"Dio non esiste...finalmente c'è". Finitudine e trascendenza in S.Natoli e G.Angelini - Indagine su DIO (original) (raw)
« Dio nessuno l’ha mai visto, proprio il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato» ( exeghesato, interpretato ) correttamente. Esattamente questo è ciò che sottende a questo scritto. La vita, l’esistenza dell’uomo, pongono molte domande di fronte alle quali l’uomo da solo non sa dare risposta. Si ritrova vittima, specie nel nostro mondo attuale, di una solitudine esistenziale che rischia di fargli smarrire una strada che è praticabile e i cui segni sono scritti in quelle che più volte abbiamo chiamato le esperienze elementari della vita. ‘Da quando apro gli occhi il mattino a quando li chiudo la sera’, Dio posso non vederlo. Non carri di fuoco, non roveti ardenti, né apparizioni o segni prodigiosi. Dio non esiste. E tuttavia un’amicizia, una relazione sentimentale, una testimonianza di vita particolarmente esemplare, un bimbo che nasce, un uomo e una donna che si uniscono in un vincolo indissolubile, sono tracce di qualcosa di più grande che nell’esistenza c’è, si dà. E che non può essere afferrato e trattenuto in qualcosa di meramente umano. L’esistenza di Gesù di Nazaret illumina il nostro ‘guardare’ il mondo. La singolarità del Suo evento e della relazione col Padre di cui Lui è stato testimone, si ergono a pietra angolare e riferimento sicuro per interpretare correttamente i segni della presenza di Dio nel mondo. E la presenza del Suo Spirito è garanzia spirituale di un legame sempre vivo con una presenza operante. E operante in favore dell’uomo, coerentemente con la sua intenzione e con il suo desiderio. Nelle parole e nelle azioni di Gesù di Nazaret è possibile riconoscere un senso profondo per tutta l’esistenza umana. Attraverso la lettura esattamente di un’esistenza umana. Caratterizzata da una coerenza nella pretesa di testimonianza di un volto univoco di Dio che raggiunge l’identificazione di testimoniante e testimoniato nel momento della morte in croce. Lì il volto di Dio che si rivela come dedizione incondizionata e amore assolutamente fedele raggiunge una pienezza insuperabile. Partire dall’uomo per comprendere l’uomo in Gesù ha un significato ancora più ampio. Perché partendo da Gesù non solo l’uomo comprende se stesso, ma si comprende alla luce di quell’Altro, che solo in Gesù ha un nome e un volto precisi. E che così determinante resta sempre nella stessa comprensione dell’uomo. Perché l’uomo possa essere felice.