Macroarea 3 (L’Aquila Est, Paganica, Bazzano, S. Gregorio) (original) (raw)

Borghi – Dell’Aquila – Iannaccaro, Baldoria

Fra tutte le accezioni di baldoria, le uniche che presentano pienamente l'i conimo baldo sono quelle del ticinese baldoria 'boria, superbia' (Cavigliano [Melezza, Locarno]), che può essere un germanismo diretto se dal longobardo *bald(a)[w]uori < germ. *bălþăōră 'intossicato, furioso (KROONEN 2013, p. 593) in quanto ardito' (*bălþōōrăz < IE *bʱltŏh₂ŏhₓrŏs?), e della presunta variante baldoia 'baldanza' (Poschiavo [Grigioni]), possibile mutuazio ne antica da un germ. occid. *băldăă < germ. comune *bălđăăăn 'buo na fortuna (runico auja n. [ORËL 2003, p. 29] ← √*h₁ĕhₓ 'aiutare, favorire' [IEW, I, pp. 7778; LIV², pp. 243244] o √*h₂ĕh₁ 'correre in aiuto') degli arditi'. 2. Gallese baldordd Di certo non è un prestito dall'anglonormanno baldorie né dall'antico francese baldur il gallese baldordd 'schiamazzo, cicaleccio, mormorio, chiac chiera' (dal XV sec.: THOMAS 19501967, p. 251 2), dato che, in britannico, */j/ diventa

fra il IV e il V sec. (*/rd/ diventa nella seconda metà del V sec.; JACKSON 1953, pp. 353356; pp. 560561; pp. 694695). Non può nemmeno essere passato dal latino (volgare), perché in britannico *ld diventa /ll/ anche nei latinismi come callawr < *căldārĭŭm (MORRIS JONES 1913, p. 167; JACKSON 1953, p. 400; p. 432; *călĭdārĭŭm non sarebbe stato sincopato e avrebbe provocato metafonia [da ĭ] di ă nella prima sillaba). È dottrina ricevuta che, come in goidelico e a differenza che in gallico, in britannico *ld diventi /ll/ già nel lessico ereditario (JACKSON 1953, pp. 432 433), per esempio in celli (f.; plurale au, oedd < *ĕsŏ) corradicale dell'irl. caill 'bosco, foresta' (← IE √*kĕl(h₁₂₍₄₎)d ← ³√*kĕl(h₁₂₍₄₎) 'battere, picchia re, spaccare': IEW, I, pp. 545547) 3. A questo punto però rischia di diventare in comprensibile l'origine di baldordd, visto che, in mancanza di etimi congru enti, non può essere stato mutuato dal francese moderno o dall'inglese. D'al tra parte, il medio irl. caillidh (caille) < celt. *kăllĕt è un derivato dell'antico irl. ¹caill f. 'bosco, foresta', che può riflettere un antecedente celt. *kăllī 2 Come etimo vi si propone balb 'balbuzie' + dwrdd / twrdd 'rumore', che tuttavia anche nella migliore delle ipotesi risulterebbe †balfdwrdd (mancano paralleli per lfd > ld). 3 A rigore, celli non significa proprio 'bosco' ma 'boschetto, vivaio, bosco ceduo, terreno boscoso, zona boschiva; noccioleto' (THOMAS 19501967, p. 459)-è l'irl. caill che significa 'bosco, foresta'-e perciò si potrebbe pensare a un composto IE con una formazione primaria in *ŭ, per esempio *h₂₄gŭs ← √*h₂₄ăg 'crescere; frutto, bacca' (IEW, I, p. 773; MALLORY-ADAMS 1997, p. 63; p. 433; ADAMS 1999, pp. 109110): IE *kōldĭh₂₄gŭs 'crescita del bosco' > *kōldīgŭs > celt. *kāldīgŭs > *kăldīgŭs (plurale *kăldīgŏĕs) > brit. *kăldīγŭΣ > *kaelðīγŭh > *kĕlðīγŭ[h] > *kĕlðī[γ]ŭ > *kĕllī[ŭ] > celli (vd. anche īnfrā in testo).

CESURA - Rivista, 3 (2024) - intera annata (fascicoli 1 e 2)

