S. Bonomi, C.G. Malacrino, L'edificio per spettacoli di Fons Aponi. Considerazioni a margine dei rilievi effettuati nell'area archeologica di viale Stazione/via degli Scavi, in Aquae Patavinae. Il termalismo antico nel comprensorio euganeo e in Italia, Atti del Convegno (Padova, 21-22 giugno 2010), a cura di M. Bassani, M. Bressan, F. Ghedini, Padova 2011, pp. 29-55. (original) (raw)

I. Romeo, A.M. Nardon, L'Edificio P e i suoi intonaci dipinti: nuove indagini a Cosa, in S. Valentini, G. Guarducci (a cura di), Archeologia in Toscana. Ricerca, tutela, gestione e valorizzazione, Atti del Convegno di Firenze 7-9 Giugno 2023, Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Stud...

I. Romeo, A.M. Nardon, L'Edificio P e i suoi intonaci dipinti: nuove indagini a Cosa, in S. Valentini, G. Guarducci (a cura di), Archeologia in Toscana. Ricerca, tutela, gestione e valorizzazione, Atti del Convegno di Firenze 7-9 Giugno 2023, Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Stud..., 2024

235 L’EDIFICIO P E I SUOI INTONACI DIPINTI: NUOVE INDAGINI A COSA ilAriA roMeo * , AnnA MAriA nArdon * Abstract Il contributo è un rapporto preliminare sull’Edificio P di Cosa, indagato dall’Università di Firenze tra il 2017 e il 2019. Questo ediicio, sin qui mai indagato, è collocato nell’insula 1ί ed è stato denominato P dall’arteria principale che corre lungo di esso, mettendo in comunicazione Arce e Foro della coloniaέ δ’Ediicio P era probabilmente un annesso funzionale all’adiacente domus 10.2, ancora inesplorata. Esso consiste di un cortile centrale con pavimenti in cocciopesto e tessellato, su cui si aprono diversi ambienti, di cui uno con soffitto decorato in terzo stile pompeianoέ δe pitture sono state oggetto di analisi dettagliata e qui si presentano i risultati delle relative indagini archeometriche. Lo studio dei materiali datanti ha consentito di attribuire la costruzione dell’Ediicio P al I secolo aέCέ, in età augustea, il suo restauro intorno alla metà del I secolo dέCέ e il suo abbandono inale all’età laviaέ l'’analisi dei reperti malacologici permette di ipotizzare che esso fosse destinato alla rivendita di pregiati molluschi edibili.