Museografia per il paesaggio archeologico dei conflitti nel xx secolo in Europa (original) (raw)

Archeologia dei paesaggi storici a vent’anni dalla Convenzione Europea di Firenze

TRACES OF COMPLEXITY STUDI IN ONORE DI ARMANDO DE GUIO

The extension of meanings and values relating to the concept of landscape, which has occurred in recent decades, has had multiple consequences: on the epistemology of the disciplines that deal with landscapes (from geography, to history, to archaeology, to natural sciences); on protection, no longer linked to individual monuments, but enforced through planning together with specific economic and social management policies. These themes will be analyzed in this paper. The principles and methods of study of historical landscapes developed by the medieval archeology team of the University of Padua are investigated in relationship with the current models of participation and sustainable development promoted by the main international institutions that deal with the protection and management of cultural heritage.

Paesaggio e conservazione. Il contributo belga attraverso l’iconografia urbana prima della Grande Guerra (1860-1910)

2017

Tra la seconda meta del XIX e i primi anni del XX secolo, periodo di transizione particolarmente interessante da un punto di vista sociale ed artistico, in Belgio cominciava ad affermarsi un nuovo approccio al paesaggio che contemplava la conservazione non solo del pittoresque , ma anche di cio che aveva connotati scientifici e, soprattutto, socio-antropologici. Attraverso un’analisi critica di disegni, schizzi e fotografie di presenti in alcuni documenti bibliografici e di archivio, il contributo mira, da un lato, a mettere in luce quanto l’iconografia sia stata riflesso di tali nuovi orientamenti e, dall’altro, a far emergere quanto essa abbia contribuito ad un ampliamento di interesse interdisciplinare.

Quaderni friulani di archeologia

Quaderni friulani di archeologia, XXXII, 2022

In copertina: Lastra del VI secolo da Aquileia, ora a Buttrio, nell'ex giardino di Toppo. Pubblicazione realizzata con il sostegno di Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione del testo e delle illustrazioni senza il permesso scritto dell'editore.

Conflict archaeology. Quel che resta della Grande guerra

Conflitto, lavoro e migrazioni. Quattro “Lezioni recitate”, a cura di M. Gobetti, M. Brunazzi, Edizioni Seb27, Torino 2018, 2018

La lettura di un conflitto attraverso i resti materiali che sono sopravvissuti è inquadrabile nella “Conflict Archaeology” (“Archeologia dei conflitti”), una disciplina diffusa dai primi anni ’90 e che ha come oggetti di indagine tutte le evidenze materiali legate alla macchina bellica. I resti archeologici generati dalla Grande Guerra sono innumerevoli: trincee, campi di battaglia, bunker, rovine architettoniche; nonché gli oggetti e i resti umani ritrovabili in quei contesti. L’intervallo temporale che ci distanzia dalle tracce materiali della Prima guerra mondiale è molto corto rispetto a quello che ci separa dai manufatti e dai contesti più antichi dei quali si occupa solitamente l’archeologia. Questa vicinanza innesca una differente percezione temporale dei resti, la cui presenza coinvolge e genera empatia in quanto rimanda non a un’epoca molto antica ma al contrario a un passato recente e per di più doloroso (gli oggetti ritrovati nelle trincee, inoltre, ci appaiono vicini in quanto trattasi già di oggetti di produzione di massa, quindi ben riconoscibili). Nelle ricerche sulla Grande Guerra l’archeologia si configura, pertanto, come un metodo specifico di ricostruzione, che partendo dall’analisi di quello che è rimasto - resti materiali e tracce di modificazione sul paesaggio – cerca di comprendere il rapporto tra queste rimanenze e il contemporaneo e il modo in cui vogliamo – o non vogliamo – integrarle e riconoscerle nel presente

"Predappio Europa": per una mappatura dei musei storici sulle dittature del XX secolo [2017]

Romagna Sala Europa del Comune di Predappio, 20-21 gennaio 2017 ----------Matteo Pasetti "Predappio Europa": per una mappatura dei musei storici sulle dittature del XX secolo Il compito che mi è stato affidato in questo convegno sulle narrazioni del fascismo è presentare una ricerca in corso, che ha per titolo Predappio Europa, è patrocinata dalla Ser.In.Ar., e fa parte del più ampio progetto di apertura di un museo sulla storia del fascismo all'Ex-Casa del Fascio di Predappio. La ricerca consiste nell'elaborazione di una mappatura analitica e comparativa dei musei storici esistenti sul tema delle dittature europee del XX secolo. Essendo un'indagine appena avviata, ovviamente l'obiettivo del mio intervento non può essere quello di esporre e discutere i risultati, bensì di illustrare motivi, criteri, obiettivi, aspettative che stanno alla base del lavoro.