di vista empirico prova a fugarli entrambi con una teoria della coscienza colta nella sua vita quotidiana, un’analisi dell’apparenza condotta con serio buon umore e un amore modesto per la verità.

Fenomenologia eidetica e fondazione della conoscenza

Negli anni 1900-1901, Edmund Husserl diede alla stampa le Ricerche logiche (Logische Untersuchungen). Questa pubblicazione segnò l'inizio di una piccola rivoluzione nella filosofia: il movimento fenomenologico. Uno sguardo retrospettivo sulla storia della fenomenologia non lascia dubbi sul grande influssosia diretto sia indiretto -che questa corrente di pensiero ha esercitato sull'andamento generale della riflessione filosofica nel ventesimo secolo. Inoltre, tramite movimenti come quello esistenzialistico -tanto quello ateo o nichilista, quanto l'esistenzialismo di matrice cristiana -, ha influito grandemente nella cultura e nei cambiamenti sociali del secolo che abbiamo appena concluso.