Quartieri popolari in trasformazione: quali possibili identità? San Giuseppe, Trento. L’elaborazione simbolica della riqualificazione ex-Michelin (original) (raw)

"L’obiettivo di questo lavoro è di contribuire ad una maggiore comprensione delle trasformazioni sociali innescate dall’intervento urbanistico previsto nell’ex area industriale Michelin di Trento. Nello specifico, l’indagine si è riferita al modo col quale gli abitanti del quartiere popolare di San Giuseppe percepiscono attualmente la riqualificazione e i codici simbolici che utilizzano per immaginare ed anticipare il suo presente e il suo futuro. Attraverso una metodologia qualitativa – costituita da osservazione partecipante al quartiere e interviste in profondità – è stata ricostruita la rete di significati che l’area attualmente riveste e gli schemi che vengono usati per interpretare e valutare i suoi cambiamenti nel tempo. Nella prima parte del lavoro viene discussa la letteratura sul tema, collocandosi all’interno dell’approccio di costruzione sociale della realtà e tracciando le caratteristiche dei contemporanei processi di riqualificazione dei quartieri popolari. La seconda parte esplora e interpreta le memorie passate sul quartiere da parte dei suoi abitanti di lunga data, i ricordi del mondo operaio, le tracce simboliche lasciate dal lavoro in fabbrica e l’impatto della dismissione Michelin. Nella terza parte vengono, infine, discussi gli aspetti relativi a timori e pericoli sulla futura trasformazione del quartiere, le tensioni percettive all’annunciato cambiamento e le specifiche proiezioni sulla coabitazione fra residenti radicati e nuovi arrivati. Il tema dell’invecchiamento della popolazione sarà uno dei punti nevralgici delle conclusioni di questo resoconto, assieme al timore per la presenza di migranti e a una più generale paura per l’aumento delle disuguaglianze. PAROLE CHIAVE: trasformazioni urbane, quartieri popolari, etnografia, gentrification, studi di comunità"

(2020) Tradimento o salvezza? La riqualificazione delle icone dell’housing sociale nel nuovo millennio

Costruire l'abitare contemporaneo: Nuovi temi e metodi del progetto, 2020

Colombo, Cristina F. “Tradimento o salvezza? La riqualificazione delle icone dell’housing sociale nel nuovo millennio”. In Costruire l'abitare contemporaneo: Nuovi temi e metodi del progetto, edited by Gioconda Cafiero, Nicola Flora, Paolo Giardiello, 122-126. Padova: Il Poligrafo. 2020. ISBN 978-88-9387-113-6 Molti dei grandi complessi di housing sociale eretti a partire dal secondo dopoguerra si sono rivelati troppo arditi per avere successo. Talvolta il fallimento è stato decretato dalla mancanza di una comunità ideale e pronta a sposare visioni architettoniche utopiche; altrove, i progetti si sono dimostrati incapaci di soddisfare il mutare nel tempo delle esigenze abitative. Le Unité d’Habitation di Le Corbusier, il progetto londinese degli Smithson per i Robin Hood Gardens, le Balfron e Trellick Tower di Ernö Goldfinger, Park Hill Housing a Sheffield di Jack Lynn e Ivor Smith, il quartiere Le Mirail di Tolosa di Georges Candilis, Alexis Josic e Shadrach Woods, Nuovo Corviale di Mario Fiorentino, le “Vele” di Scampia di Franz di Salvo o gli Espaces de Abraxas di Ricardo Bofill i Leví sono esempi illuminanti. In alcuni casi si è deciso di abbattere megastrutture ritenute non recuperabili, in altri sono state intraprese iniziative di rilancio. Il contributo si occuperà di studiare da una prospettiva di interni le strategie adottate per riqualificare edifici iconici e la coerenza degli interventi rispetto alle idee architettoniche e sociali originali, in particolare in due casi opposti affidati a Studio Egret West e Hawkins/Brown: Park Hill Housing a Sheffield e Balfron Tower a Londra. # Social housing, Architettura d’interni, Utopie dell’abitare, Riqualificazione Language: Italian

2014- Rilievo e Gestione delle trasformazioni. Le piazze di Firenze . In Conoscere per progettare. Il centro storico di Firenze. Mariella Zoppi, Gabriele Paolinelli (a cura di), Edizione DIDA Diaprtimento di Architettura, dicembre 2014

Nel centro storico le piazze sono nodi attrattori di interesse e fulcri di relazioni e connessioni in un paesaggio storico urbano complesso ed in costante trasformazione. Rilevare le principali piazze di Firenze, significa analizzarne criticamente le relazioni compositive, estetico-formali e storico culturali, ovvero codificarne le regole per la gestione sostenibile dei luoghi. I rilievi qualitativi hanno consentito una raccolta copiosa di dati a supporto della verifica dei progetti di trasformazione dello spazio pubblico. I materiali prodotti durante gli ultimi anni di lavoro e le attrezzature presenti nel Laboratorio UNESCOi, grazie ad una proficua collaborazione tra Università e Comune di Firenze, hanno consentito l'implementazione del quadro conocitivo sul centro storico e divengono uno strumento attivo per il progetto a supporto della gestione sostenibile del Sito UNESCO. Le piazze sono i “luoghi strategici in una città, nei quali un osservatore può entrare, e che sono i fuochi intensivi verso i quali e dai quali egli si muove. Qualcuno di questi nodi di concentrazione è il fuoco o il culmine di un quartiere, sul quale irradia la sua influenza e del quale rappresenta il simbolo” (Lynch 1960). Marco Romano nei suoi scritti (Romano 2008) ci spiega come la città nel suo complesso possa essere interpretata come opera d’arte, in quanto sviluppo nella storia di uno o più “temi collettivi”. Particolari piazze e strade presenti nel centro storico di Firenze, possono infatti essere lette come sviluppo di differenti “temi progettuali” alla scala urbana. I differenti “temi della strada” li ritroviamo nelle “vie minori”, quali via Santa Reparata, via San Zanobi, via delle Ruote caratterizzate dal lotto gotico che si sviluppa tra ‘300 e ‘500 con edifici a schiera con il fronte stretto (5 ml circa pari a 8,5 braccia fiorentine dove 1 braccio = 58cm) ed il lotto profondo circa 5 volte il fronte (25 ml. circa pari a 43 braccia fiorentine). Le “strade trionfali” le identifichiamo nell’antico cardo e decumano con la loro prosecuzione, che trova sfondo in Porta San Gallo e Porta Romana nella direzione nord-sud e Porta alla Croce e Porta al Prato nella direzione est-ovest. Altro tracciato “trionfale” è il “percorso del Principe” ovvero il tratto che da Palazzo Pitti attraversa ponte vecchio e oltrepassando Piazza della Signoria e Palazzo Vecchio, giunge a piazza Duomo ed infine attraverso via dei Servi arriva a P.zza SS. Annunziata.

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A. Bonci, M. Filippucci, V. Menchetelli, S. Merli, "Piazza del Sopramuro, oggi piazza Matteotti. Trasformazione architettonica e urbanistica", in "Camminare nella storia", a cura di P. Belardi, Perugia, Fabrizio Fabbri, 2009, pp. 25-39.