UN'IDEA DI BENESSERE. UN'IDEA DI CITTA' (original) (raw)

Il Piano Strategico di Rimini nasce dalla collaborazione e dal coinvolgimento di più di trecento persone e di una settantina di associazioni del territorio. Il risultato è stato uno strumento agile, integrato, plurale e multidisciplinare nelle mani di un'amministrazione comunale che l'ha fatto proprio, mettendolo in pratica sul territorio, oovvero rendendo concreta un'idea di città. Ma cos’è il benessere? Quanti tipi di benessere esistono? Può un Piano Strategico portare benessere a una città? Perché questo concetto fondamentale non diventi vuoto materiale pubblicitario, è necessario un ragionamento profondo sulla sua natura e il suo significato sociale. È necessario confrontarsi coi soggetti del benessere e qui sorgono altri quesiti. Chi sono i destinatari del benessere? Dei clienti? Dei cittadini? Una comunità? Sono attivi o passivi nei confronti di ciò che ricevono? O sono loro stessi a generarlo coi loro comportamenti? A questi e numerosi altri interrogativi questa tesi cerca di dare risposta. Perché non basta proclamare di avere una vision e una mission per costruire una proposta per la città che sia integrata, plurale, previdente, sostenibile e attuale. È necessario avere prima di tutto un’idea di città e un’idea di benessere. È necessario stabilire delle priorità e definire chiaramente il tipo di relazione che le connette. Questo lavoro si propone di contestualizzare la proposta del Piano Strategico di Rimini all’interno delle dinamiche globali di sviluppo economico e di pensiero sulla città, per sottolinearne affinità, divergenze, proposte alternative. Fra le sue aspirazioni vi è quella di mostrare la strettissima relazione che intercorre fra il linguaggio usato per parlare di città, benessere, crescita economica, cittadinanza e lo sviluppo di un’idea di città, benessere, crescita economica e cittadinanza. Il contesto culturale in cui si sviluppa un determinato intervento sullo spazio urbano e le persone che vi risiedono, è determinato da un linguaggio che si fa pensiero. Un Piano Strategico redatto senza ascoltare le voci della città e delle comunità su cui questo verrà applicato, non può che risultare invasivo e fallimentare. Lo strumento di pianificazione urbana riesce veramente a conseguire risultati importanti quando riesce a diventare portavoce di un’idea condivisa di presente e di futuro. Interrogarsi, prima di redigere un Piano Strategico, su quali siano le idee di città e benessere che lo fondano, è il primo passo per creare una comunità di comunità, in cui ognuno si senta libero di esprimere le proprie specificità, in un’ottica di collaborazione, accoglienza e ascolto, che renda attivi politicamente e dunque pienamente cittadini.