La città assente. La Via Alessandrina ai Fori Imperiali (original) (raw)
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Il perdono degli Alessandrini: fortuna di un episodio di clemenza imperiale
G.A. Cecconi - R. Lizzi Testa - A. Marcone (eds.), The Past as Present. Essays on Roman History in Honour of Guido Clemente, Turnhout: Brepols, pp. 43-91, 2019
The fall of Alexandria on the 1st of August 30 BC marks the end of the Ptolemaic kingdom and the beginning of Augustus’ supremacy. That day is usually remembered as the date of Antony’s death, and as the prologue to the tragic events that led to Cleopatra’s suicide. It is another episode which happened on the very same day, however, which became famous in antiquity: the pardon that the son of Caesar granted to the Alexandrians, announced with a speech delivered in the city’s gymnasium. The reception of this episode crosses different literary genres, spanning the first four centuries AD: it is reported by Plutarch (Ant. 80, Mor. 207a-b, 814c-e), Cassius Dio (li. 16. 3-4), the emperor Julian (Ep. 111. 433d-434a) and Themistius (Or. viii. 108b-c, Or. xiii. 173b-c). Through the analysis of these authors’ use and interpretation of the episode in light of their respective literary agendas and different socio-political environments, this paper provides a reception history of the episode from the high imperial period to late antiquity. It is finally suggested that its value as a historical example of both the emperor’s clemency and the philosopher’s advisory role was the key factor of its success.
Prospettive ovidiane per la città imperiale
Kommunikationsräume im kaiserzeitlichen Rom
Prospettive ovidiane per la città imperiale Nel poema sul calendario romano, Ovidio sembra perseguire una strategia di retrocessione cronologica: alla ricerca di eziologie c'è sempre un passo indietro da compiere verso il passato più remoto. Il punto di arrivo è l'occupazione del tempo delle origini umane: solo con la conquista poetica del tempo, al di là dei confini della storia, la civiltà romana può acquisire una compiuta identità come civiltà universale, adeguata alla capitale di un impero ecumenico, prendendo al tempo stesso coscienza di quella pluralità di valori, di ideologie, e di immagini della vita, che una identità fondata sulla storia aveva finito per costringere nelle angustie del mos maiorum. 1 Il personaggio di Evandro gioca un ruolo di primo piano nella strategia universalistica dei Fasti: 2 l'eroe arcade non soltanto giunge in Italia come Enea, ma come Enea porta con sé sulla sua nave delle divinità che, nel momento in cui egli si insedia nel sito di Roma identificata come locus imperii, diventano elementi caratterizzanti l'identità imperiale di Roma stessa. E' interessante riflettere sulle caratteristiche dei sacra che Ovidio mette in rilievo tra quelli che una consolidata tradizione annalistica e antiquaria attribuiva all'apporto di Evandro, in particolare il culto di Fauno, che trova la sua espressione più impressionante nei Lupercalia: Ov. fast. 5,99-104 sacraque multa quidem, sed Fauni prima bicornis has docuit gentes alipedisque dei. semicaper, coleris cinctutis, Faune, Lupercis, cum lustrant celebres verbera secta vias; at tu materno donasti nomine mensem, inventor curvae, furibus apte, fidis.
Entrando in città dopo la distruzione: Ermocrate e i proasteia di Himera.
Atlante Tematico di Topografia Antica, 2023
Taking a cue from the text of Diodorus, who mentions the proasteia of Himera, where Hermocrates camped after the destruction of the city in 409 BC, we examine the “port district” across the river, analysing the settlement characteristics and the functions of the buildings, as delineated by the excavators a few years ago. We come to the conclusion that the “neighbourhood” can be interpreted as a proasteion ateichiston, a real projection of the town outside the walls, with more complex values than a simple commercial district. The comparison with the proasteia of Syracuse allows us to outline the complexity of the reasons that justify the projection of the cities beyond the walls and also the polyvalence of the term, which probably served to indicate other forms of projection in the territory, such as the presence of ceramic workshops, dispersed farmhouses or peripheral sanctuaries.
2017
La Tesi di Laurea qui descritta, ha come oggetto l’Area Archeologica dei Fori Imperiali di Roma. Il progetto prevede un atteggiamento che valorizzi la quota archeologica e che la metta in contatto con la città contemporanea, che le si sviluppa attorno. Due città che appartengono a tempi differenti, ma in stretto contatto. Una relazione che vede vittoriosa la città contemporanea, ma che sottomette la città archeologica dei Fori Imperiali. L’intervento di Tesi, si concentra nel riportare un equilibrio tra le unità stratigrafiche, in cui il disegno della pianta dei Fori riconquista forza e leggibilità. La Via dei Fori Imperiali si trasforma in dispositivo museale, al servizio della fruizione dell’area imperiale. Il nuovo volume si plasma in base alla forza generatrice delle archeologie e ne regola i percorsi museografici. Un progetto che prevede la ridefinizione dei luoghi dei Fori e la loro apertura all'esperienza diretta dei fruitori, che attualmente non è prevista. Lo scopo è qu...
