Città e creatività (original) (raw)

typeid=19&catid=490&cid=3638&activeid=3637) "...proseguirò il mio racconto parlandovi delle grandi città come di quelle minori. Perchè la maggior parte della città che in precedenza erano grandi sono diventate insignificanti; e quelle che oggi sono potenti erano un tempo irrilevanti. Quindi parlerò ugualmente di entrambe, convinto che la felicità umana non prosegue mai a lungo in uno stesso posto" (Erodoto, Le Storie) "A Cloe, grande città, le persone che passano per le vie non si conoscono. Al vedersi immaginano mille cose l'uno dell'altro, gli incontri che potrebbero avvenire tra loro, le conversazioni, le sorprese, le carezze, i morsi. Ma nessuno saluta nessuno, gli sguardi s'incrociano per un secondo e poi si sfuggono, cercano altri sguardi, non si fermano. (…) Se uomini e donne cominciassero a vivere i loro effimeri sogni, ogni fantasma diventerebbe una persona con cui cominciare una storia d'inseguimenti, di finzioni, di malintesi, d'urti, di oppressioni, e la giostra delle fantasie si fermerebbe" (Italo Calvino, Le Città Invisibili) Il termine "megalopoli" fu introdotto nel 1961 dal geografo Jean Gottmann (Megalopoli. Funzioni e relazioni di una pluri-città, Torino, Einaudi, 1970; ed. orig.: Megalopolis. The Urbanized Northeastern Seaboard of the United States, New York, The Twentieth Century Fund, 1961), per