Le tesi a stampa nei collegi gesuitici d'età moderna (secc. XVI-XVIII) (original) (raw)
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N el quadro delle riforme promosse dalle maestà imperiali in Lombardia sullo scorcio del Settecento è indubbio che la riorganizzazione del sistema di istruzione superiore si impone, negli annali della storia, per il forte impatto architettonico e urbanistico. A Pavia in modo particolare questo assunto si può verificare nell'impegno profuso nel restauro dei cortili dell'Università posti in fregio a Strada Nuova e dell'adiacente crociera dell'ospedale San Matteo, nonché nella realizzazione del nuovo Orto Botanico sul sito della soppressa canonica dei padri lateranensi in Sant'Epifanio, tutti episodi ormai entrati a pieno titolo nella storia dell'architettura neoclassica in Lombardia 1 . Minore attenzione hanno riscosso, sia pure con qualche eccezione, i programmi di insediamento di nuovi Collegi universitari nel tessuto urbano della città, secondo un disegno che, se avesse raggiunto pieno compimento, avrebbe radicalmente rivoluzionato il volto urbano di Pavia 2 .
Una controversia universitaria nello Studio catanese alla fine del secolo XVI
Rivista Internazionale di Diritto Comune, 1995
Rivista Internazionale di Diritto Comune 6 (1995). 251 ROSALBA SORICE Una controversia universitaria nello Studio catanese alla fine del secolo XVI Un fascicolo di carte manoscritte conservato presso l'Archivio della Curia Arcivescovile di Catania 1 documenta la vertenza riguardante l'elezione del Rettore degli studenti 2 che, nell'ultimo quarto del secolo XVI, vide protagonisti il viceré Marc'Antonio Colonna 3 e il vescovo-1 La carica di Cancelliere dello Studium ricoperta dal Vescovo di Catania giustifica la presenza della grande quantità di documenti conservati presso questo Archivio. Sul punto cfr. G. Zito, 'Per la storia dell'Università di Catania: l'Archivio Arcivescovile e il padre Luigi Della Marra', Insegnamenti e professioni. L'Università di Catania e le città di Sicilia, G. Zito (cur.), M. Bellomo (intr.), II.1 (Siciliae Studium Generale. Studi e Documenti per la storia dell'Università di Catania; Catania 1990) 11-27. Nell'ambito del progetto per la realizzazione di un Cartularium dell'Università catanese lo spoglio dei documenti ha portato alla pubblicazione dei primi tre volumi: Gli antichi privilegi dell'Università di Catania, M. Bellomo (cur.), S. La Rosa (intr.), I (Siciliae Studium Generale. Studi e Documenti per la storia dell'Università di Catania; Catania 1987); Insegnamenti e professioni. L'Università di Catania e le città di Sicilia, G. Zito (cur.), M. Bellomo (intr.), II.1 -II.2 (Siciliae Studium Generale. Studi e Documenti per la storia dell'Università di Catania; Catania 1990). 2 Archivio della Curia Arcivescovile di Catania (d'ora in poi A.C.A.), Università degli Studi, Supplicationes (1514-1750) fasc. b. Il ms. è segnalato da Zito, 'Per la storia dell'Università' 12; il fascicolo conserva le copie di relationes, suppliche e testimonianze degli studenti autenticate di volta in volta dal notaio dello Studio o dal notaio della Curia vescovile. Alla fine di ogni documento sono riportate, infatti, le diverse formule: "ex actis Curie almi Studij clarissime civitatis Cathine…" o viceversa nel caso in cui si tratti di copia dei provvedimenti o delle 'monitorie' del Cancelliere si legge: "ex actis magne episcopalis Curie cataniensis…". 3 Marc'Antonio Colonna, figlio di Ascanio e Giovanna d'Aragona, nasce a Civita Lavinia nel 1535. Dopo essersi distinto in numerose imprese militari e abili mediazioni politiche, viene nominato Viceré di Sicilia da Filippo II nel 1577. La sua attività di governo però diventa ben presto motivo di malcontento presso gli ufficiali del Regno. Infatti, le proteste presentate contro di lui a Madrid spingono il sovrano
Rassegna storica salernitana, pp. 169-178, 2019
Il 21 e il 22 febbraio l'Università degli Studi di Napoli "Federico II" presso il Dipartimento di Studi Umanistici ha ospitato il convegno I paratesti delle opere a stampa di scrittori classici, greci e latini, nell 'Età moderna (1450'Età moderna ( -1700, che ha riunito un cospicuo numero di studiosi europei. I lavori si sono aperti nell'Aula G. Pontano della Società Nazionale di Scienze, Arti e Lettere con i saluti delle autorità accademiche: Arturo De Vivo, prorettore dell'Università di Napoli "Federico II"; Edoardo Massimilla, Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici; Giovanni Polara, presidente della Società Nazionale di Scienze, Lettere e Arti di Napoli. Ai saluti è seguita la presentazione del convegno tenuta da Giancarlo Abbamonte (Università "Federico II", Napoli), promotore dell'evento.
