La letteratura di pellegrinaggio in Terrasanta nel Medioevo (original) (raw)

Sul pellegrinaggio medievale europeo in Terrasanta

2016

Esattamente trentacinque anni orsono, nel 1981, Jean Richard firmava per la collana Typologie des sources médiévales un volumetto sui resoconti di pellegrinaggio; i quali erano però curiosamente associati, nella scelta editoriale, ai più generici racconti di viaggio. I reportages dei pellegrini, insomma, se da un lato erano visti come parte di un più ampio insieme, quello delle narrazioni odeporiche in generale, dall'altro si vedevano riconoscere allora una considerazione storiografica autonoma (1). Con il passare degli anni, così, come sintetizza il portale della casa editrice Ashgate, che ha scelto di dedicare all'argomento, a partire dal 2014, la serie Ashgate Studies in Pilgrimage: Once relatively neglected, pilgrimage has become an increasingly prominent topic of study over the last few decades. Its study is inevitably interdisciplinary, and extends across a growing range of scholarly fields, including religion, anthropology, geography, history, literary studies, art history, archaeology, sociology, heritage and tourism studies. This process shows no sign of abating-indeed, it looks set to continue to expand (2).

La secolarizzazione del viaggio in Terrasanta

La città, il viaggio, il turismo. Percezione, produzione e trasformazione, 2017

Radicata nella tradizione ellenistica (Hodoiporicòn), la letteratura di viaggio medievale, a partire dai racconti, risalenti al IV secolo, di Eteria e del Pellegrino di Bordeaux, è largamente connessa alla pratica del pellegrinaggio e in particolar modo, malgrado la presenza di altre importanti destinazioni (Roma, Santiago), alla peregrinatio ad Terram Sanctam.

«Peregrini et in pugna»: l'Autunno della Crociata attraverso i diari di pellegrinaggio in Terrasanta di cavalieri italiani nel Tardo Medioevo

«Eurostudium», 60 / 1 (2023), pp. 36-65, 2023

Il legame che intercorre tra il pellegrinaggio e la guerra santa è un legame antico. Il matrimonio che l'aveva sancito era stato benedetto da Urbano II già al tempo della prima spedizione, e celebrato nel segno di una Gerusalemme liberata; suoi testimoni erano stati i grandi protagonisti di quell'impresa: i milites, signori e cavalieri, che per i secoli a venire ne avrebbero reso il ricordo una parte fondante della propria identità. Alla fine del Medioevo, la crociata era ormai molto mutata rispetto alle origini - Gerusalemme perduta e lontana, il Turco e il Saraceno sempre più vicini - ma quella memoria, e quel legame, rimanevano in loro. L'obiettivo di questo studio è illuminarne alcuni aspetti, facendo uso di una fonte privilegiata: i diari di pellegrinaggio. Si sono sottoposti sette diari di viaggio di pellegrini e cavalieri italiani del Tardo Medioevo a stretta analisi, cercando di leggere in essi la percezione che una classe sociale aveva della crociata nel suo periodo "autunnale": il rapporto col tempo presente, tra crociate ancora in corso, l'avanzata vittoriosa dell'islam e l'oppressione subita personalmente in Terrasanta; il ricordo del passato, coi suoi richiami a una gloria antica e perduta, il suo sfumare nell'immaginazione e nella leggenda; le speranze per il futuro, tra piani di rivalsa, profezie, sogni di conversione e di riconquista.

I porti del pellegrinaggio in Terrasanta

The information that the pilgrims’ accounts give about the routes of pilgrimage to Holy Land are divesified but accurate. two major options emerge: first, the sea route from the Strait of Messina towards the islands of the Eastern Mediterranean; second, the voyage in the open sea from Southern Italy to Egypt.Alexandria and Constantinople can be defined the hubs of the Mediterranen transport system. Important eastern seaports are also Jaffa, Tyre, Cesarea, Ascalon, Sidon, etc.