Una città Etrusca sul mare. Il Parco Archeologico di Baratti e Populonia, 2010 (original) (raw)
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Un parco archeologico e i suoi paesaggi culturali: riflessioni su Baratti e Populonia (LI)
in F. Cambi, D. Mastroianni, V. Nizzo, F. Pignataro, S. Sanchirico (a cura di), Landscapes – Paesaggi culturali (Atti della Giornata di Studi tenutasi a Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, il 30 maggio 2019, 2021
Il golfo di Baratti, dominato dall’altura su cui sorge Populonia Alta, è un paesaggio culturale di straordinaria importanza, risultato di un rapporto profondo, dinamico e dalla lunghissima diacronia tra l’uomo e le risorse naturali del territorio. Insieme alle vaste zone per l’agricoltura e l’allevamento, alle due grandi lagune interne e a un mare al centro delle rotte del Mediterraneo antico, fu soprattutto la presenza dei giacimenti minerari del Campigliese e dell’Isola d’Elba a connotarne sotto il profilo siderurgico l’identità e l’economia sin dalle epoche più antiche, segnandone profondamente anche la storia novecentesca e contemporanea. Oggi l’area di Baratti e Populonia è un luogo che appare come ‘sospeso’ nel tempo, in cui gli aspetti paesaggistici si intrecciano armoniosamente con quelli archeologici in un equilibrio che sembra destinato, per sua natura, a restare tale. In realtà la storia di Populonia testimonia trasformazioni continue e repentine durante i secoli, capaci di cambiare radicalmente i diversi paesaggi che si sono succeduti, lasciandone tracce più o meno evidenti, stratificate le une sulle altre, che danno testimonianza di sé anche attraverso “l’assenza”. Il paesaggio culturale di Baratti e Populonia ha dunque un’identità composita e sfaccettata e ha ridisegnato il proprio volto non solo quando nel IV secolo a.C. le ‘colline nere’ degli scarti di lavorazione hanno sostituito la necropoli monumentale o quando nel II secolo a.C. l’acropoli etrusca fu ricostruita dagli architetti di Roma, o ancora quando, nel Novecento, divenne una miniera a cielo aperto per il recupero delle scorie. Anche quando a partire dal 1998 la zona è diventata un parco archeologico per tutelarne il patrimonio culturale e ambientale, il paesaggio ha attraversato una delle sue tante trasformazioni, diventando una meta del turismo culturale. Un aspetto che inevitabilmente apre a temi più ampi e attuali: il rapporto con la comunità locale e la sostenibilità economica di un progetto culturale, insieme alle strategie per lo sviluppo futuro.
Etruschi. Viaggio nella terra dei Rasna, catalogo della mostra (Bologna-Museo Civico Archeologico 2019-2020), 2019., 2019
Un'area di culto nella necropoli etrusca di San Cerbone a Baratti (Populonia, LI)
Archeologia Classica, 2015
Between 2004 and 2011 the Archaeological Superintendence of Tuscany 1 investigated a portion of the Fonte San Cerbone Etruscan necropolis in the Baratti Gulf, Populonia. The excavation revealed a continuous frequentation of the cemetery from the 9th to the end of 4th century B.C., when, after a period of abandonment, the area was occupied by production activities. The over eighty contexts brought to light are characterized, especially in the earlier phases, by a great variety, in terms of both the rituals and burial structures. The grave goods, never excellent, include objects from the Tyrrhenian area, the Greek World and the Eastern Mediterranean. The paper focuses on the phase after 540 B.C., when this part of the necropolis underwent radical restructuring, implying a generalized use of the panchina sarcophagus, but which nevertheless respected certain cult structures, including three circular altars and one rectangular, in use since the end of the 9th century B.C., where worship continued much longer. The perfect preservation of ancient life levels, the variety and articulation of contexts, the heterogeneous finds and especially the careful documentation of rituals helped enhance our knowledge of the Etruscan city and its role in Upper Tyrrhenian traffic.
Published in: "Conservazione e Valorizzazione dei siti Archeologici: approcci scientifici e problemi di metodo", Atti del 29° Convegno Internazionale Scienza e Beni culturali (Bressanone 9-12 luglio 2013), 2013, pp. 995-1007 .
