Il mondo dei salariati urbani, in La mobilità sociale nel Medioevo, a cura di S. Carocci, Atti del Convegno, Roma, École Française de Rome, 2010, pp. 289-306 [ora, con altro titolo, in Franceschi, «…E seremo tutti ricchi», cap. VI] (original) (raw)
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viella libreria editrice via delle Alpi, 32 I-00198 ROMA tel. 06 84 17 758 fax 06 85 35 39 60 www.viella.it Volume pubblicato con il contributo del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (PRIN 2012: La mobilità sociale nel medioevo italiano) e con il contributo dell'Università degli Studi di Cagliari, Dipartimento di Storia, Beni culturali e Territorio (Fondi PRID 2015)
Rivolte urbane e rivolte contadine nell'Europa del Trecento : un confronto : atti del convegno internazionale di studi (Firenze, 30 marzo -1 aprile 2006) / a cura di Monique Bourin, Giovanni Cherubini, Giuliano Pinto. -Firenze University Press, 2008. (Biblioteca di storia ; 6) http://digital.casalini.it/9788884538833 ISBN 978-88-8453-883-3 (online) ISBN 978-88-8453-882-6 (print) 940.1072 (ed. 20) Medioevo -Storiogra a In copertina: Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze, ms. Tempi 3, c. 79r Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali È vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo. Impaginazione: A&D Progetto gra co di Alberto Pizarro Fernández Printed in Italy FRANCO FRANCESCHI I 'CIOMPI' A FIRENZE, SIENA E PERUGIA
Sandro Carocci, Mobilità sociale e medioevo, in Storica. 43-44-45 • anno XV, 2009
Social Mobility and Middle Ages Notwithstanding its relevance, social mobility has not been at the forefront of the agenda for historians of the Middle Ages. The first part of this paper deals with the reasons for this lack of interest, highlighting the role of historical models like the French «feudal revolution», neo-malthusian interpretations, the English commercialization model, and the great narrative of Italian medieval merchants. The second part assesses the extent to which this lack of interest has been challenged by conceptions of social space and social mobility developed in the last decades by sociologists and anthropologists. It is really important to indicate the gaps in our understanding and to clarify research questions, technical problems and methods. The paper examines the constitutive elements of social identities, the plurality of social ladders, and the channels of social mobility. It touches upon the performa- tive role of learned representations, and the constraints moved to human agency by family practices and gender. It underlines the importance of studying mobility within social groups, and argues that we must distinguish between two different types of medieval social mobility: au- togenous social mobility, and endogenous or conflictual social mobility.
Sempre di più le nostre società sperimentano un blocco, persino drammatico, dei canali e delle speranze di mobilità. Tanto più allo storico il problema dei successi e dei fallimenti nelle ascese sociali appare un mezzo importante per capire la tonalità di un’epoca, la temperatura della sua vita sociale. La « congiuntura del 1300 » (l’argomento della inchiesta collettiva in cui questo incontro si inserisce) è stata anche una congiuntura di irrigidimento sociale? E poi, più in generale, cosa sappiamo della mobilità sociale nel medioevo? Il volume mostra quanto sia complesso rispondere a questi interrogativi. Il problema della mobilità sociale è restato quasi sempre ai margini della ricerca sul medioevo. I contributi rappresentano un primo, importante momento di riflessione sui caratteri e il ritmo del ricambio sociale nel XIII-XIV secolo, e più in generale in età medievale. Elaborano e applicano, talora per la prima volta, metodi d’indagine e tecniche di ricerca per colmare il grave ritardo degli studi. Constatano come le nuove concezioni dello spazio e del movimento sociale sviluppate nell’ultimo trentennio da antropologi e sociologi obblighino a moltiplicare i campi di analisi e rendano complesso collegare la mobilità sociale alla congiuntura economica.
Via Salaria e viabilità minore tra età romana e primo medioevo nel settore ascolano, 2007
Evoluzione della viabilità romana legata alla via Salaria e ai suoi diverticoli nella valle del Tronto nel corso dell'età medievale
Notariato e mobilità sociale nell'Italia cittadina del XIV secolo * Oggi fare storia dei notai è prerogativa dei diplomatisti, ossia degli specialisti di diplomatica, la scienza del documento. È prerogativa in particolare dei diplomatisti italiani, in quanto il notariato moderno è invenzione del tardo Medioevo italiano, ossia dell'Italia dei Comuni cittadini. (…) E dato che il notaio è l'autore di pressoché tutta la documentazione medievale italiana, ecco il perché dell'essere, oggi, la storia dei notai settore privilegiato del lavoro dei diplomatisti. 1 * Desidero ringraziare Attilio Bartoli Langeli per aver letto criticamente il testo, Nadia Covini, Isabella Lazzarini, Lorenzo Tanzini e Sergio Tognetti per gli spunti fornitimi durante il seminario che ha ospitato in forma orale il presente contributo e Beatrice Del Bo e Paolo Grillo per aver discusso con me alcune delle tematiche trattate. 1. A. Bartoli Langeli, Il notaio, intellettuale organico della città comunale, in Intellettuali: preistoria, storia e destino di una categoria, a cura di A. D'Orsi, F. Chiarotto, Aragno, Torino 2010, pp. 21-30: 21.
La capacità della Chiesa e delle sue risorse materiali e immateriali di cambiare le condizioni sociali colpiva gli uomini del medioevo, e viene sostenuta da molti storici. Il volume analizza dunque la natura e l'effettiva consistenza di quello che è considerato un classico canale di mobilità sociale a disposizione della società medievale. In che modo una carica ecclesiastica influiva sulla posizione di un singolo e di una famiglia nelle gerarchie sociali? Come permetteva di modificare tale posizione? Quali strumenti l'ecclesiastico metteva a disposizione del suo ambiente e della sua famiglia? Come mutavano a seconda delle cariche, delle epoche e degli ambienti? Come il mondo ecclesiastico (con i suoi beni materiali, le sue relazioni, le sue valenze ideologiche) rappresentava una risorsa per quanti volevano affermarsi nella società laica? Contributi di Giulia Barone, Cristina Carbonetti, Sandro Carocci, Tommaso di Carpegna, Federica Cengarle, Paolo Grillo, Armand Jamme, Stefano G. Magni, Michele Pellegrini, Daniela Rando, Anna Maria Rapetti, Mauro Ronzani, Andrea Tilatti, Giacomo Todeschini, Kristjan Toomaspoeg, Gian Maria Varanini