Guerra preventiva, equilibrio di potenza e imperialismo romano (original) (raw)

Guerra imperialista e guerra rivoluzionaria

1950

Concetto fondamentale: due tipi di guerre. Le guerre borghesi progressive, di sviluppo antifeudale, di liberazione nazionale; le guerre imperialiste. Data di separazione tra le due epoche di guerre: 1871; Comune di Parigi. Il movimento del proletariato mondiale si porta sul piano della Rivoluzione, rompe con la Nazione. Vogliamo sentire ripetere il concetto da Lenin? Sentiamo. Risoluzione dei bolscevichi all'estero, 4 maggio 1915. "Una delle forme di mistificazione della classe operaia è il pacifismo, la predicazione astratta della pace. In regime capitalista, e soprattutto nella sua fase imperialista, le guerre sono inevitabili. D'altra parte i socialisti non possono negare l'importanza positiva delle guerre non imperialiste, come per esempio delle guerre condotte dal 1789 al 1871 per l'abolizione della oppressione nazionale e per mettere fine al frazionamento feudale con la creazione di Stati capitalistici nazionali, oppure delle possibili guerre per la difesa delle conquiste del proletariato vittorioso nella lotta contro la borghesia". Dunque Lenin molto prima della Rivoluzione Russa, ai due tipi di guerre ne aggiunge un terzo, di cui ci dovremo occupare, quello di una guerra tra uno Stato in cui la rivoluzione proletaria ha vinto, e Stati in cui domina ancora il capitalismo. Prima però non possiamo non completare la citazione, a vergogna di quel movimento che rinfaccia agli imperialisti di credere nella guerra, e imbonisce colla tesi della piena possibilità di pace, fermi restando i regimi politici di ogni paese, non solo tra le potenze del capitalismo imperialista, ma perfino tra queste e quella che si pretende sia un governo del proletariato. "Oggi la propaganda per la pace, se non si accompagna all'appello all'azione rivoluzionaria delle masse, può soltanto seminare illusioni, corrompere il proletariato inculcandogli la fiducia nell'umanitarismo della borghesia e facendo di esso un trastullo nelle mani della diplomazia segreta dei paesi belligeranti. In particolare, è un grave errore l'idea della possibilità della cosiddetta pace democratica senza una serie di rivoluzioni".