Prel e cond (original) (raw)
Pubblicità nel registro delle imprese: la trasformazione eterogenea e i poteri di controllo del giudice del registro Tribunale di Roma, Ufficio del Giudice del registro delle imprese, 1°ottobre 2012 , decr. -Rel. Cardinali L'iscrizione nel Registro delle Imprese dell'atto di trasformazione eterogenea che non rechi indicazioni relative alla sospensione degli effetti ai sensi dell'art. 2500 novies c.c., deve essere integrata dal Giudice con indicazione della seguente condizione: "la trasformazione ha effetto decorsi sessanta giorni dall'iscrizione nel Registro delle Imprese dell'atto di trasformazione senza che siano state proposte opposizioni".
Cos'è il pregiudizio? Allport,"La Natura del pregiudizio" (1954): "Il pregiudizio esiste tanto nelle società di casta, nelle società basate sulla schiavitù, o nei paesi che credono nella stregoneria, quanto nelle società più attente e sensibili alle problematiche etniche."
Pubblicato su NotiCum -Il mensile della Fondazione CUM -n.1-2017 Rubrica: Note di un Fidei Donum -di Paolo Cugini, prete
Anatomia del paesaggio, 2007
Anteprima della mostra di pittura: Anatomia del paesaggio, di Nicolás Pallavicini.
Europa e diritto privato, 2022
SOMMARIO: 1. La prelazione come diritto di essere preferiti, a parità di condizioni, nella eventuale futura conclusione di un dato contratto.-2. La tendenziale esclusione della permuta dal raggio applicativo della prelazione.-3. Conferme normative.-4. Puntualizzazioni critiche: circoscrizione della suddetta esclusione alle sole ipotesi di permuta con attribuzione di bene (o diritto) infungibile a favore del soggetto gravato dall'obbligo prelatizio.-5. Riscontri dottrinali e giurisprudenziali.-6. Il problema qualificatorio: tra vendita e permuta.-7. (Segue) La permuta con conguaglio in denaro.-8. Le ipotesi di incondizionata soggezione della permuta alla prelazione.
Ti propongo, per lo più, "problemi", non "risposte". Tocca a te avanzare congetture, fare uso della tua intuizione, scoprire eventuali incoerenze. Tocca a te, in altre parole, scoprire i percorsi effettuati dai grandi del pensiero e le loro soluzioni. Ripercorriamo l'avventura dei primi pensatori (scuola di Mileto, VII e VI sec. a.C.). Il loro "pensare" è una vera e propria "trasgressione" nei confronti della cultura aristocratica: essi osano, infatti, strappare la divinità dalla sacralità del tempio e sostenere che il divino coincide con la natura. Talete 1[1] , ad esempio, afferma che tutto "è pieno di dei" , tutto è "animato" e che il "principio" è l'acqua. Perché l'acqua? Quale potrebbe essere la ragione di questa scelta? Provo a congetturare. Ritengo che la scelta dell'acqua sia dovuta al fatto che è alla base della vita: i semi non hanno una natura umida? Una congettura corretta. Questo, almeno, è quanto ci è stato tramandato, ad esempio, dal grande Aristotele che è anche il primo "storico della filosofia". Il "principio" (arché, in greco), per Talete è l'acqua perché l'acqua è alla base della vita (la stessa terra, secondo Talete, galleggia sull'acqua). Ma... come è possibile conciliare tale tesi con le altre affermazioni secondo cui "tutto è pieno di dei" e tutto ha un'anima? Non vedo come possa esistere una conciliazione: la prima è una tesi "materialistica" (una spiegazione, possiamo dire, in qualche modo "scientifica" e quindi non interpretabile, come detto prima, in chiave religiosa) e le altre come interpretazioni di carattere teologico. Vi è, è vero, chi legge Talete come un "materialista", come un pensatore dalla mentalità "scientifica" (è Aristotele che ha iniziato a dare questa interpretazione). Senti: che caratteristica dovrebbe avere questo "principio"? Dovrebbe essere eterno: se l'acqua è il principio, non può essere derivato da altro, quindi è eterno. La tua interpretazione è coerente: come potrebbe non essere eterno qualcosa che è "principio", cioè l'originario, cioè ciò che non è derivato? L'acqua, quindi, è concepita come "eterna", è concepita, cioè, con una caratteristica che è solitamente attribuita alla divinità. Da qui la concezione (vedi l'interpretazione di cui sopra) in qualche modo "divina" dell'acqua presente in Talete e da qui, probabilmente, il senso della affermazione "tutto è pieno di dei". I primi pensatori escludono in modo categorico che le cose possano derivare dal nulla. Per loro "dal nulla non proviene nulla" ("ex nihilo nihil fit" diranno i medievali). Un passo avanti: l'acqua si trasforma nelle cose. Come leggeresti questa trasformazione? Come un atto "creativo" (immagino): un principio divino cosa può fare se non creare? Il concetto di "creare" appartiene alla concezione cristiana: si tratta del produrre dal nulla tipico di Dio. Ora l'acqua in che senso produrrebbe dal nulla? L'acqua si trasforma nelle varie cose. Non si tratta, quindi, di un principio "trascendente" (qualcosa di totalmente altro ed esterno alle cose) come il Dio cristiano, ma qualcosa di "immanente" (così si dice in gergo tecnico). Il principio di Talete possiamo chiamarlocome già detto -"immanente": si tratta di una forza generatrice che rimane all'interno delle cose che genera (da qui il termine "ilozoismo" che sta a 1[1] Vive tra il VII e VI sec. a. C. Astronomo, predice un'eclisse solare. Matematico, calcola l'altezza delle piramidi attraverso la misurazione dell'ombra e scopre alcuni teoremi. Partecipa attivamente alla vita politica. E' annoverato tra i Sapienti (non si sa con esattezza se tali notizie che ci sono state tramandate corrispondono al vero o no). Non scrive nessuna opera.
Dall'architettura della lingua italiana all'architettura linguistica dell'Italia Saggi in omaggio a Heidi Siller-Runggaldier A cura di Paul Danler e Christine Konecny Bibliografische Information der Deutschen Nationalbibliothek Die Deutsche Nationalbibliothek verzeichnet diese Publikation in der Deutschen Nationalbibliografie; detaillierte bibliografische Daten sind im Internet über http://dnb.d-nb.de abrufbar.
Amoenissimis...Aedeficiis GLI SCAVI DI PIAZZA MARCONI A CREMONA VOLUME 1 Lo scavo, 2017
A CURA STUDI E RICERCHE DI ARCHEOLOGIA 4 VOLUME I -LO SCAVO