Vicende e letture di studenti universitari del XVI secolo
Archivio Storico Italiano, CLXXIII (2015), pp. 313-340., 2015
L’articolo analizza alcuni aspetti della vita universitaria a Pisa nel XVI secolo. L’analisi di quattro lettere inviate da don Jaime Aymerich consente di soffermarsi sul percorso formativo, gli eventi accademici, le letture e i problemi di vita quotidiana che lo studente doveva affrontare in una città straniera. Le vicende che riguardano il giovane Aymerich, comparate con quelle di altri studenti del mondo iberico, permettono di gettare nuova luce sulla comunità universitaria sarda a Pisa e di evidenziarne personaggi e dinamiche. The article focuses on the aspects of student life in Pisa in sixteenth-century. The analysis of four letters written by don Jaime Aymerich casts a light on the education’s training, on the academic events, on the readings and on the problems of daily life that a student had to face in a foreign city. The experience of Aymerich, compared with those of other students from the Iberian world, allows us to study the presence of Sardinian students at the University of Pisa and to understand her actors and dynamics.
Lo Studio, le accademie, la città (secc. XVI-XIX)
Firenze University Press eBooks, 2024
Nel 1472 una delle motivazioni della decisione di Lorenzo il Magnifico e della Signoria di promuovere lo Studio Generale in Pisa piuttosto che a Firenze riguardava le «comodità» che offriva Pisa «prossima al mare ed abbondante di abitazioni e di viveri» e «priva di quei passatempi che sogliono distrarre la gioventù dall'applicare alle scienze» (Prezziner 1810, 159). Sembra trasparire da questo testo una sorta di paura della presenza a Firenze di una numerosa scolaresca, paura per la buona tenuta dell'ordine sociale, morale ed anche politico della città; ma ben altra sembra essere stata la ragione di fondo della deliberazione. La questione della scelta di trasferire a Pisa l'università, privando di fatto Firenze di una tale istituzione, più che alla «paura» dei giovani studenti attiene a quella costituzione politica-legale per ordini che strutturava la vita sociale e politica fiorentina entro rigide forme corporative. Non serviva al ceto di governo avere uno Studio generale, che desse titoli accademici-peraltro in nome dell'autorità vescovile-che non rispondevano alle logiche corporative della città. È inoltre da considerare che la storia di Firenze e della sua università non è un caso unico nella storia delle città e delle università dell'Italia della prima età moderna, là dove Venezia, Milano, Palermo non ebbero una loro università. Non serve, dunque, insistere sulla «paura»; se una ipotesi possiamo avanzare per la storia di Firenze, di Venezia, di Milano, dobbiamo cercarla nell'analisi del sistema di potere del patriziato, nelle regole di quella «costituzione per ordini» che
La storia degli studi nei gessi emiliano-romagnoli (XV-XIX secolo). Un primato mondiale
P. Lucci, S. Lugli (a cura di), Le evaporiti dell’Appennino settentrionale Patrimonio dell’Umanità. Sintesi multidisciplinare, Bologna, pp. 387-420., 2024
Riassunto L’articolo analizza, in una prospettiva diacronica, la storia degli studi nei gessi dell’Emilia-Romagna, compresa tra la fine del XV secolo e il XIX secolo. Ne emerge un quadro complesso e interdisciplinare, al cui interno spiccano i nomi di alcune personalità di grande rilievo nella storia della scienza (Georg Agricola, Ulisse Aldrovandi, Luigi Ferdinando Marsili, Antonio Vallisneri, Lazzaro Spallanzani), sullo sfondo del ruolo, diretto o indiretto, detenuto in questo contesto dall’Università di Bologna, tra le massime istituzioni accademiche europee sino all’Ottocento. Le ricerche più antiche si datano al tardo Quattrocento, facendo dei gessi emiliano-romagnoli i primi affioramenti evaporitici al mondo ad essere stati studiati; analisi e pubblicazioni si sono poi succedute senza soluzione di continuità sino ad oggi. Parole chiave: Gessi dell’Emilia-Romagna, storia degli studi, storia della scienza, storia dell’archeologia, storia della museologia, rappresentazioni cartografiche storiche del carsismo nei gessi, fotografia storica e gessi. Abstract The article analyses, in a diachronic perspective, the history of the studies of Gypsum karst areas in Emilia-Romagna Region (Northern Italy), from its beginnings in the late 15th century to the 19th century. What emerges is a complex and interdisciplinary framework, in which some of the most important figures in the history of science (Georgius Agricola, Ulisse Aldrovandi, Luigi Ferdinando Marsili, Antonio Vallisneri, Lazzaro Spallanzani) stand out against the backdrop of the direct or indirect role played in this context by the University of Bologna, which was one of Europe’s leading academic institutions until the 19th century. The first investigations date back to the late 15th century, so Gypsum zones of the Emilia-Romagna were the first evaporitic outcrops studied in the world; analyses and publications have followed one another without interruption until today. Keywords: Gypsum Areas of Emilia-Romagna Region, History of Studies, History of Science, History of Archaeology, History of Museums, Historical Cartography and Gypsum Karst, Historical Photography and Gypsum Outcrops.
2014
This paper deals with an unpublished Renaissance document preserved in the Archives of Turin, relevant to the history of the local university. It is an anonymous report, written in 1593, relative to the reasons for opposing the Jesuits’ attempt to obtain the teaching of philosophy, and to transfer this teaching from the university to their college. The pedagogical, cultural, and political arguments brought forward by the anonymous author of the document are here considered against the background of the European expansion of the Jesuit Order and of its schools. The case of Turin is compared to polemics that affected the Universities of Paris and Padua, involving academic, civil and religious authorities. Thus, a wider overview of the conflicts between traditional universities and the emerging Jesuit educational system is offered. Moreover, the Turin quarrel helps pinpoint the irreconcilability between Jesuit Scholasticism and late Humanism as an important aspect of these contrasts. A...