Il credito (original) (raw)

2013, in (a cura di P. Malanima e N. Ostuni) "Il Mezzogiorno prima dell'Unità. Fonti, dati, storiografia"

Negli Stati settentrionali le maggiori novità vennero dal settore privato e spesso furono di origine straniera: novità, tutt'altro che irrilevanti, soprattutto se si esaminano alcune iniziative destinate ad essere rinnovate ed ampliate significativamente all'indomani dell'Unità. Ma, almeno fino all'Unità, quelle poche iniziative ebbero breve esistenza o furono sostenute dal governo come le banche di sconto a Firenze, Genova, Livorno, o rimasero solo allo stato progettuale come accadde a Milano e a Roma. Sicuramente molta più fortuna ebbero le casse di risparmio che si diffusero negli Stati settentrionali a partire dagli anni Trenta. Anche il sistema bancario meridionale non rimase estraneo ad una serie di tentativi di rinnovamento creditizio come casse di sconto private, casse di risparmio e banche di emissione, che invece si diffusero solo dopo l'Unità2. La forte presenza di un banco a carattere pubblico come il Banco delle Due Sicilie è sempre stata vista come limitativa di iniziative a carattere privato che non riuscirono a decollare. Tuttavia, l'azione del Banco, pur se controllata dal governo, con il suo sistema di circolazione delle fedi di credito e delle polizze, unico nel suo genere, e con le operazioni di sconto svolte dall'annessa Cassa di Sconto, sembrava rispondere alle esigenze di sviluppo di quell'economia, anche se, evidentemente, non era riuscita a generare stimoli. Si può, dunque, continuare a parlare e a scrivere di un sistema bancario arretrato per il Mezzogiorno al momento dell'Unità? Carlo De Cesare - fortemente critico nei confronti della piemontesizzazione, ovvero della sudditanza al Piemonte, delle province italiane - alla vigilia dell'applicazione del corso forzoso nel 1866 presenta un'analisi imparziale delle condizioni del credito in Italia. Sottolinea che "le vere condizioni del credito in Italia" non potevano reputarsi "né liete, né soddisfacenti rispetto al loro concorso nella produzione nazionale, e soprattutto per alcuni rami di produzione che po[teva]no dirsi principali". Nel lavoro in questione si tratterà dell'organizzazione del credito nel Mezzogiorno preunitario, con la prospettiva di dimostrare che al momento dell'Unità tale organizzazione non si discostava molto dalla visione complessiva che De Cesare aveva per l'Italia sei anni dopo l'unificazione. Si analizzeranno tre diverse tipologie di istituzioni che offrivano servizi creditizi: quella sostenuta dal governo e con una lunga tradizione alle spalle (banco pubblico); quelle a carattere privato (società di assicurazione) che affiancarono alle loro attività principali anche quelle creditizie; quelle che in qualche modo cercarono di combattere la piaga dell'usura in provincia (casse di risparmio, monti di pietà e frumentari).