Cesura - Rivista, 2024

[ENG] The third volume of CESURA-Rivista (2024) delves into a diverse range of topics, from historical-cultural reflections to analyses concerning the construction of Aragonese monarchical ideology. This collection comprises studies and dialogues engaging leading scholars in the field. The "Studies" section features articles by Sara Bova, Lucas Fonseca, Alejandro Coroleu, Lluís Cabré, and Raimon Sebastian, providing detailed insights into recent research. The "Comparisons" section hosts an invigorating dialogue between Guido Cappelli and James Hankins. Additionally, the volume includes a monographic part titled "At the Crossroads of the Mediterranean. 1. Institutional and Ideological Lines," edited by Fulvio Delle Donne and Guido Cappelli, with contributions from Flocel Sabaté, Lydwine Scordia, Montserrat Ferrer, Lluís Cabré, Alejandro Coroleu, Marta Celati, Luca Ruggio, Sondra Dall'Oco, and Alessandro Rizzo. [ITA] Il terzo volume di CESURA-Rivista (2024), esplora una varietà di temi che spaziano dalle riflessioni storico-culturali alle analisi relative alla costruzione dell'ideologia monarchica aragonese, attraverso una collezione di studi e confronti che coinvolgono alcuni dei principali studiosi nel campo. La sezione "Studi" ospita gli articoli di Sara Bova, Lucas Fonseca, Alejandro Coroleu, Lluís Cabré e Raimon Sebastian, offrendo una panoramica dettagliata di ricerche recenti. La sezione "Confronti" presenta un dialogo stimolante tra Guido Cappelli e James Hankins. Inoltre, il volume include una parte monografica intitolata "Al crocevia del Mediterraneo. 1. Le linee istituzionali e ideologiche", curata da Fulvio Delle Donne e Guido Cappelli, con contributi di Flocel Sabaté, Lydwine Scordia, Montserrat Ferrer, Lluís Cabré, Alejandro Coroleu, Marta Celati, Luca Ruggio, Sondra Dall'Oco e Alessandro Rizzo.

L'ARALDICA SFORZESCA TRA PESARO E MILANO STORIE DEGLI SFORZA PESARESI 3

talor si faceano alcuni giochi ingegnosi ... spesso si faceano imprese, come oggidì chiamiamo" (Castiglione, Cortegiano, I, 5). Il Dialogo dell'imprese militari e amorose di Paolo Giovio (Roma 1555) diede avvio a una vastissima trattatistica sul genere (che oggi appare ridicola e fatua, ma allora era fondamentale per i "nobili"), mirante soprattutto a chiarirne la tecnica e a nobilitarne le origini. Girolamo Ruscelli fece discendere direttamente dai consigli divini il "bellissimo ed utilissimo pensiero e trovamento dell'imprese" (Le imprese illustri, Venezia 1566). L'argomento fu ripreso da Andrea Palazzi: "Coloro adunque che dell'imprese hanno voluto più diligentemente ricercar l'invenzione, hanno ritrovato essersi avuta da Dio, che di sua bocca a quei primi sacerdoti del vecchio testamento, nel fare il tabernacolo e l'arca, divisò le figure che egli voleva che vi si scolpissero" (Discorso sopra le imprese, Bologna 1575). Luca Contile sostenne che "Il pubblicar l'imprese tocca a coloro nati nobili di sangue e ricchi di robba e di titoli signorili" (Ragionamento sopra la proprietà delle imprese, Pavia 1574). Non casualmente Lodovico Domenichi aveva dedicato un'ampia sezione alle "Tante onorate academie e raunanze d'uomini virtuosi e letterati, che avendo tutti bellissimi concetti, verisimilmente devono aver fatto argutissime imprese" (Ragionamento sulle imprese d'armi e d'amori, Venezia 1556). Se Torquato Tasso aveva definito l'impresa "Parte o specie d'una muta poesia" (Il Conte overo de le imprese, Napoli 1594), nel Seicento essa divenne un vero e proprio artificio, una "arguzia figurata", la cui bellezza era basata sull'ingegno, espresso nella forma complessa e allusiva della significazione. L'impresa è "Un'espressione di un concetto heroico della nostra mente, per via di un simbolo apparente" -scrive Emanuele Tesauro -un "Miraculoso composito, che ha l'anima fuor del corpo, avendo il significante sensibile nello scudo e il significato intelligibile nella mente" (Trattato delle imprese, nel Cannocchiale aristotelico, Torino 1654, cap. XV). Nel Cinquecento, con la diffusione della stampa tipografica, furono in voga le "imprese" di alcuni illustri tipografi ed editori, che si definiscono anche "marche tipografiche; a volte incise da celebri artisti, raffigurano talora scene pagane oppure figure simboliche od allusive, cosicché le imprese non furono solo patrimonio dell'araldica nobiliare o militare. BLASONE: il termine derivato dal francese, ha in pratica il medesimo significato di araldica, ma indica soprattutto la descrizione verbale dello stemma, fatto secondo regole precise, per cui se il disegno dello stemma della famiglia è stato eseguito secondo le regole araldiche, chiunque conosca tali regole è in grado di ricostruire l'esatta descrizione semplicemente guardando il disegno.

Grande Gruppo 3

Laboratorio -I partecipanti sono 40 , fra cui formatori, Presidenti delle sedi locali, membri del Direttivo dell'organizzazione di volontariato, provenienti da tutta Italia Programma Caratteristiche dell'attività

Tre crateri da Contrada Zappalà a Siracusa

ἡ ἄμενπτος, ζήσασα χρηστῶς καὶ σεμνῶς Scritti per MARIARITA SGARLATA, a cura di a cura di Fabrizio Bisconti, Matteo Braconi, Lorenza de Maria, Maria Domenica Lo Faro, Lucrezia Spera, 2023