Il ricordo di Alcippo (Antonio Brocardo) tra le rime di Niccolò Franco in «Banca dati “Nuovo Rinascimento”», 2012 (original) (raw)

LE RIME VOLGARI DI LUDOVICO PASCALE. SULLA COSTRUZIONE DEL CANZONIERE .

Književnost, umjetnost, kultura između dviju obala Jadrana/ i dalje od mora iv. Letteratura, arte, cultura tra le due sponde dell’Adriatico ed oltre iv, 2016

L’evolversi del petrarchismo peninsulare e il prestigio nel suo ambito assunto dal volgare italiano come lingua della poesia sono alla base, nella prima meta del Cinquecento, dell’affermarsi, in un centro geo-politico e culturale di rilievo come Cattaro — avamposto della Serenissima nel dominio dell’Adriatico —, della sperimentazione lirica improntata alla pratica del Bembo. Tutto compreso nel ventennio 1530-1550, l’arco della sua parabola documentabile è contrassegnato dalla produzione di due importanti canzonieri: Rime amorose di Giorgio Bizanti (Venezia 1532) e Rime Volgari di Ludovico Pascale (Venezia 1549), uscito il primo a due anni di distanza dalla princeps bembiana (Rime, Nicolini da Sabbio 1530), punto di avvio, per il Dionisotti, del petrarchismo nel senso stretto del termine, e a un anno dalla sua terza e definitiva impressione, curata da Carlo Gualteruzzi (Rime, Gabriel Giolito de Ferrari 1548). Patria del Bizanti e del Pascale, Cattaro, l’antica Ascrivium della Dalmazia romana, presenta all’epoca il profilo linguisticamente ‘altro’, rispetto a Ragusa e a centri adriatico-orientali come Spalato, Zara o Lesina, segnato dall’assenza della componente slava nella sua tradizione comunicativa illustre. Il codice neolatino del Bizanti alla base delle Amorose sottolinea la contrastante prospettiva lirico-narrativa sottesa all’opus poeticum prodotto, segnalando, nell’andamento parabolico della vicenda che vi si snoda, la sua conformità a quella dell’Auctor Petrarca. In Pascale questo prospettico contrasto viene a mancare, ricomposto nell’adesione manifestata alle diverse forme del classicismo rinascimentale nel duplice codice (latino e volgare) sperimentate, stemperato dal fitto dialogo tra loro, alla maniera del Bembo, ma anche del Trissino, e di Bernardo Tasso, intrattenuto. Il codice neolatino del Pascale offre infatti inusitate movenze classiche a temi e forme delle Rime Volgari, aprendone la declinazione romanza ai moderni microgeneri votivo e pastorale.