Il fantasma liberale e il problema della memoria (original) (raw)

L'oblio della memoria e la nascita della democrazia

Con il passato, con la Storia con la lettera maiuscola, con la memoria, a volte succedono cose strane. Cose che, a pensare male, potrebbero essere l’indizio di una cattiva coscienza. Cose come il dimenticare, l’oblio voluto, la d amnatio memoriae di qualcosa di cui, al contempo, ci si vanta. Così capita, per esempio, con la democrazia.

La memoria dei media

Fata Morgana, 2018

In questo saggio si è voluto fornire un panorama diversificato dei contributi teorici del settore, per scongiurare il rischio di un’interpretazione dell’archeologia dei media come contenitore onnicomprensivo di tutta la mediologia contemporanea. Si è cercato di contestualizzare il discorso “archeologico” nell’ambito di una polifonia di ricerche ed interpretazioni sulla storia dei media, sulle analisi culturali degli oggetti mediali e sulle tracce di un vasto discorso sui dispositivi e i loro significati.

LA MEMORIA, UN ESERCIZIO DI INTROSPEZIONE

GARIWO, 2020

La memoria non è riducibile all'oggetto che viene ricordato. È un esercizio riflessivo, che coinvolge anche e soprattutto il soggetto che ricorda. È un esercizio su di sé. Un esercizio di introspezione e azione su noi stessi: altrimenti è inutile, vuoto, privo di senso.

PAPIEROVÉ HLAVY O LA NECESSITÀ DI UNA MEMORIA DEL COMUNISMO

A vent'anni dalla caduta del Muro, 2011

In A vent'anni dalla caduta del muro. Il torcoliere, 2011 Napoli La caduta dei diversi regimi socialisti ha prodotto, come per ogni fase storica, la necessit| di costruire e costituire un’indagine su quel periodo. Testimonianza ne sono i tentativi di storicizzazione che inseriscono il comunismo in una prospettiva storica di tipo binario che oppone comunismo e liberalismo (ad esempio le interpretazioni dei crimini dello stalinismo). Rispetto al contesto delle società che hanno vissuto il comunismo appare evidente la necessità di elaborare una memoria collettiva, o forse un oblio collettivo, di quel periodo storico. Il film Papierové hlavy [Le teste di carta] è un episodio o almeno un tentativo di riflessione sul comunismo a distanza di pochi anni dalla rivoluzione di velluto. Con le parole della studiosa Ferenčuhová: «Papierové hlavy è stato il primo film per il cinema che ha proposto uno sguardo retrospettivo sulla realtà del passato recente intesa come realtà non ancora elaborata dalla storia» (2009: 36). L’ambito di questa pellicola non è quindi l’analisi storica, ma la riflessione a livello di memoria di quel passato recente.

Lo schermo dei ricordi: La memoria censurata in the Butterfly Effect (Fata Morgana 25, Memoria)

Fata Morgana 25 (Memoria), 2015

The Butterfly Effect ridefinisce i confini tra memoria e immaginazione all’interno di una narrazione non lineare tipica del mind game movie. La logica narrativa del film riflette la tesi freudiana secondo cui il ritorno del rimosso garantisce l’accesso ai ricordi censurati dalla coscienza. La rivelazione del trauma assume valore retroattivo: lo stesso concetto di Nachträglichkeit suggerisce che vivere nel presente implica vivere simultaneamente nel passato. Il percorso esistenziale del protagonista si snoda al di fuori della normale percezione del tempo, come in un eterno presente del trauma. The Butterfly Effect, dunque, diventa spazio di riflessione sulle modalità di convergenza della memoria nell’esistenza al-presente degli individui/ The Butterfly Effect redefines the boundaries between memory and imagination within a non-linear story typical of the mind game movie. The film narrative logic reveals the Freudian thesis according to which the return of the repressed allows to access to the memories banned by consciousness. The revelation of trauma takes a retroactive value: the concept of Nachträglichkeit suggests that life in present entails a contemporary life in past. The protagonist existential path twists and turns out of the normal perception of time, as in an eternal traumatic present. However, The Butterfly Effect becomes space for reflect on memory convergence practices in individual present life.

