L'area nord-lucana nella Prima Età del Ferro: formazione e struttura degli insediamenti (original) (raw)
Related papers
L’abitato di Verucchio nella prima Età del Ferro
Studi Romagnoli, 2018
L’insediamento di Verucchio, sulle ultime propaggini dell’Appennino romagnolo alle spalle di Rimini, è un sito chiave della protostoria italiana. Pur nella brevità del suo periodo di massimo sviluppo, tra IX e VII secolo a.C., Verucchio ha infatti occupato una posizione nodale all'interno dei circuiti di scambio e di contatto tra Italia centrale e settentrionale, alto Adriatico ed Europa centrale. Dal punto di vista della ricerca archeologica, inoltre, rappresenta un caso di studio particolarmente significativo per la comprensione di quella catena di fenomeni che porterà, lungo tutta la penisola italiana, proprio all'inizio del I millennio a.C. alla formazione di società verticali e a una precoce urbanizzazione.
La valle del Sacco durante l’età del Bronzo e la prima età del Ferro: modelli insediamentali
Nella valle del Sacco le testimonianze archeologiche attribuibili all’età del Bronzo ed alla I età del Ferro sono scarse e spesso non riferibili a ricerche sistematiche. Vi è, tuttavia, una serie d’informazioni sull’organizzazione territoriale che possono essere ricavate dalle indagini topografiche, offrendo dati sull’estensione e la distribuzione degli insediamenti, sui loro rapporti reciproci, sulle scelte ubicative e sul rapporto delle comunità con il territorio, le sue risorse e la sua conformazione. In the Sacco valley, the Bronze Age and I Iron Age archaeological remains are insufficient, and sometimes, without systematic searches. Anyway, we have some information about territorial organization obtained by topographic studies offering data about settlement extension and distribution, about their relationships, the settlement choices, and about the relationships between communities and the territory they live in, its sources and conformation.
2022
Latini 2022 T. Latini, Metodologia; Strutture capannicole: C.1-C.5; Il vaso biconico (C.5), in U. Fusco, T. Latini, Nuovi aggiornamenti dal sito archeologico di Campetti sud-ovest, a Veio (RM): l’organizzazione dell’abitato della Prima Età del Ferro, in N. Negroni Catacchio, C. Metta, V. Gallo, M. Aspesi (a cura di), Preistoria e Protostoria in Etruria. Ipogei. La vita, la morte, i culti nei mondi sotterranei. Ricerche e scavi, Atti del XV incontro di studi (Valentano, 11-13 settembre 2020), vol. 1, Centro Studi di Preistoria e Archeologia, Milano 2022, 763-768, 771-772, 774-778 (763-778). ISBN 9788894712506 Negli ultimi anni lo stato delle conoscenze sul sito di Veio, un pianoro tufaceo di 185 ettari costeggiato da due corsi d’acqua ancora oggi attivi, il Fosso Valchetta (antico Cremera) e il Fosso Piordo, ha riscontrato un decisivo salto di qualità, grazie alle pubblicazioni della British School at Rome e del pluriennale “Progetto Veio”, nato nel 1996 dalla convenzione tra la Sapienza Università di Roma e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale. Il presente intervento propone l’aggiornamento delle conoscenze sull’organizzazione e sulle tipologie edilizie della porzione di abitato della prima età del ferro rinvenuto presso il sito di Campetti, area sud-ovest. Il sito in esame è localizzato su un declivio nell’area sud-ovest del pianoro veiente e si sviluppa su due terrazze naturali, di cui quella superiore compresa tra le quote 110 e 112 m s.l.m. e quella inferiore tra le quote 105 e 107 m s.l.m., occupando complessivamente un’area di almeno 10.000 mq. Una menzione dei primi ritrovamenti protostorici è stata presentata nel 2002 al VI Incontro di Studi PPE e in questa occasione si intende esporre i risultati finali delle ricerche archeologiche. Sono state rinvenute diverse strutture capannicole su entrambi i terrazzamenti, con planimetrie a pianta ellittica e rettangolare, e tra i reperti di maggiore interesse si segnalano: un vaso biconico integro, rinvenuto all’interno di una struttura e il frammento di un elmo fittile, sfortunatamente rinvenuto fuori dal contesto stratigrafico. In recent years, the state of knowledge on the site of Veii, a 185 hectare tuff plateau bounded by two rivers still active today, the Valchetta (the ancient Cremera) brook and Piordo stream, has improved thanks to the efforts of the British School at Rome and the Veii Project launched in 1996 with an agreement between Sapienza University of Rome and the Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale. This