« La cittadella di Piazza d’Armi »
The plateau of Piazza d’Armi, directly south of the major one of Veii, to which it was connected during its development, was frequented permanently from the 9th to the first half of the 5th century BC. Excavations carried on by the University “Sapienza” of Rome, brought to light new data for its knowledge. The settlement seems to be organized from early stages around a male inhumation grave, realized inside an oval hut, dated to First Iron Age and built in the middle of the plateau. The same area was later occupied by public or sacred buildings. Until the second half of the 8th century BC, this hut was respected and surrounded by evidences referred to ritual practices and almost by another male inhumation grave. The rest of the plateau was occupied by scattered group of huts. During the half of the 7th century BC, the settlement was involved in a radical transformation, with the development of a regular urban plan, based on orthogonal roadways which delimited residential and public buildings (as the oikos and the monumental octagonal cistern). For this period, until the half of the 6th century, a relevant number of architectural terracotta fragments (among which, also an acroterion composed by a human standing figure with a dog), suggest the existence of an aristocratic residential building, dismantled around 560-550 BC. This moment was followed by another roads monumentalization phase and, around the half of the 5th century, the site was completely abandoned, probably in relationship with the first conflicts with Rome (the Fabii at the Cremera battle). It was occupied again after the Roman conquest of Veii: during the mid-republican period almost a small productive farm was established on the plateau. Afterwards, the site was sporadically used, almost until the Early Middle Ages, when it was occupied permanently from the 9th to the 11th century AD. During this period, the tuff defensive walls surrounding the plateau (previously ascribed to the archaic period) were built.
Il paradosso weberiano: il potere non legittimo e la città
Nota per i collaboratori I "Quaderni di Teoria Sociale" sono pubblicati con periodicità annuale. I contributi debbono essere inviati a Quaderni di Teoria Sociale, Dip. Istituzioni e società -Sezione di Sociologia, Via Elce di Sotto, 06123, Perugia, in dattiloscritto e su supporto elettronico (preferibilmente Word per Windows), seguendo le modalità di impaginazione e di citazione usate nella rivista. Per contattare la redazione: ambrogio@unipg.it Quaderni di Teoria Sociale, n. 9, 2009.
la città imperiale dimenticata: Meknes
Cristina Muradore Master MIM 2012, Modulo di Meknes PREMESSA Purtroppo durante la mia limitata permanenza in Marocco non sono riuscita ad approfondire come avrei voluto il mio lavoro di ricerca sul campo, con interviste e visite a varie strutture che si occupano tanto di turismo quanto di promozione culturale nella città di Meknes. La mia, di conseguenza, è stata un'attività di ricerca svoltasi principalmente in rete. Inoltre, grazie alla disponibilità del professor Carlo Perelli ho potuto disporre di numerosi articoli riguardanti il turismo e le problematiche ambientali nel Nord Africa. Il lavoro dunque non seguirà un rigido schema accademico, ma si articolerà seguendo tre spunti principali: il primo riguardante la storia della città e la descrizione dei luoghi di maggior interesse turistico-culturale, il secondo riguardante l'importanza del turismo nell'ottica della crescita economica del Marocco contemporaneo ed infine, un piccolo appunto sul livello di valorizzazione della città nel web, all'interno dei principali portali dedicati al turismo. L'argomento da me scelto comunque, non può essere racchiuso da una struttura fissa, poiché subisce gli influssi dei più svariati fattori, sia a livello di politiche e strategie economiche nazionali, che, per quanto riguarda le categorie degli operatori e dei fruitori del mercato del turismo; quest'ultimi intervengono con i loro gusti ed aspettative a modellare la pubblicizzane del prodotto.
Città redente e titoli roboanti. I riflessi araldici della Grande Guerra
Una copia di questo volume, autografata dall’autore del presente saggio, è in vendita (A copy of this book, autographed by the author of the present essay, is for sale): rivolgersi a (please contact) stemmitaly@gmail.com oppure (or) araldikon@live.it ---- Pubblicato in: “Visioni sulla Grande Guerra: tra entusiasmi e disillusioni”, Atti del seminario di studi sulla Grande Guerra riservato alle scuole superiori, Guidonia-Montecelio (Roma) 6.5.2015, Guidonia-Montecelio, Associazione culturale 'La cera di Dedalo' 2015, pp. 54÷61 ---- Testo della relazione tenuta sugli stemmi di città e personaggi italiani protagonisti del primo conflitto mondiale, stemmi normalmente concessi o modificati durante gli anni Venti anche in esaltazione del regime politico che governava l'Italia ---- Text of the report presented about the coats of arms of Italian cities and personalities protagonists of the First World War, normally granted or modified during the Twenties in exaltation of the political regime which ruled Italy