Le memorie istriane di Raimondo Devescovi (original) (raw)

Orazio Costa Giovangigli ricorda Tatiana Pavlova

amleto.info, 2021

Ho incontrato Orazio Costa Giovangigli (1911-1999) nella sua residenza romana il 24 marzo 1993, mentre ero ancora impegnato nella raccolta documentaria per il mio libro su Tatiana Pavlova. Orazio Costa Giovangigli è stato allievo della Pavlova all'Accademia nazionale d'arte drammatica fondata da Silvio D'Amico. Durante il colloquio, oltre che della Pavlova, si è parlato anche di D'Amico, Guido Salvini, Luigi Pirandello, Renato Cialente e Pietro Sharoff. Il colloquio è rimasto inedito.

Fanny Giambalvo: tra memoria, ricordi e impegno culturale

Studi sulla Formazione, 2016

I molti colleghi pedagogisti che negli anni sono passati per Palermo, non potranno dimenticare facilmente la figura di Fanny. Che fu insieme studiosa, collega attenta e premurosa, commensale squisita, animatrice instancabile della «Fondazione Nazionale Vito Fazio-Allmayer». E fu voce, una voce caratteristica che arrivava dall'Isola per un saluto, per un invito culturale, per un impegno di dottorato o di sempre ricorrenti concorsi. Ma Fanny era quella voce. Forte, stentorea, ma anche affettuosa ed esperta di umane vicende. Ora Fanny, come il destino o la pronoia o il Nous o la cristiana Provvidenza o il capocomico dei Ricordi di Marco Aurelio decidono, è tornata nel Tutto da cui tutti proveniamo, il Tutto della divinità che amando crea o il Tutto dell'Essere che chiama all'esistenza, un'esistenza da cui, platonicamente generati nella luce, platonicamente si è destinati inesorabilmente a de-sistere e a ritornare nel regno delle ombre. Ma il cammino di Fanny nella luce è stato, come direbbe Croce, "operoso", e anche molto visibile nella comunità accademica e sociale. Ben al di là dei confini siciliani. Perciò nel giorno della festa della donna, il collega Cambi ha voluto organizzare, presso l'Università di Firenze, un incontro amicale per ricordare la figura dell'amica e collega. Giacché i legami di Fanny con Firenze erano originati dai vincoli sostanziosi con la sua maestra, la prof.ssa Bruna Fazio-Allmayer, che con il marito Vito aveva avuto legami non sporadici con Firenze. E da qui ha preso avvio il significativo ruolo svolto in ambito educativo dall'archivio del Novecento pedagogico, collocato appunto nella palazzina che fu dei coniugi Fazio-Allmayer. Tutto ciò imponeva un dovere di memoria, un dovere a cui i colleghi fiorentini non si sono sottratti. E perciò li ringrazio, perché hanno voluto associare anche me in questo rito di doverosa rammemorazione. Pur appartenendo a decenni diversi, i miei incontri con Fanny sono avvenuti in età adulta, adulta per entrambi, giacché tutti e due, purtroppo, incamminati verso la maturità accademica dei traguardi già raggiunti e con l'occhio rivolto alla loro naturale evoluzione nel regno della non troppo desiderata quiescenza. Chiamato allora a dire due parole di presentazione per il ricordo di Fanny, non posso non sfogliare le sue ultime pagine autobiografiche, là dove la collega palermitana rievoca le sue memorie di infanzia a Sambuca e il rituale

Le memorie di Filippo Pisani

Nordpress, Chiari (BS), 2006

Il libro riguarda le memorie di Filippo Pisani, ufficiale di artiglieria del contingente italiano che seguì Napoleone nella Campagna di Russia del 1812. Le memorie di Pisani sono pubblicate, aderendo il più possibile al piano dell’opera progettato da Pisani stesso. Per la prima volta, è pubblicato il materiale iconografico che era stato preparato da Pisani.

Dalle foibe all'esodo istriano

«Quaderni Culturali delle Venezie» dell’Accademia Adriatica di Filosofia “Nuova Italia”, 2020

La storia di quest’esodo è triste e fulminea: il 10 febbraio 1947 con il Trattato di Parigi l’Italia perse parecchi territori dell’Istria e della fascia costiera. Molte famiglie italiane furono costrette a lasciare le proprie case, le proprie città natali, le proprie radici. Nessuna terra promessa per loro, solo difficoltà, freddo, paura, insicurezza, tanta nostalgia. E morte: già dal 1943 in Istria furono migliaia le vittime italiane barbaramente massacrate dagli slavi di Tito e gettate nelle locali cavità carsiche dette foibe: si stringevano con filo di ferro i polsi alle vittime che erano legate tra loro, un colpo al primo della colonna e tutti i malcapitati precipitavano nelle cavità carsiche.

L’attraversamento del confine nei ricordi delle donne istriane

2007

* Nota del traduttore: nella loro forma originale, le interviste di cui si avvale questa ricerca sono registrate in dialetto istriano. Abbiamo scelto di tradurle in una forma italiana molto semplice ed essenziale e di mantenere i termini originali nel caso in cui fossero in uso anche nel dialetto triestino.

Il viaggio nella memoria della schiavitù

2021

Recensione di Saidiya Hartman, Perdi la madre. Un viaggio lungo la rotta atlantica degli schiavi, trad. Valeria Gennari, Tamu Edizioni, Napoli, 2021, pp. 332. Un libro che mette a fuoco fra passato e presente della vita di Saidiya Hartman, la storia delle “navi negriere”, dal Nord America verso il continente africano, tentando di dar voce alla diaspora dei dimenticati. La struttura narrativa infatti si muove su registri di scrittura differenti. Autobiografia che emblematicamente s’inscrive nella cornice storica dell’Africa pre e post-coloniale. Le parole alternano toni aspri, spietati, alla tenerezza che riappare quando l’autrice ricorda il suo passato. Sono parole che ti entrano sotto pelle; trascinano il lettore in un passato sempiterno, nella memoria e nella identità dell’autrice, e che travolgono anche la nostra, di identità, quale cifra storica del continente africano e, all’oggi, dell’Occidente capitalistico.

Le memorie albonesi e istriane di Ernesto Sestan, “Quaderni Giuliani di Storia”, XXXII, 1, 2011, pp. 121-138

This essay analyzes the "Memories of a Man Without Qualities", the autobiography of the Istrian historian Ernesto Sestan, with peculiar reference to the chapters which contain historical remarks on the small town of Albona in Istria between the end of the 19th century and the first decades of the 20th century. There is a comparison with Sestan's studies on the history of "Venezia Giulia" and the birth of modern nations. The last paragraph debates Sestan's reflections on the differences between the town and the countryside in the history of Istria.