INNOVARE IL WELFARE. PERCORSI DI TRASFORMAZIONE IN ITALIA E IN EUROPA (original) (raw)
Related papers
IL WELFARE TERRITORIALE TRA CONTRAZIONE DELLE RISORSE E IMPERATIVO DI INNOVAZIONE
Economia e Società Regionale, 2019
Il contributo, a partire da due programmi attuati dalla Regione Veneto -Alleanze Territoriali per la Famiglia e Piani di intervento in materia di Politiche Giovanili - si interroga sull'evoluzione possibile delle politiche di welfare territoriale che hanno caratterizzato gli anni recenti, in un contesto stretto nella morsa da un lato di una intensa pressione all'innovazione e dall'altro di una crescente riduzione della spesa pubblica. Al di là degli obiettivi istituzionali, le due esperienze esaminate rappresentano espressioni di "innovazione sociale". Le risorse attivate e la rete di attori coinvolti consentono di leggere le dinamiche innescate come processi che costruiscono artificialmente legami di prossimità e di mutuo riconoscimento, in cui si possono riconoscere e analizzare forme diversificate di peer-to-peer production. Parole chiave: innovazione sociale, secondo welfare, network governance, economia della condivisione, offerta ed effetti dei programmi di welfare
RECENTI INDICAZIONI DALL’EUROPA PER UNA MODERNIZZAZIONE DEI SISTEMI DI WELFARE NAZIONALI
The article analyses the recent measures adopted by the European Commission in the field of social policies, in order to identify the elements of greater innovation proposed at the European level. Among them, the concept of social investment, the qualification of social services of general interest as “enabling services”, the relevance and the configuration of social interventions and active labour market policies. In particular, the article focuses on those aspects of the measures which have the greatest impact on the involvement of users and the effective development of policies aimed at enhancing the individual and social investment .
PERFORMATIVITÀ DEL WELFARE? UN’ANALISI DELLE PRATICHE E DEI DISCORSI DEI COWORKING PLUS (CO+)
Negli ultimi anni in Italia si sta affermando un nuovo fenomeno: i Coworking Plus (Co+). I Co+ sono una particolare fattispecie di coworking il cui core-business è contenuto nel "Plus" variabile (servizi di incubazione, agricoltura, servizi alla famiglia, produzione culturale etc) e nei quali l'affitto di spazi di lavoro è strumentale a generare una rete di relazioni peer2peer a supporto di un core-business che spesso interviene in settori a basso rendimento marginale. Insieme a questo fenomeno sta crescendo e si sta consolidando una narrazione che caratterizza l'affermazione dei Co+ come modello di imprenditorialità sociale (Venturi e Zandonai, 2014). Adottando una prospettiva teorica della performatività come proposto da Judith Butler (1993) a partire dalla ricerca sugli enunciati performativi di John Langshaw Austin, ci interroghiamo sugli effetti di questo crescente discorso sui Co+ come creatori di socialità e nuovo welfare: quale forma di welfare si sta performando? La ricerca viene condotta mediante un approccio etnografico e “netnografico”. Da un lato, verranno analizzati i processi e le performances di quattro Co+ italiani attivi sul fronte dell'innovazione sociale: Avanzi, Fab, Piano C e Rural Hub. Dall’altro verrà analizzato il discorso prodotto e riverberato sui social intorno a questi quattro casi. Le informazioni sono raccolte mediante appunti sul campo annotati nel corso di incontri con i loro protagonisti, la registrazione di video-interviste realizzate ai fondatori e promotori delle esperienze analizzate e attraverso l'analisi della produzione social (Facebook e Twitter) dei quattro Co+ durante un arco temporale di due mesi scelti a campione. Nell'analisi delle informazioni raccolte viene privilegiato il livello di analisi del 'discorso sul prodotto generato e sui suoi impatti' in termini di protezione sociale, verificandone la coerenza con i tre modelli storici di welfare: residuale, corporativo e universalistico. Nell'ultima parte del paper i risultati ottenuti vengono condivisi e discussi con i soggetti che hanno partecipato allo studio, con lo scopo di verificarne la tenuta e la coerenza operativa e concettuale in relazione alla via italiana all'innovazione sociale che si sta sempre più caratterizzando, in continuità con la tradizione inglese, per l'allargamento del perimetro societario dell'impresa sociale, la finanza d'impatto, il design dei servizi e la collaborazione con la sharing economy.