paper proposes an updated analysis of the organization and building typologies of Campetti, area sud-ovest, a section of the area inhabited in the Early Iron Age. The site under consideration is located on a slope in Veii’s southwest area and lies on two geological terraces. The upper terrace lies between 110 and 112 AMSL and the lower terrace between 105 and 107 AMSL, covering a total area of at least 10,000 square metres. Some data on the protohistoric finds were already presented at the 6th PPE Conference in 2002, whilst this paper will discuss the most recent archaeological results. Several elliptical and rectangular huts were found on both terraces, alongside a complete biconic vase within a structure and a clay helmet fragment, unfortunately found out of context. Italy; Rome; Veii; Campetti Southwest; Iron Age; Early Iron Age; Huts; Space organization; Hut typology; Curvilinear huts; Rectangular huts; Complete biconic vase; Clay helmet
Genti di Montagna. Valle Camonica e Prealpi lombarde nella prima età del Ferro
Rivista di Scienze Preistoriche LXXII S2-2022, 2022
Mountain People. Valle Camonica and Pre-alpine Lombardy in early iron age. In 1990s, thanks to the studies of Raffaele de Marinis on its typical pottery mugs, a fully developed cultural group, the so-called "Breno/Dos dell'Arca" or "Camunian" Group, was identified across the alpine valleys of Lombardy and partly of Trentino, spanning from the beginning of 5 th century BCE until the 1 st century BCE. But what came before? Are we able to gain a better understanding of the cultural features in this area for the centuries before the 5 th ? Thanks to the most recent findings, and to the new study of old, unpublished archaeological assemblages, it has been possible to isolate a recurrent association of two very precise types of vases, a carinated cup with short neck and an occasional "turban-like" decoration, and a pot, usually decorated with thick textures of vertical streaks, distributed across the whole area that later belonged to the "Camunian" cultural group. Our formal analysis and study of comparisons date these two particular vases to the end of the 7 th and the whole 6 th century, showing an impressive record throughout the area and establishing a clear link with the Swiss area of the Rhine valley, namely the typical productions of the Taminserkeramik. It is our opinion that these artefacts could be the first evidence of an early, growing, coherence in specific traits of the material culture, that eventually led to the more consistent and layered cultural features of the Camunian culture in the 5 th century BCE.
Strutture abitative della seconda età del Ferro nel Tirolo settentrionale
Information about large complex residential settlements in the distribution area of the Fritzens-Sanzeno Culture has been available for some time, whereas little research has been carried out in northern Tyrol at settlements known to exist for some time, preferably situated on high ground, close to the valley floor or in strategic areas from the point of view of artisan and trading activities. This study intends to offer a summary of Late Iron Age settlements in the region, on the basis of old and new findings.
Paesaggi reali e Paesaggi mentali, disegno di Ercole Negroni È vietata la riproduzione anche parziale a uso interno o didattico, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia non autorizzata.
La sequenza di insediamenti che avevano occupato almeno già dal Bronzo Medio i dossi dei rami dell'Auser che si intrecciano nella piana fra Lucca e l'Arno, adeguandosi con una continua rimodulazione alle sollecitazioni di un ambiente in fragile equilibrio sì da farne uno snodo essenziale delle vie di comunicazione tra l'Etruria nord-occidentale e la Pianura Padana 1 , raggiunge la maturazione con il vasto villaggio che fiorisce nell'area di Fossa 5 della Bonifica di Bientina sullo scorcio finale dell'Età del Bronzo (intorno al 900 a.C. in cronologia assoluta). La tipologia dei materiali dai recuperi curati da Augusto Andreotti negli anni Novanta del secolo scorso, combinandosi finalmente con l'evidenza degli scavi condotti fra 2006 e 2007 in sinergia con le opere di rettifica dei fossi di bonifica, indica che l'insediamento di Fossa 5 segna un momento importante della vigorosa espansione della rete di abitati che connota nell'area medio-tirrenica il periodo conclusivo dell'Età del Bronzo, quando si completa la formazione dell'ambito