The archeological park of Baratti and Populonia was inaugurated in 1998 and enlarged in 2007. The park stretches from the Baratti bay with the remains of the necropolis from the Etruscan period to the top of the hills of Populonia with the monumental remains of the acropolis of the ancient city. The creation of the park and its development are the successful result of collaboration between the Heritage and Cultural Activities Ministry (in particular, the Tuscany Regional Direction for Cultural and Landscape Heritage and the Tuscany Archeology Department) the Tuscany Regional Council, the Municipality of Piombino and the Parchi Val di Cornia SPA which is entrusted with the management. The aim is to highlight the philosophy with which, in the area of the Park, there have been projects for the conservation and enhancement of the assets, with particular reference to the intervention of a recent ARCUS funding (currently in progress). This project has been elaborated respecting the management and valorization strategies following the agreement between the Heritage and Cultural Activities Ministry, the Tuscany Regional Council and the Municipality of Piombino. An agreement for “exploitation, coordinated and integrated valorization of local Cultural Heritage of the area of Baratti and Populonia aimed at the completion and management of the Archeological Park.
Roma n. 104 del 4 aprile 2011 Volume stampato con contributo di Sapienza -Università di Roma Archeologia classica : rivista dell'Istituto di archeologia dell'Università di Roma. -Vol. 1 (1949). -Roma : Istituto di archeologia, 1949. -Ill. ; 24 cm. -Annuale. -Il complemento del titolo varia. -Dal 1972: Roma: «L'ERMA» di Bretschneider. ISSN 0391-8165 (1989) CDD 20. 930.l'05 Comitato Scientifico pierre gros, sybille haynes, tonio hölscher, mette moltesen, stéphane verger Il Periodico adotta un sistema di Peer-Review p.
Lo scavo della spiaggia di Baratti a Populonia
Materiali da costruzione e produzione del ferro. Studi sull'economia populoniese fra periodo etrusco e romanizzazione. ISBN 8872285623, 2009
Il tema della produzione del ferro nell'Etruria centrale costiera, con particolare riferimento a Populonia e al suo vasto e composito territorio 1 continua ad essere fra i più dibattuti, dal punto di vista della definizione dei bacini di approvvigionamento, delle modalità dello sfruttamento, dell'organizzazione della produzione. Uno dei problemi più seri, interni a questo dibattito, è rappresentato dalla frammentazione degli approcci fin qui seguiti. Paradossalmente, si è visto che, in molti casi, quanto più profondo era il livello di approfondimento specialistico disciplinare perseguito da questo o quello studioso, tanto maggiore era la distanza che si frapponeva fra la sua ricerca e le altre ricerche. Due iniziative di alto valore scientifico si pongono fra la fine degli anni '70 e la prima metà degli anni '80: il Convegno "L'Etruria mineraria" (Atti Etruria mineraria) e l'omonima mostra organizzata nell'ambito dell'Anno degli Etruschi (Camporeale 1985). In entrambi i casi, trattandosi di iniziative di prevalente carattere archeologico, quantunque la partecipazione di specialisti di altre discipline fosse stata nutrita, molti passi avanti furono compiuti sul versante storico-archeologico della questione. La distanza che ancora separava gli antichisti dagli studiosi di scienze della terra, rimase tuttavia, purtroppo, invariata, tanto che si può affermare che, dal punto di vista della prospettiva di un approccio interdisciplinare al tema, quelle iniziative rimasero, almeno parzialmente, un'occasione perduta.
L’Acqua e gli Etruschi Casi studio dall’Etruria meridionale
2023
Il presente volume costituisce gli atti del primo convegno tenutosi a Grotte di Castro (VT) nel marzo 2023. Il convegno ha riunito molti studiosi di etruscologia che si sono confrontati sul tema dell’acqua in età etrusca. Vengono presentati casi studio dell’Etruria meridionale, legati all’uso dell’acqua, trattati da differenti prospettive (gestionali e idrauliche), con riferimento a diversi usi (agricoli, quotidiani, difensivi) e forme (naturali e culturali). Alcuni interventi hanno messo in evidenza le continuità storiche e il valore dell’insegnamento del passato per l’individuazione di soluzioni resilienti per il presente. Altri, infine, si sono soffermati sulle tematiche più generali, correlate al sistema idrogeologico, delle cavità e dei cambiamenti climatici.