Il protagonismo femminile nell'opera di Ada Negri (original) (raw)
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Italian Studies in Southern Africa , vol. 34, n. 1 , 2021
Abstract The aim of this paper is to examine the forms of the fantastic in Ada Negri’s writings. The starting point are two critical essays by Farnetti (1988) and Alpini (2009), which will be considered in order to clearly define the role played by the use of supernatural and surreal elements in the works by Negri, who is generally classified as a realistic fiction writer. The present study intends to demonstrate that, specifically in contrast with Alpini’s opinion, Negri’s fantastic only partially discloses the hidden and deep female ‘Self’, leading to a female empowerment. In fact, in most cases, it reveals the conflict between reality and imagination, traditional and innovative points of view on existence, patriarchal/agrarian society and rising industrial capitalism, androcentrism and the recognition of a central role of women, albeit not providing solutions. Indeed, Negri’s fantastic highlights the distressing nature of modern times, focusing on the unbearable condition represented by the society of the ‘past’ but, at the same time, on how unattainable the society of a ‘close future’ is. Keywords: Ada Negri, ghosts, uncanny, revenants, crisis of the twelfth century, woman’s role
La film di Elvira
Sebben che sia una donna. Elvira Notari e la rappresentazione dei personaggi femminili tratti dai romanzi d'appendice ! ! Napoli, inizi del '900, esterno giorno. Una lunghissima fila di gente attende di entrare nella sala Vittoria della Galleria Umberto I per assistere alla proiezione di un film (uno dei circa 160 tra corti e lungometraggi) di Elvira Notari. La stessa scena si ripete a New York, Buenos Aires, Montevideo, dove con le comunità italiane "l'accoglienza raggiunge forme addirittura deliranti" [Martinelli 1981: 21]. È questo il cinema della Notari, prodotto dalla Dora Film, fondata insieme al marito nel 1906: popolarità, attesa, passione. I tre film sopravvissuti (È piccerella-1922(È piccerella- , 'A santanotte-1922(È piccerella- , Fantasia 'e surdate-1927 e molti di quelli scomparsi presentano lo stesso schema di base riproponendo gli stessi ambienti, storie e personaggi, spesso interpretati anche dagli stessi attori [Pravadelli 2014: 119-120]. Le trame si ispirano alle canzoni napoletane, alle sceneggiate, ai romanzi d'appendice. Proprio questi ultimi assumono vitale importanza come forma di ispirazione perché "esprimono il bisogno di giustizia delle classi subalterne, esaltano la ribellione contro una società iniqua, denunciano l'ipocrisia e la viltà dei potenti e descrivono la miseria degli umili" [Romano 1977: 8]. Elvira che vuole raccontare la sua Napoli, quella dei bassi, degli scugnizzi, delle seduttrici e delle sedotte, delle orfanelle e delle madri, trova negli stereotipi del romanzo d'appendice il terreno più fertile. Il primo autore ad essere trasposto sullo schermo è Davide Galdi, con Carmela la sartina di Montesanto , subito seguito da Ciccio il piazzaiuolo del Carmine (1916) di Francesco Mastriani. Sempre da Mastriani, la Notari traspone Il barcaiuolo d'Amalfi (1918) e La Medea di Porta Medina (1919). Di Francesco Gabriello Starace porta sullo schermo Gnesella (1918) e della regina del feuilleton italiano Carolina Invernizio, Raffaella o i misteri del vecchio mercato con il titolo Il nano rosso (1917), di cui fa anche un remake nel 1924 (La fata di Borgo Loreto) e Chiarina la modista (1919) dal romanzo omonimo. Nel 1919 si rivolge anche a Nicola De Lise, autore del dramma Gabriele il lampionaio del porto girando il film omonimo, noto anche con il titolo Rosa la pazza. Avrebbe voluto trasporre anche Sterminator Vesevo di Matilde Serao, ma -come raccontava Eduardo Notari a Vittorio Martinelli [Martinelli 2008
Esordi del professionismo attorico femminile nella commedia dell’arte
Donne al lavoro: ieri, oggi e domani, Atti del convegno di studi (Padova 17-19 maggio 2007), a cura di Saveria Chemotti, 2009
Atti del Convegno del Forum d'Ateneo sulle politiche e gli studi di genere "Donne al lavoro: ieri, oggi, domani" Padova, Palazzo del Bo, 17-19 maggio 2007 II volume viene realizzato con un contributo dell'Università degli Studi di Padova nell'ambito delle iniziative promosse dal Forum d'Ateneo sulle politiche e gli studi di genere
La donna come protagonista del cinema d'azione
Nella tesi magistrale, ho affrontato la questione della donna all'interno del genere cinematografico d'azione, a partire dalle Serial Queens all'ultimo capitolo di Star Wars (Rogue One), passando attraverso diversi periodi e prodotti cinematografici degli ultimi anni.
