Indagini archeologiche nella Tenuta Torre Serpentana al V miglio della Salaria, in: FOLD&R FastiOnLine documents & research (65), 2006, pp. 1-19 (original) (raw)
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2013
Col presente lavoro si è inteso riferire sui principali risultati della campagna di scavo dell’estate 2005 effettuata dall’Università di Macerata per la riscoperta delle terme di Tifernum Mataurense, municipio montano dell’alta valle del Metauro nell’Umbria adriatica, oggi Sant’Angelo in Vado (PU). Il complesso, estendentesi in loc. Colombaro, è già stato scoperto nel 1957-1959 dall’allora Soprintendenza e successivamente interrato per ragioni di tutela. Le attività di riscoperta, intraprese a cominciare dal 2003 in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica delle Marche, il Comune di Sant’Angelo in Vado e la Provincia di Pesaro-Urbino, sono proseguite con annuali campagne di scavo fino ai giorni nostri e rientrano in un ampio progetto di studi, ricerche e valorizzazione nell’area archeologica tifernate che si protrae da ormai un quindicennio. L’obiettivo dell’intervento è stato quello di svuotare il pozzo ricavato nell’area e di riprendere i lavori di approfondimento dei sondaggi ‘A’, ‘B’ e ‘C’ lungo l’asse mediano dell’attiguo cardine viario, aperti negli anni 2003 e 2005. Il parziale scavo del pozzo ha consentito di verificarne l’avvenuto svuotamento durante i vecchi scavi. L’approfondimento dei saggi ‘A’, ‘B’ e ‘C’, invece, ha permesso di ricavare interessanti dati riguardo le diverse fasi di costruzione e vita del cardo e delle terme.
Scavi e reperti dalla città e dal territorio Un'iscrizione in lingua etrusca e una fossa rituale con i resti di un grande banchetto, un forte tardo-repubblicano e un vivaio per l'allevamento di pesci e molluschi La in Megale è concessa "su autorizzazione dell'Istituto Centrale per il Catalogo per la Documentazione-MiBACT e della British School at Rome". È vietata ogni ulteriore riproduzione e/o duplicazione con qualsiasi mezzo (Fondo MAPRW [RAF], Foglio 119, strisciata 2151, fotogramma 5001, del 14-5-1944).
Le ricerche eseguite nel sito dell'antica città daunia di Salapia, durante le campagne di scavo del 1967-1968 e del 1978-1979, hanno portato alla luce parte dell'antico abitato e la necropoli, sfortunatamente sconvolta dagli scavi clandestini. In essa sono state ritrovate complessivamente 244 sepolture, comprese in un ampio arco cronologico che va dall'età del Bronzo finale al III-II secolo a.C. Tali indagini, dopo un lungo periodo di studi e di classificazione dei materiali durato circa 40 anni, sono state finalmente pubblicate in un'ampia trattazionei 1 .
2005
222 3.2. Ceramica comune. MASSIMO RINALDI 240 3.3. Ceramica a decorazione geometrica. LARA COSSALTÉR 250 3.4. Ceramica di produzione coloniale. LUCIA COLANGELO 251 3.5. Ceramica a bande. LUCIA COLANGELO 261 3.6. Ceramica a vernice nera. ANTONIO BRUSCELLA, TERESA VIRTUOSO 299 3.7. Ceramica a vernice rossa o bruna. LUCIA COLANGELO 311 3.8. Ceramica a figure rosse. LUCIA COLANGELO Indice 8 INTRODUZIONE 316 3.9. Ceramica sovraddipinta. LUCIA COLANGELO 325 3.10. Ceramica a pasta grigia. SALVATORE DE VINCENZO 333 3.11. Ceramica sigillata. MARCO GIGLIO 334 3.12. Ceramica a pareti sottili. MARCO GIGLIO 334 3.13. Unguentari. MARCO GIGLIO 342 3.14. Ceramica miniaturistica. ANNARITA DI NOIA 348 4. Lucerne. SALVATORE DE VINCENZO 357 5. Thymiateria. MARCO DI LIETO 388 6. Pesi da telaio e fuseruole. ANNALISA LO MONACO 396 7. Oggetti di ornamento personale e varia. ANNARITA DI NOIA 401 8. Reperti metallici. ANTONIO BRUSCELLA, VINCENZO CAPOZZOLI 409 9. Monete. MONICA SATRIANO IV. DALL'INDAGINE ARCHEOLOGICA ALLA RICOSTRUZIONE DEL RITO 415 1. La morfologia del sacro Linee introduttive allo studio del fenomeno cultuale a Torre di Satriano. MASSIMO OSANNA 417 2. Iconografia e culto Dalle immagini votive alla ricostruzione della personalità divina. ILARIA BATTILORO 3. Il rito nello spazio sacro 427 3.1. Organizzazione dello spazio sacro 434 3.2. Il rito: sacrificio, libagione e pasto rituale. MASSIMO OSANNA 4. Dalla sorgente al santuario 443 4.1. Il ruolo dell'acqua nelle dinamiche del sacro. TONIA GIAMMATTEO 447 4.2. L'acqua nel santuario di Torre di Satriano. MASSIMO