L'altare della Beata Vergine del Rosario e una pala vercellese in Santo Stefano a Occhieppo Superiore, in Ab imo corde. Studi in onore di Carlo Carena, a cura di Fiorella Mattioli Carcano, Caratteremobile 2015, pp. 281-287. (original) (raw)

ad Occhieppo Superiore ha origini medievali, ma venne di fatto ricostruita all'inizio del secolo XVII. Come si legge in un Ordinato del comune del 2 dicembre 1601, a quella data erano già state collocate sia l'ancona dell'altare maggiore sia quella del Rosario, pagate in totale 196 ducatoni 1 . Non è necessario tornare sulle poche testimonianze della chiesa antica come il Crocifisso ligneo quattrocentesco oggi nel presbiterio e in origine sull'architrave o la interessante Croce astile in argento della fine del Trecento 2 , così come sono abbastanza noti gli affreschi quattrocenteschi che si conservano in un locale alla destra del presbiterio, oggi adibito a ripostiglio, in cui la volta è decorata dalle quattro figure dei Dottori della Chiesa, e sulle pareti una Deposizione di Cristo nel sepolcro molto ammalorata, una Assunzione della Vergine, un sottarco con profeti e una Incoronazione della Vergine e santi attribuita a Daniele de Bosis 3 . Nella visita pastorale del 28 ottobre 1661 in cornu Evangelij all'altare di Sant' Agata vengono ricordate «Picture sapiunt quandam venustate» 4 ed è a questo punto molto probabile che si riferisse alle opere ancora oggi conservate. Poco dopo la ricostruzione ricordata venne effettuata una visita pastorale da parte del vescovo di Vercelli Giovan Stefano Ferrero il 2 settembre 1602, in cui si descriveva assai dettagliatamente la chiesa, la quale era dotata di tre altari: l'ancona dell'altare maggiore era definita «magnificentissimam», mentre nella già ricordata visita del 28 ottobre 1661 si precisava che era «ligneam pulcherrime elaboratam», e poi in quella del 1667 «multis statuis compositis» 5 . A cornu Epistolae vi era l'altare di san Giulio, ancora privo di icona nel 1606 6 , mentre a cornu Evangelij come abbiamo già visto vi era un altare dedicato alla Vergine del Rosario e che era stato immediatamente dotato di una ancona, anch' essa lignea e giudicata «decens». Un primo cambiamento è registrato nella visita pastorale del 28 ottobre 1661 allorquando a cornu Evangelij è ricordato un altare dedicato a sant' Agata «de novo constructo», e vicino era stata edificata una cappella «elleganter constructa» fuori dal perimetro dell' edificio e nella quale era stato intitolato l'altare del Rosario «cum simulacro B.M.V. in Niccia posito vitro» 7 . Ancora nel 1667 la cappella era definita «noviter constructa» ed è quindi probabile che in occasione della nuova costruzione sia stata sostituita l'ancona lignea di primo Seicento 8 . Una conferma sembra venire da un inventario del 1711 in cui all'altare del Rosario viene ricordata una «incona di calcina et matoni con diversi ornati a fiore et figure et statua del Rosario in Nichia con vinti quadretti tutt'all'intorno rappresentanti però in pitura sopra il muro la Passione di Nostro Signore Gesù Cristo», anche se la vecchia ancona lignea era ancora conservata. Dallo stesso documento si ricava anche che l'altare di Sant' Agata era stato ovviamente dotato di una pala «con le figure dell' Angelo Custode et Santa Lucia», probabilmente della seconda metà del Seicento 9 . Dopo la metà dell'Ottocento vennero di fatto rinnovati completamente entrambi gli Fig. 1 -Occhieppo Superiore, parrocchiale di Santo Stefano Altare del Rosario, 1860.