Studio la pubblicità perché non muore mai (Interview on Billmagazine) (original) (raw)

La morte della pubblicità, La stupidità nell'epoca della sua riproducibilità tecnica

La morte della pubblicità, 2012

One of the best Italian theoretical texts on advertising, from the old techniques of persuasion to the new scenarios opening up with transmedia communication. It is also the manifesto for a new mental ecology. This second edition is enriched with sections on communication analysis, digital and the challenges to come, whether, after the "Media Ages", there will be a new Renaissance for advertising.

Storia della pubblicità. Prefazioni Bertelli Neuburg

Storia della pubblicità, 2022

Storia, consumi e società, media, agenzie, pubblicità e pubblicitari. Uno sguardo trasversale alla pubblicità americana degli anni Venti. Le prefazioni del libro Storia della pubblicità, firmate da Bruno Bertelli e Till Neuburg

F. Fasce, E. Bini, B. Gaudenzi, Comprare per credere. La pubblicità in Italia dalla Belle Èpoque a oggi, in, "Storia e Futuro", 42, Novembre 2016

F. Fasce, E. Bini, B. Gaudenzi, Comprare per credere. La pubblicità in Italia dalla Belle Èpoque a oggi, Roma, Carocci, 2016

Quando la libertà prevale sulla morale: la pubblicità

Stato, Chiese e Pluralismo Confessionale, 2018

1 - La questione, cruciale nelle societa multiculturali, dell’uso della simbologia religiosa e tornata sotto la supervisione della Corte europea dei diritti umani, che gia se n’era occupata piu volte per i segni portati attraverso o per complemento dell’abbigliamento personale e una volta anche per quelli esposti nei luoghi pubblici. Stavolta si trattava di citazioni, o meglio allusioni, evangeliche utilizzate a scopo di marketing da un'azienda lituana che produce vestiti: tre manifesti, diffusi anche sul web, con la foto di un uomo e una donna con l'aureola, lui tatuato in jeans, lei con un vestito bianco e una collana di perline, che sembra una corona di rosario. L'allusione a Gesu e Maria si trae dalle frasi esclamative: "Gesu, che pantaloni!", "Gesu, Maria! Cosa indossate!", "Cara Maria, che vestito!" (segue).Sometimes freedom of expression overrides public morals: the case of advertisingABSTRACT: This article examines the case Sekmadien...

SUBVERTISING - La pubblicità contro se stessa

2018

In questa analisi andremo ad osservare il fenomeno del subvertising collocandolo storicamente, per poi studiare come si posiziona all’interno dello Schema Narrativo Canonico del consumo. Tra un enunciatore-azienda e un enunciatario-consumatore va infatti a insinuarsi il subvertiser, agendo a livello della Manipolazione, della Competenza ma anche della Sanzione, a seconda delle tattiche utilizzate. Insieme a Barthes osserveremo come l’ancoraggio di un testo a un’immagine venga scardinato dall’enunciazione intrusiva del subvertising, che svuota il mito pubblicitario iniettandolo di nuovi significati.

La pubblicità ai tempi del coronavirus: dall'ethos "empatetico" all'edoné della rassegnata convivenza

2021

Il presente contributo, intende osservare i principali mutamenti sociocomunicativi e sociolinguistici rintracciabili nel linguaggio pubblicitario nel periodo di massima diffusione del Covid-19 in Italia, integrando le osservazioni lessicologiche e semantico-semiotiche (Pietrini 2020 e 2021; Bortoletto 2020) con osservazioni pragmatico-stilistiche. Assumendo come campione di analisi alcune campagne particolarmente rappresentative si descriverà l'impatto linguistico durante il più rigido confinamento sul territorio nazionale per poi seguire la progressiva evoluzione e il successivo assestamento dello stile comunicativo pubblicitario durante la "Fase 2" (a partire dal 10 aprile 2020) e la "Fase 3" (a partire dall'11 giugno 2020). In pratica ci si concentrerà sul primo anno di diffusione della pandemia in Italia, assumendo come data terminale il Decreto-legge 1 aprile 2021, n. 44. Il corpus è costituito da spot pubblicitari andati in onda sulle principali ret...

La crisi creativa della pubblicità contagiata dal covid

Filosofi(e) Semiotiche, vol. 7, 2020

From the beginning of the Covid-19 emergency, and for the entire duration of the still ongoing crisis, television has played a central role, especially in the so called «Phase 2», in the media consumption of Italians who have turned to it in search of information. The need to quickly get in tune with the “new” (social, economic and political) reality, created by the Covid-19 emergency, has prompted brands to act according to the so-called real-time marketing, a marketing able to promptly respond to the concerns, challenges, passions of the moment. This advertising has adopted the following as its own: concepts, topics and words from politics and science (the two real protagonists of current television content); the titles of National Guard campaigns (such as #iorestoacasa, #resistiamoinsieme); the social narrations linked to the comments and speeches created by users (such as “#andràtuttobene). There are three mythologies supporting these narrations: the celebration of being Italian and patriotic solidarity, the juxtapositioning of the “inside” (home and family as a safe and warm shelter) and the “outside” (the trenches, a military metaphor shared by media) and the humanization of technology at the service of human affections and emotions. The result has been the creation of advertising communication that, at the end, echoes institutional sources, user generated content and the news instead of being a generator of specific content, consistent with its language and with the peculiar characteristics of metagenre in which entertainment has always played an important role. Even if singularly, in some cases, narrations of some interest have been produced, the cumulative effect of this communication, in its redundant repetition, has become counterproductive for brands and risks making them all the same, insincere and lacking credibility.