Marina M.S. NUOVO (2006), Contributi per la carta archeologica subacquea del sud-est barese, “L’Archeologo subacqueo”, 12, 1-2 (34-35), pp. 13-16. (original) (raw)
M. Nuovo 2006, Contributi per la carta archeologica subacquea del sud-est barese, “L’Archeologo subacqueo”, 12, 1-2 (34-35), 2006, pp. 13-16
Il comparto costiero del sud-est barese si caratterizza per una millenaria vocazione marittima che, tuttavia, nel corso degli ultimi decenni non si è tradotta in ricerca archeologica subacquea costante e sistematica. Ciò vuol dire che le informazioni finora a disposizione degli studiosi provengono quasi esclusivamente da ritrovamenti casuali, ad opera di pescatori o di subacquei sportivi, come nel caso del clamoroso rinvenimento di un dolio integro di notevoli dimensioni e di numerose anfore Dressel 2-4 recuperati dal pescatore G. Spinosa nell'aprile del 1991 al largo della costa tra Monopoli e Mola di Bari; o come nel caso del gran numero di reperti recuperati nel 1981 a Monopoli, tra Porto Marzano e il Castello di S. Stefano, da A. Allegretti, all'epoca studente di Biologia Marina. Per questo motivo si è sentita l'esigenza di dare organicità e sistematicità ai numerosi ritrovamenti subacquei attraverso la stesura di una prima bozza di Carta Archeologica Subacquea, oggetto della tesi di laurea "Contributi per la carta archeologica subacquea del tratto di costa Monopoli-Bari", redatta dalla scrivente. Questa ricerca si pone in continuitá con il lavoro portato avanti da R. Auriemma lungo la costa adriatica e ionica del Salento nell'ambito della ricerca "Porti e approdi antichi nell'Adriatico meridionale", avviata dall'Unità Operativa 2 del Progetto Strategico CNR MISM -Università di Lecce 251100 'Metodologie di Catalogazione dei Beni Culturali' diretta da C. Pagliara, culminata con la pubblicazione dei volumi "Salentum a salo" e della Carta Archeologica Subacquea del Salento. Realizzare una carta archeologica significa, innanzi tutto, conoscere in tutti i suoi molteplici e multiformi aspetti il territorio che si sta studiando. Per questo motivo una carta archeologica condotta in ambiente subacqueo non può prescindere dalla conoscenza e dalla comprensione delle dinamiche che hanno coinvolto anche la 'terraferma' che, anzi, sono indispensabili ai fini di una corretta lettura e interpretazione delle evidenze rintracciate. Questo è il presupposto del lavoro che è stato fin qui condotto, articolato in tre diversi momenti: raccolta delle conoscenze disponibili, spesso disperse in diverse sedi; ricerca sul 'campo', mediante ricognizioni e prospezioni subacquee; infine, elaborazione e sintesi dei dati. Si tratta, ovviamente, di un lavoro preliminare, di una proposta metodologica che, tuttavia, ci si augura possa dare presto il via ad una ricerca topografica di più ampio respiro. Fig. 1 La Carta generale delle evidenze archeologiche segnalate realizzata su carta nautica dell'Istituto Idrografico della Marina Militare in scala 1: 100.000