Dalla Repubblica Napoletana all'unità d'Italia (original) (raw)
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Per una storia unitaria della svolta napoleonica nel Regno di Napoli
~a Collana Ius Regni nasce come luogo di incontro e discussione su tematiche li storia giuridica, legate in particolare alla nascita e allo sviluppo dello Stato n Europa continentale. Lo Ius Regni è il diritto che si afferma con il consolihmento delle monarchie moderne e che, nel corso della storia, assume una Josizione sempre più centrale fino a diventare, con la Rivoluzione Francese e codici napoleonici, tendenzialmente esclusivo. La formula Ius Regni, intesa n senso ampio, si presta anche a comprendere questioni come il ruolo e la :limensione del diritto nazionale nel contesto del diritto comunitario e della ~lobalizzazione giuridica: il confronto su questi temi con i giuristi "positivi" è enza dubbio stimolante per gli storici del diritto, i quali possono fornire unontributo non irrilevante al dibattito.
RAFFAELE RUBATTINO Un armatore genevese e l'Unità d'Italia
RAFFAELE RUBATTINO Un armatore genevese e l'Unità d'Italia, 2010
Catalogo scientifico della mostra omonima svoltasi a Genova a Palazzo San Giorgio nel 2010 a cura di Paolo Piccione. Contiene saggi di diversi autori intorno alle vicende storiche ed economiche di Raffaele Rubattino e degli esordi della navigazione a vapore in Italia.
SVILUPPO CAPITALISTICO E UNITA' NAZIONALE
Le forme economiche, politiche e culturali dell'unità nazionale e della sua crisi ROMA 25-27 maggio 2011 / Biblioteca della Camera dei Deputati / Via del Seminario, 76 Fine del movimento operaio e crisi della nazione
Un progetto didattico a cura della rete "Le Marche fanno Storie" da cui sono emerse riflessioni circa l'uso didattico (e pubblico) delle celebrazioni e delle giornate del calendario istituzionale nelle scuole.
Sul concetto di nazione a centocinquant'anni dalla proclamazione del Regno d'Italia
Nel libro di onore di Luciano Pellicani, 2011
Ci siamo ormai lasciati alle spalle il centocinquantenario della proclamazione del Regno d'Italia (impropriamente presentato come il centocinquantenario dell'Unità italiana, raggiunta in effetti solo assai più tardi, nel 1918), con la sbornia di retorica, i costosissimi festeggiamenti e le scontate polemiche di stampo diverso (cattolico-tradizionalista, sudista e nordista) che l'hanno accompagnato. Può essere pertanto utile riconsiderare ora, sine ira ac studio, la concezione italiana della nazione, con particolare riferimento alla sua declinazione in Italia, che resta assai meno nota di quanto si potrebbe pensare. A rendere opportuno questo ripensamento concorrono, del resto, anche i processi e gli eventi che negli ultimi decenni, specialmente in Europa, hanno profondamente modificato il contesto politico, economico, sociale e culturale all'interno del quale va analizzato anche il fatto nazionale con le sue varie rappresentazioni. Basti qui ricordare le significative trasformazioni di carattere tecnico, economico, sociale, culturale e politico che hanno preparato il processo di globalizzazione, a partire da quella nuova divisione internazionale del lavoro che si andata profilando già dalla metà degli anni '70 come risposta alla grande crisi strutturale (scatenata dall'esplosione del costo del petrolio, ma dovuta anche a molti altri fattori) che aveva investito il sistema capitalistico mondiale 1 ; la crisi sempre più grave delle società di collettivismo burocratico dell'Est europeo e poi il loro tracollo, aperto dal gioioso abbattimento del muro di Berlino (1989), odioso e impudente simbolo di un'oppressione non più tollerabile 2 ; la conseguente fine di quella "guerra fredda" fra gli opposti blocchi politici, economici, ideologici e militari che aveva segnato per quasi mezzo secolo la storia del secondo dopoguerra; l'accelerato sviluppo del processo di unificazione europea, con la trasformazione delle preesistenti comunità istituite negli anni '50 con finalità prevalentemente economiche (la Ceca, la Cee, la Ceea) nell'Unione Europea (1992), un'organizzazione sovrannazionale sui generis con sempre più significative competenze anche politiche, e i suoi sorprendenti allargamenti a un numero senza precedenti di Paesi; e, non ultima, la travolgente immigrazione dai Paesi extracomunitari e neocomunitari, che, a ritmo irregolare ma sempre sostenuto, ha interessato tutto il continente europeo, modificandone irreversibilmente la fisionomia. Un processo, quest'ultimo, che ha investito da tempo anche l'Italia (che in precedenza era stata invece per più di un secolo il primo Paese europeo di emigrazione), sua più esposta propaggine meridionale, immersa per tre quarti nel Mediterraneo, il mare, da molti secoli non più nostrum, che divide e unisce tre continenti: barriera e ponte, al tempo stesso, tra Paesi sviluppati e Paesi sottosviluppati, così come tra Paesi cristiani e Paesi islamici, cui si aggiunge la piccola ma importante enclave ebraica d'Israele, cioè i Paesi che ospitano le tre grandi religioni monoteistiche, tuttora in aspro conflitto nonostante gli ormai rituali richiami alla tolleranza, alla convivenza e al dialogo. 3 Non sarà inutile partire da un richiamo alle passate e presenti configurazioni del concetto di nazione nei principali Paesi europei, in relazione anche alle loro prevalenti culture politiche, che restano tuttora assai differenti, anche se risultano ormai in via di almeno parziale omologazione proprio per
Le zecche italiane fino all'Unità
panorama-numismatico.com
a cura di Lucia Travaini (Libreria dello Stato -Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato SpA, Roma 2011); ISBN 978-88-240-1333-8; 2 volumi in cofanetto, 1600 pagine; 197 figure, a colori e in bianco e nero, inclusi grafici e cartine; tavole a colori fuori testo. € 200,00.
L’eredità napoleonica nello Stato unitario
Storia, civiltà e religione in Italia. Studi in occasione del 150° anniversario dell'Unità nazionale (Angelo Bianchi ed.), 2014
The essays provides an overview of six main fields where Napoleon’s heritage is manifest in national State institutions (19th century Italy): politics, administration, finances, military, school and cultural nationalism.