Un Giovanni molto femminile in un’opera del Gagini
2015
Il 7 dicembre 1523, lo scultore palermitano Antonello Gagini 1 (1478-1536) -dopo aver realizzato per la chiesa di San Nicola la statua del titolare -, s'impegna a eseguire, sempre per la stessa chiesa, una custodia marmorea per la «custodia Corporis Domini nostri Jesu Christi» 2 . L'atto rogato a Randazzo dal notaio Hieronimi Marsigluni, prevede un compenso di trentasette once 3 .
Il ruolo delle donne nel linguaggio del potere di Augusto
L'imperatore Augusto, un anno e quattro mesi prima di morire 1 , depositò presso le Vestali quattro documenti, che costituivano il suo testamento. Egli volle che la parte relativa all'index rerum a se gestarum fosse pubblicata dopo la sua morte, disponendo che fosse incisa su tavole di bronzo da collocarsi davanti all'ingresso del suo mausoleo a Roma nel Campo Marzio, ubicato tra la via Flaminia e la riva del Tevere. Questo mausoleo, destinato ad accogliere le ceneri dei giulio-claudi, era già stato ultimato nel 28 a.C.: stando alle parole di Svetonio 2 , già da allora Augusto aveva aperto al pubblico i viali e i giardini che lo circondavano. Strabone 3 ne descrive il forte impatto ambientale: un alto basamento di marmo bianco, alberi sempreverdi e, sulla sommità, l'immagine di bronzo di Augusto costituivano il monumento funebre dell'imperatore e dei suoi familiari. Anche con la progettazione, sicuramente risalente agli anni Trenta del I sec. a.C.,
Il femminile in Carmine Abate in: Planeta literatur. Journal of global literary studies, pp. 21-33.
Nel panorama della letteratura italiana contemporanea Carmine Abate (1954), occupa una posizione rilevante. Nel 2012 l'autore è stato vincitore del prestigioso Premio Campiello, assegnatogli per il romanzo La collina del vento (2012). Abate, di origine arbëresh, cioè italo-albanese, viene al mondo in un villaggio calabrese chiamato Carfizzi, in cui vivono tuttora i discendenti degli albanesi fuggiti in Italia dall'oppressione turca nei tempi medievali 1 . A quanto pare si potrebbe azzardare l'ipotesi che il carattere ibrido della cultura in cui cresce, fortemente influenzata dalle radici albanesi, faccia sì che la sua produzione sia tematicamente compatta. In essa campeggiano alcune strutture utilizzate in modo ripetitivo che la rendono omogenea: l'emigrazione, il problema dell'identità, la questione della lingua, il viaggio, l'immagine del paese albanese ancorato fra presente e passato. Tra altri motivi significativi che caratterizzano la sua scrittura occorre non dimenticare quello del femminile 2 . Per averne la visione più ricca possibile si è scelto di analizzarlo nell'ottica dell'atteggiamento di varie protagoniste abatiane verso la cultura, in quanto proprio il concetto di 1 La comunità arbëresh residente attualmente in Italia è poco numerosa. La caratterizza però lo sforzo di conservare la propria identità nonché la propria cultura. La letteratura sembra diventare un mezzo efficace attraverso cui gli scrittori italo-albanesi diffondono la ricchezza culturale del loro popolo. Tra i più significativi autori arbëresh contemporanei si devono annoverare: veda: Antologia della letteratura arbëreshe contemporanea, a cura di Anton Berisha, Rubbettino Editore, Cosenza 1999. 2 Il femminile è un motivo frequente nella produzione di diversi autori italiani. A proposito si veda il volume curato da Cezary Bronowski intitolato La figura femminile nella narrativa e nella dramaturgia europea del primo Novecento, Uniwersytet Mikołaja Kopernika w Toruniu, Toruń 2007. In esso sono raccolti i saggi che dimostrano quanto sia ricca la percezione della donna nella letteratura italiana della prima metà dell'ultimo secolo.
Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell'arte italiana contemporanea
autorıtrattı ıscrızıonı del femmınıle nell'arte ıtalıana contemporanea federıca tımeto Nonostante a partire dagli anni Novanta le donne siano entrate progressivamente a far parte del mainstream della scena artistica italiana, è altrettanto vero che ancora oggi permane una certa diffidenza, che ha profonde radici nella storia degli ultimi sessant'anni, sia da parte delle artiste a riconoscersi una specificità non esclusivamente femminile, sia da parte della critica a ricostruire una genealogia dell'arte femminista come arte del posiziona-Silvia Giambrone Il pIzzo, 2012 5 fotografie, pizzo ricamato su stampa fotografica 45 x 35 cm ciascuno collezione Vito De serio courtesy galleria Doppelgaenger, Bari