La cultura del ricordo

1. La cultura del ricordo L'arte della memoria è saldamente radicato nella tradizione occidentale. Suo inventore è considerato il poeta greco Simonide, i romani codificarono quest'arte come una delle cinque partizioni della retorica e la trasmisero al Medioevo e al Rinascimento. Il principio della mnemotecnica consiste nello scegliere determinati luoghi e produrre immagini interiori delle cose da preservare nella coscienza agganciandole ai luoghi voluti. In tal modo la successione dei luoghi conserverà l'ordine della materia e le immagini così prodotto indicheranno le cose stesse. Possiamo distinguere "memoria naturale" e "memoria artificiale". L'arte della memoria è il fondamento della memoria "artificiale": consente al singolo di accogliere e disporre di una quantità di nozioni che verranno usate ai fini dell'argomentazione retorica. La cultura del ricordo non è compatibile con l'arte della memoria. L'arte della memoria concerne il singolo, e gli fornisce delle tecniche per esercitare la sua memoria, ossia migliorare capacità individuali. La cultura del ricordo risponde all'adempimento di un obbligo sociale. La cultura del ricordo concerne il gruppo. La domanda principale che il gruppo si pone è: Che cos'è che non dobbiamo dimenticare ? La cultura del ricordo quindi ha a che fare con la memoria che crea comunità e ,a differenza dell'arte della memoria che si manifesta principalmente in Occidente come tecnica specifica per la retorica, rappresenta un fenomeno universale. Non è infatti possibile pensare un raggruppamento sociale in cui non sia possibile attestare forme di cultura del ricordo. Nello specifico, per quanto universale, la cultura del ricordo acquisisce un ruolo fondante per un particolare popolo: gli Israeliti. Presso di loro, infatti, la cultura del ricordo acquistò una funzione sacrale: l'imperativo: conserva e ricorda. In tal modo esso è diventato popolo in senso affatto nuovo: è diventato prototipo della nazione. Dal carattere elettivo del popoli israeliano, generato attraverso il principio della contrapposizione etnica, deriva quello del ricordo: l'essere eletto non significa altro che un complesso di obblighi che in nessun caso devono cadere in oblio e solo in questo caso la cultura del ricordo diviene memoria artificiale ossia arte della memoria. La spazio afferisce all'arte della memoria mentre il tempo alla cultura del ricordo. Esso afferisce alla progettazione e speranza, ossia alla formazione di orizzonti concettuali e tempo sociale. Il tempo può essere intenso come scansione temporale del passato, presente e futuro. Ciò che accade nell'oggi appartiene già al passato, ma al contempo è proiettato nell'orizzonte futuro. Rispetto allo scorrere del tempo, le società possono assumere atteggiamenti diversi come "vivere alla giornata" dei Barbari e affidare l'oggi al passato che implica la sparizione e l'oblio, oppure regolare l'oggi sulla lunghezza d'onda della durevolezza come progetto in vista dell'eternità, oppure ponendosi il domani davanti agli occhi e gli interessi dell'eternità nel cuore-proiettare l'oggi nel domani ma preservando lo "ieri" come i sovrani egizi. Quindi il passato nasce solo nel momento in cui ci si riferisce ad esso. Questa asserzione si riferisce in particolare ai due concetti: cultura del ricordo e riferimento al passato. Affinché ci si possa riferire al passato, quest'ultimo deve entrare come tale nella coscienza. Ciò presuppone due cose: 1. Il passato non deve essere scomparso del tutto: devono esserci delle testimonianze. 2. Queste testimonianze devono presentare una diversità caratteristica rispetto all'oggi. La prima di queste condizioni è auto-evidente. La seconda può essere chiarita dal fenomeno del mutamento linguistico. Il mutamento fa parte delle condizioni naturali della vita di una lingua: non esistono lingue naturali che non abbiano vissuto trasformazioni. Tale mutamento riaffiora nella coscienza quando si conservano stadi linguistici più antichi. Altra condizione p che lo stadio linguistico conservato abbia sviluppato una diversità abbastanza autonomo rispetto alla lingua parlata da presentarsi alla coscienza come lingua autonoma. La differenza tra il vecchio e il nuovo può affiorare nella conoscenza grazie a molti fattori e su piani del tutto diversi da quello linguistico. Ogni rottura profonda della tradizione può portare alla nascita del passato, quando dopo una rottura si tenta di ricominciare da capo. I nuovi inizi si presentano sempre sotto la forma di una ripresa del passato. Nella misura in cui rendono accessibile il futuro, essi producono, ricostruiscono e scoprono il passato. Ciò si potrebbe mostrare con i vari rinascimenti della storia.