culturale propriamente etrusco. Per consistenza demografica e dimensioni pare anzi ad un livello superiore a quello dei contemporanei abitati sin qui noti nelle aree urbane di Pisa e di Volterra, che preludono alla nascita di due importanti città etrusche, e può essere semmai paragonato ad una serie di insediamenti medi dell'Etruria centromeridionale. Ricchezza del suolo e occasioni offerte dai traffici sono i motivi per cui in breve volgere di tempo si formò e si ampliò il villaggio nel cuore della piana dell'Auser, forse tappa importante sulle vie fra Toscana e Pianura Padana che sono punteggiate, proprio in questo momento, dai ripostigli di manufatti in bronzo ritrovati soprattutto nell'area costiera, dalle Apuane al Livornese 2 . Tuttavia, mentre altre comunità formate nello stesso momento continuarono a prosperare, e, come a Volterra, a Pisa, forse anche a Fiesole, generarono vere e proprie città, l'abitato di Fossa 5, nel volgere di non più di 1 Ancora inedito è lo scavo 1995 al Palazzaccio di San Ginese su un insediamento del Bronzo Medio 2, che lo scrivente conta di presentare in altra sede, assieme ai risultati degli scavi 2006-2007 nell'insediamento del Bronzo Recente in località Ai Cavi di Orentano e del Bronzo Finale a Fossa 5 di Bientina; su questi due siti, per il momento rispettivamente due o tre generazioni, si dissolse. Fattori ambientali sembrano aver influito sulla crisi: le condizioni climatiche propizie che avevano favorito la scelta del sito dovettero rapidamente subire quel peggioramento che, seppure limitato, pregiudicava comunque la vita di una comunità posta in un'area estremamente sensibile come la pianura dell'Auser; anche l'abitato perilagunare di Stagno, come i simili costieri di Fonteblanda e di Punta degli Stretti, si esaurisce rapidamente, senza continuatori 3 . È tuttavia possibile che anche fattori sociali e politici abbiano inciso, con l'affermazione di alcune comunità a spese di altre. Queste, come mostrano alcuni secoli dopo le vicende di Roma, completavano il loro successo inglobando le comunità 'minori' dominate o in via di dissolvimento: la scomparsa di una serie di abitati tra Valle del Fiora e Valle dell'Albegna, come Poggio Buco o Sorgenti della Nova 4
Mélanges de l'École française de Rome - Antiquité 131.1, 2019
Il contributo focalizza l’attenzione su uno dei principali contesti indigeni della Puglia meridionale, Muro Leccese, al fine di realizzare un’analisi spaziale dell’abitato dell’età del Ferro e di inquadrare le dinamiche di sviluppo del centro. L’ultimo ventennio di ricerche archeologiche in numerose aree del paese moderno, unito alla bibliografia storica, restituisce il quadro di un villaggio di capanne organizzate per nuclei abitativi sparsi su un territorio di 70 ettari che vive tra la metà dell’VIII e la metà del VI secolo a.C., momento nel quale si registra una trasformazione interna all’insediamento stesso. Dall’ubicazione dei ritrovamenti si evince come il villaggio avesse forma differente rispetto alla città cinta da mura nel IV secolo a.C., con il grande lacus che svolge un ruolo determinante nell’impianto delle abitazioni. La notevole estensione del sito consente di proporre un ruolo dominante nel comprensorio dell’entroterra idruntino già dall’età del Ferro anche se ancora poco chiare sono le dinamiche che hanno reso possibile uno sviluppo così rapido, avvenuto nell’arco di circa mezzo secolo. Il confronto con Oria, altro sito della Puglia meridionale per il quale sono state finora proposte dimensioni superiori ai 50 ettari, consente una riflessione sulla differente occupazione del territorio e sulle diverse dinamiche di crescita dei due insediamenti.
ts ttl ul () INItitìN^ZI()N^t,U I)t St.Ut)| Lt(;trRt ( ot,t,t,tzt()NIt t)t l\l()No(;R^tiIIi I'Rtìts1()Rt( t,t tit) ^tì( l;ot,o(;t(, Iì VUI ROllllR t() MACì(ìr ARCHEOLOGIA DEI-L'APPENNINO LIGT]RE (ìl lS( AVl l)lil ('ASt lll.l.AIlO t)t IIS( tO: IrN lNSlll)lAMIrN'lO I)l ( lttNAl.tì O(CIlt,A't1) l)At_ NITOI I l t('o At.t_^ (.oNQUts tA ROMANA l\rl,'zi{ìtrc !!i I-I]I(ìI BTÌIINABò BR I,]A fÌirrÌihú1irti N^l)lA ( AN4t'ANA (ìt()R(;t() (. It, x)Nt() -]\ ANt.lo c()t_tìt_t_^ , (ìu.t.tAN 1\r. (.RIrsl AN(ìt()t.()t)lit I_tr(( IsI]-r\tAR(()t)IIS,ìt tìA]o fNrrt(\ìt:RAN(-t_Sc ì.tÌtC Rr) t. NfA(-fIlAIt _llzrAN() fvtANNONI , ptERA Mtit.t.t ut\.llt.r() MI]t_t.{) RtNAtl) NISBri,f sfìR(itosIR|(f)t A.t,t.ts^nt ^st-ARNlNr.Nf^Rt^RosAvt(iNor.r) nARB^R^vOy l liK . ( Rtstl)l' IÌR W^(iNtjR RORt)I(ìtItìRA 1990 stztoNlt II(ir lt.t.rA c tAv^Rl