Un nuovo testo giudeo-provenzale (original) (raw)
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I Ma‛aśēy-’Estēr: un nuovo testo “giudeo-provenzale” In this essay I present the edition of a new text, which I call Ma‛aśēy-’Estēr (The tales of Esther). This is a Provençal poem written in Hebrew characters about the Story of Esther. Probably, it was sung during the Feast of Pûrîm for the joy of a Jewish community who lived in Salon the Provence at about 1330. The Ma‛aśēy-’Estēr, attested in one extant manuscript (Rome, Biblioteca Casanatense 3140), were already known in bibliography, but they were expected to be one second text of the Roman d’Esther by Crescas de Caylar (Avignon, about 1340). After an introduction where I deal with the contents, the style and the metrical form of the Ma‛aśēy-’Estēr, I try to reconstruct the Judaeo-Provençal Tradition of texts for Pûrîm, comparing the Ma‛aśēy-’Estēr and the Roman d’Esther. I also propose to assign the Ma‛aśēy-’Estēr to Kalonimos ben Kalonimos: he was a Jewish savant living in Salon the Provence at about 1330.
Ester nel teatro giudeo-provenzale
Saggi/Ensayos/Essais/Essays Letteratura Ebraica 'al femminile ' -05/2014 221 Saggi/Ensayos/Essais/Essays Letteratura Ebraica 'al femminile' -05/2014 222 che comprende uno splendido nécessaire per scrivere fabbricato nella raffinata e allora remota Cina. Le donne infatti possiedono libri; li leggono e li annotano con intelligenza, come fa Sara, figlia di Haver Shemarya, vissuta nella Francia renana del XIII secolo, che sulla sua Bibbia appone il proprio nome e riporta correzioni e aggiunte al testo tali da rivelare una profonda conoscenza della lingua e della grammatica ebraica. 2 Infine, qualche mano femminile si cimenta anche con la letteratura, come la moglie di Dunash ibn Labrat. Lui, illustre grammatico e poeta ebreo fondatore dello stile andaluso, 3 vissuto nella Spagna mussulmana del X secolo, lei "not only […] the first identifiable woman poet in the Hebrew language since the biblical poetess Miriam and Deborah […] also the only one for centuries to come" (Rosen 2003: 2).
Su un nuovo testo critico di Erodiano
Giornale Italiano di Filologia LVIII, 2006
Le articolazioni principali della Praefatio sono: a) fortuna dell'opera; b) situazione del testo in età tardoantica; c) il contributo di Giovanni Antiocheno; d) descrizione e storia dei manoscritti; e) rapporti tra i codici (con delineazione di stemma); f) valutazione delle edizioni precedenti.
A. Fusi, La recensio gennadiana e il testo di Marziale
2013
Periodico annuale: Autorizzazione del Tribunale di Cassino nr. 75/03, del 9-6-2003 Direttore responsabile: Oronzo Pecere Finito di stampare nel mese di dicembre 2013 presso Tipografia Tuderte s.r.l. Loc. Torresquadrata, 202 I-06059 Todi (PG) La recensio gennadiana e il testo di Marziale Alessandro Fusi
Fughe dal quotidiano (e ritorni) nella letteratura medievale. Sul nodo Roman de la Rose -Fiore/Vita nuova -Divina Commedia. * * Intervento alla giornata di studi L'esperienza del quotidiano in letteratura, organizzata il 20 maggio 2003 nell'ambito del XVIII ciclo del Dottorato di ricerca "Analisi e interpretazione dei testi italiani e romanzi" dell'Università di Genova). Pubblicato in L'immagine riflessa N.S. XIII, 2004, 2, pp. 5-13. 1 Inevitabile qui il riferimento al saggio del 1938 di M. Bachtin, Epos e romanzo. Sulla metodologia dello studio del romanzo, leggibile in italiano in G. Lukács, M. Bachtin e altri, Problemi di teoria del romanzo, a c. di V. Strada, Torino, Einaudi, 1976, pp. 179-221. 2 Poeti del Duecento, a c. di Gianfranco Contini, Milano-Napoli, Ricciardi, 1960, t. I, pp. 763-921 .