OSANNA 5. L'età delle trasformazioni 450 5.1. Il culto tra tarda repubblica e principato. MASSIMO OSANNA 452 5.2. Un culto dei Lari a Torre di Satriano? SALVATORE DE VINCENZO Appendici 461 I. LA DOCUMENTAZIONE EPIGRAFICA. CHIARA PILO II. LE INDAGINI GEOMORFOLOGICHE 462 2.1. Prospezioni magnetiche superficiali applicate all'area archeologica del santuario di Torre di Satriano. DOMENICO CHIANESE, VITA LOCATORE, MARCO MUCCIARELLI 466 2.2. Analisi archeoambientale del santuario di Torre di Satriano. S. IVO GIANO, FRANCESCO SDAO, CINZIA ZOTTA III. I METODI DELL'INDAGINE 473 Documentazione archeologica ed applicazioni tecnologiche. MARCO DI LIETO IV. LE ANALISI ARCHEOMETRICHE 477 Le indagini archeometriche delle ceramiche di Torre di Satriano: analisi mineralogiche e petrografiche. TONIA GIAMMATTEO, PAOLA DI LEO, PAOLO BENEDUCE 491 V. LE ANALISI ARCHEOZOOLOGICHE. CLAUDIO SORRENTINO 9 INTRODUZIONE Contributi ILARIA BATTILORO I. B.
Sotto la direzione scientifica dello scrivente vede il coordinamento degli scavi e delle indagini sul territorio affidato a Carlo Citter. Collaborano al progetto: Roberto Farinelli per le indagini d'archivio, Giovanna Bianchi per lo studio degli elevati, Enrica Boldrini, Francesca Grassi e Arianna Luna per lo studio dei reperti, Floriano Cavanna, Silvia Damiani, Mariachiara Goracci e Luca Serafini per la documentazione di scavo della ricognizione sul territorio. Il sito è stato oggetto di restauri conservativi a cura della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici per le province di Siena e Grosseto (resp. Arch. Nicoletta Maioli). La presenza di tecnici per la ricognizione sul territorio e la documentazione di scavo è stata resa possibile dall'attivazione di un capitolo LSU su richiesta dell'Amm.ne Com.le di Castell' Azzara. Nell'ambito del progetto, e su richiesta della stessa, è stato organizzato il corso di formazione professionale della provincia di Grosseto per operatore di scavo archeologico.
2010
Il lavoro vuole fornire una preliminare relazione sulla VII campagna di scavo effettuata nell’estate del 2006 dall’Università degli Studi di Macerata a Tifernum Mataurense, antico municipio romano nell’alta valle del Metauro nella VI regio augustea. Le attività, finalizzate alla riscoperta delle antiche terme romane in loc. Colombaro, già scavate tra il 1957 e il 1959 dalla Soprintendenza Archeologica delle Marche di Ancona e poi ricoperte per ragioni conservative, ha previsto un duplice intervento. Il primo è consistito in un’indagine stratigrafica sul ‘Testimone A’, risparmiato dagli scavi del ’57, che ha permesso di documentare una situazione antica già fortemente compromessa in età medievale. Il secondo ha riguardato l’estensione verso Est del fronte di scavo con la rimozione di un consistente strato di riporto; l’operazione ha fatto emergere strutture di ambienti termali parzialmente obliterati dalla costruzione di un laboratorio moderno, ampi tratti della sottopavimentazione dell’ipocausto con parte delle suspensurae tuttora in situ, resti di pavimentazione in cocciopesto con un piccolo lembo di mosaico bicromo, ancora conservato. I lavori hanno previsto anche il proseguimento degli scavi nei piccoli Saggi ‘A’ e ‘B’, avviati nel 2003 e ripresi nel 2005 lungo l’asse mediano del cardo maximus per lo studio della preparazione stradale e dell'eventuale fase precedente. Nel “Saggio A” e sotto la massicciata stradale è stato rinvenuto uno strato antico formato da ghiaia grossolana e ciottoli fluviali, disposti in modo casuale e caotico, ben addensati e incastrati tra loro da una compatta sabbia. La presenza di turbative nell’assortimento deposizionale delle ghiaie prova che il materiale è stato soggetto a notevole energia idraulica e suggerisce una genesi naturale dello strato, forse da identificare nel fondo di un canale. Nel “saggio B” le attività hanno raggiunto uno strato composto da una matrice di terra limosa e sabbiosa, molto compatta, con una componente di grossolana ghiaia fluviale, a disposizione caotica con uno scenario d’insieme che indirizza l’interpretazione verso uno strato antropico, forse un piano preparatorio per un’opera idrica, quale un canale di irrigazione o di derivazione, come nell’adiacente “Saggio A”.