CRITICA DELLE POLITICHE DI WELFARE IN ITALIA
Una breve premessa metodologica: parlare oggi di welfare e di politiche sociali significa parlare di lavoro. I due aspetti sono imprescindibilmente legati. Come si proverà a mostrare, qualsiasi politica del lavoro (si veda ad esempio il pacchetto Jobs Act con tutti i vari decreti attuativi) è oggi anche politica sociale e viceversa. Eppure, all'interno della sinistra italia-na e del sindacato tradizionale resiste ancora l'idea che welfare e lavoro necessitino di politiche economiche ad hoc, l'una separata dall'altra. 1 Si tratta di un retaggio di matrice fordista, mentre il contesto attuale è se-gnato dalla caduta delle separazioni tra tempo di lavoro produttivo e tempo di non lavoro, tra produzione e riproduzione, tra reddito e sala-rio: se tracce di queste dicotomie esistono esse sono limitate ad alcuni settori, per di più declinanti. Da qui dobbiamo partire, dalla consapevolezza che le trasformazioni del mercato del lavoro negli ultimi due decenni hanno reso sempre più impellente una ridefinizione complessiva e una riarticolazione delle po-litiche di welfare. Non sempre tale argomento ha suscitato adeguato interesse da parte del pensiero economico di sinistra, 2 che spesso si è limitato ad argomenti specifici, quali la critica alla privatizzazione dei servizi pubblici o la necessità di introdurre un timido reddito minimo, Quali sono i punti nodali e critici, nonché le resistenze e i blocchi culturali, che impediscono in Italia una reale discussione sulla neces-sità di formulare un nuovo welfare adeguato a quelle che sono oggi le nuove forme dell'accumulazione e della valorizzazione del capitali-smo contemporaneo? 1 Al riguardo, non è un caso che negli ultimi governi di centrosinistra, prima dell'ultimo governo Berlusconi, erano presenti un ministero del Lavoro e un ministero del Welfare o delle Politiche sociali. 2 Paradossalmente, il dibattito sul welfare è stato più agito dall'ordoliberismo economico e dalla sinistra moderata in nome di una presunta maggior efficienza del mercato (leggi proprietà privata) rispetto allo Stato (proprietà pubblica) oppure dal pensiero cattolico di natura caritatevole.
Innovazione Italiana in Europa
Quando nel 1980 Michele Cina-glia fondò a Padova Engineering Ingegneria Informatica, l'Unione europea era solo una lontana utopia di pochi federalisti. Giu-sto l'anno prima si era insediato a Strasburgo il primo parla-mento di rappresentanti eletti dai popoli d'Europa, e tra mille difficoltà si era realizzato un accordo di cambio tra le dodici monete nazionali. Inevitabil-mente, la dimensione econo-mica di riferimento, per quello che allora era fondamental-mente uno spin-off del sistema informatico camerale Cerved, era il mercato nazionale. Ope-ratori pubblici a basso tasso di innovazione dominavano la scena, mentre Engineering muoveva i primi passi realiz-zando piattaforme e software per il dialogo tra le varie Came-re di Commercio. Innovazione e ricerca declinate in progetti commerciali con immediate ricadute sul siste-ma economico: ecco il punto su cui Engineering investiva e investe, ieri nell'ottica di realiz-zare la "dorsale telematica" di un'Ital...
LA GIUSTIZIA DI TRANSIZIONE IN ITALIA. L'esperienza dopo la seconda guerra mondiale
La transizione italiana dal fascismo alla democrazia costituisce un paradigma della più recente categoria di giustizia di transizione. L’indagine studia il caso italiano secondo tale prospettiva specifica, intesa come gamma di processi e meccanismi associati con i tentativi di una società di affrontare un’eredità di passati abusi su larga scala. Vengono analizzate le soluzioni adottate in Italia, a partire dalla caduta del regime fascista, al fine di “fare i conti” con il passato. Lo studio fornisce una ricognizione prima di tutto sul piano del diritto penale, sia sostanziale che processuale, prendendo in esame sia gli interventi normativi che la prassi applicativa. Si passa poi all’esame di altri meccanismi, non solo sul piano amministrativo e civile, ma anche su quello politico e costituzionale, giungendo a riflettere su come il diritto penale si rapporti al processo di transizione nel suo insieme. In particolare, il lavoro analizza approfonditamente il rapporto fra transizione e potere di clemenza, partendo da un’analisi critica dell’amnistia Togliatti, vista come paradigma della transizione italiana. La prospettiva penalistica viene integrata con la comparazione giuridica e con la chiave di lettura della giustizia di transizione, che include una prospettiva storica, politica, sociologica e filosofica. Il lavoro legge il caso italiano come esempio di giustizia di transizione, lo colloca all’interno dello scenario comparato, verificando se si possa o meno ritenere esistente un modello italiano, cercando di offrire uno studio critico del processo transizionale nel suo insieme.
EROI DELLA RIVOLUZIONE. MEDICI FRA IMPEGNO E POVERTÀ NELLA CUBA DEL CAMBIAMENTO
SUMMARY FROM HERO TO ZERO COMMITMENT AND POVERTY AMONG CUBAN PHYSICIANS As of 2014, approximately 50.000 Cuban health workers are serving in 65 countries all over the world. Such a huge amount of human resources, coming from a non-wealthy country, has pushed many authors to raise the question about which reasons are animating Cuba solidarity in Global Health. This article aims to explore the micro-dynamics of this phenomenon, so far disregarded from scientific literature, by analyzing a Cuban physician life story and the ethnographical data collected in some Cuban clinical facilities during a three years fieldwork in la Havana.
Le politiche d’integrazione come elemento d’innovazione sociale. Alcuni riscontri a livello europeo
Le politiche d'integrazione come eeemento d'innovazione sociale. ccni ricontri a livello europeo Integration policies as a tool for social innovation. Abstract The European Council has stated the importance of integration of third-country nationals as a " dynamic, two-way process of mutual accommodation by all immigrants and residents of Member States ". After ten years, what has been stated during the Council of Ypres demonstrates the increasing effort of European institutions in encouraging Member States to trigger actions and interventions inspired by a community-shared vision based on the recognition of legal migration and mobility as potential factors of innovation and development for the whole Union. Nevertheless, in this framework, the local dimension gains a primary role as the very place where the migrant ties his/her networks and where he/she designs his/her life project. It is at the local scale, especially at the urban level, that integration policies can become an effective tool for social innovation which not only empowers the migrant by engaging him in local development processes, but also favors the rise of specific socio-political configurations that reinforce urban identity and cities' planning attitude.