Castelvetro e la lirica provenzale
Ca stel ve tro e la li ri ca pro ven za le* Nel fon da men ta le vo lu me Gli studî pro ven za li in Ita lia nel Cin que cen to (1911), San tor re De be ne det ti in di ca in quat tro pun ti le te sti mo nian ze uti li al l'indi vi dua zio ne dei li bri pro ven za li pas sa ti tra le mani del Ca stel ve tro. Esse cor rispon do no in par ti co la re a: a) let te ra di Ca stel ve tro al Var chi del 15 mar zo 1552 sul la ri ce zio ne del ma noscrit to in via to dal Var chi agli ami ci mo de ne si; co di ce che, come ri le va lo stes so Ca stel ve tro, «quan tu que non vi sie no can zo ni, che non sie no an che ne' no stri vo lu mi, pure pen sia mo di gua da gna re as sai per la di ver sa let tu ra, ché in lin gua tan to lon ta na dal l'u so pre sen te, fa di me stie ro di va rii te sti»; b) let te ra di Bec ca del li al Mar tel li del 3 no vem bre 1557, dove da un lato lo pre ga di ri chie de re al Ca stel ve tro «quel li bro et scrit tu re pro ven za li, che già li die di in Vi ne tia, quan do lo vo le va mo far stam pa re», ma dal l'al tro di far si pre sta re «quel la gram ma ti ca an ti ca ch'eb be in Vi ne tia, la qua le è come un Do na tel lo di det ta lin gua»; c) let te ra di Cor bi nel li al Pi nel li del 16 apri le 1578 re la ti va al fat to d'a ver vi sto a Lio ne, nel le mani di Fran ce sco Giun ti ni, un «bel lis si mo et sin gu lar li bro di rime pro ven za li» già pos se du to da Ca stel ve tro; d) in ven ta rio dei li bri pos se du ti dal la fa mi glia Ca stel ve tro, com pi la to da Antonio Fo scar di il 23 ago sto 1577, dove si tro va no ca ta lo ga ti i se guen ti vo lu mi: «una vac chet ta di ver si pro ven za li in mem bra nis; Se ba stia no Brand po e mi pro ven za li; Sa vio Si dra cho pro ven za le a pen na in mem bra nis». 1
PER UNA NUOVA EDIZIONE DELL'EPISTOLARIO DI PAOLO GIOVIO
EPISTOLARI DAL DUE AL SEICENTO Modelli, questioni ecdotiche, edizioni, cantieri aperti (Gargnano del Garda, 29 settembre - 1° ottobre 2014) a cura di Claudia Berra, Paolo Borsa, Michele Comelli e Stefano Martinelli Tempesta, 2019
The report deals with some major subjects involved in a new edition of Paolo Giovio’s correspondence. The first issue to deal with is plurilinguistic mixture, by which different prospects are declared and by which great part of vernacular epistles is pervaded. This is a principal trouble for an editor. Giovio’s burlevole cifra, or “humorous cipher’, was a kind of code frequently found in diplomatic dispatches: «With his plurilingualism, his deliberate lexical deformation, Giovio created a highly expressionistic language» (Zimmermann). Franco Minonzio outlines a short history of the editions of the epistles written by Paolo Giovio, from the first sylloge (1560) collected by Domenichi to the last edition, Epistularum pars prior [-pars altera] (Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1956-1958) edited by Giuseppe Guido Ferrero. Minonzio concludes his report explaining the editorial criteria he is applying on working up his new edition of Giovio’s correspondence.
Un nuovo testimone padano-orientale del 'Libro di Costumanza' (redazione γ)
Filologia e critica, 2017
The paper reports an as-yet-unknown witness of the Libro di Costumanza, an Italian translation of the French version of the Moralium Dogma Philosophorum. It provides also a whole survey of the witnesses of the work, which is distinct in different versions. The Neapolitan manuscript belongs to the version signed as γ and stands out as one of the rare witnesses copied in Northern Italy. A first linguistic analysis of the scripta shows some features leading to the Eastern area of the Po valley. In conclusion, the manuscript is backdated to the first half of the 14th century.