Sistema de Museos de Vaste y Poggiardo Guía (original) (raw)
Uni-Salento prossimo venturo. Rifondare il patto Università-Territorio DIPARTIMENTO DI BENI CULTURALI uNIVERSITÁ DEL sALENTO Ministero dei beni delle attività culturali e del turismo Regione Puglia Città di Poggiardo UNIONE EUROPEA Fondo europeo di sviluppo regionale cea Textos Sono passati quasi 35 anni da quando, in una mattinata di sole del 1 novembre 1980, l'ingegnere Gianni Carluccio mi aveva convinto ad andare con lui a Vaste, nella zona dei Santi Stefani, per mostrarmi una, a suo dire, eccezionale scoperta: egli affermava di aver trovato un capitello simile a quello arcaico di Cavallino, che avevo da poco pubblicato nella Guida archeologica della Puglia, edita nella serie della Newton Compton. Devo confessare che non ero convinto dell'utilità di questa escursione, anche se Gianni insisteva che nell'esemplare di Vaste l'abaco recava, come a Cavallino appunto, una fila di rosette. Poi, in una grotticella accanto alla celebre chiesa rupestre, avevo avuto la conferma che Gianni aveva visto giusto, che si trattava davvero di un manufatto di età arcaica, che non era capitato lì per caso. In quel momento nasceva una solida amicizia e si andava in me formando la convinzione che bisognasse avviare a Vaste un sistematico programma di ricerca che portasse alla conoscenza di un insediamento messapico di età ellenistica. Dopo le esperienze di Cavallino, la cui vita si interrompeva nella prima metà del V sec. a. C., era necessario indagare un abitato indigeno che si fosse sviluppato nei secoli successivi. Fu una scelta felice, perché i dati emersi nel corso degli scavi ci hanno permesso di comprendere lo sviluppo di un insediamento salentino in un ampio periodo di tempo che include l'età romana, e poi il Medioevo, sino all'età moderna. Le attività di ricerca poterono iniziare nell'ambito della Convenzione stipulata dall'Università di Lecce con l'Ecole Française di Roma e con la Scuola Normale di Pisa, con la partecipazione di Jean-Luc Lamboley, al quale dobbiamo contributi importanti per la conoscenza di Vaste e della Messapia in età ellenistica. Seguì una serie di campagne di scavo, alcune con risultati decisivi, come nell'ottobre del 1985, quando, nel Fondo Melliche, vennero alla luce e furono oggetto di scavi sistematici il luogo di culto arcaico, con i cippi recanti iscrizioni messapiche, e la necropoli, che ancor oggi costituisce uno dei complessi funerari più interessanti nell'Italia meridionale preromana. Ricordo alcune delle più difficili giornate di lavoro, sotto la pioggia, sino a tarda sera con la luce delle fotoelettriche, per completare lo scavo e documentare il complesso sistema delle deposizioni; la notte poi ci riposavamo, si fa per dire, negli umidissimi locali della Pro Loco di Poggiardo. Penso che proprio in quella occasione, straordinaria per l'importanza e la ricchezza dei ritrovamenti, nonostante la fatica e la mancanza di ogni comodità, alcune delle mie allieve, come Grazia Semeraro, Maria Piera Caggia e Valeria Melissano, scoprirono la loro vocazione al lavoro dell'archeologia. Ed ancora, nel novembre del 1989, con Rino D'Andria, la scoperta del tesoretto di 150 stateri d'argento, prevalentemente tarentini, nel Fondo S. Antonio; tutti questi materiali furono poi presentati nella Mostra del 1990, presso il Museo Provinciale di Lecce, e nel catalogo "Archeologia dei Messapi", pubblicato in occasione del Convegno di Studi sulla Magna Grecia che fu dedicato a queste antiche popolazioni del Salento. Negli anni più recenti vari finanziamenti del CNR, del Ministero dei Beni Culturali e di quello per lo Sviluppo Economico, della Regione Puglia attraverso i fondi europei, hanno permesso di realizzare a Vaste il Parco dei Guerrieri, con il Portale in cui si è voluto rappresentare una stratigrafia muraria che racconti il succedersi delle tecniche di costruzione nella storia del nostro territorio, la copia delle sculture dell'Ipogeo delle Cariatidi, divise tra i Musei di Lecce e di Taranto, infine il Museo di Vaste. In tutto questo periodo Valeria Melissano, come responsabile del Laboratorio di Archeologia Classica dell'Università, e Giovanni Mastronuzzi, curatore di questo volume, hanno assicurato la gestione scientifica della ingente documentazione archeologica di Vaste, sia nella conduzione delle ricerche 5 sul terreno, sia nel seguire gli studenti della Facoltà di Beni Culturali i quali, nei cantieri di scavo e sui materiali di Vaste, hanno potuto acquisire un livello eccellente di formazione sul campo, misurandosi anche con l'elaborazione di tesi dedicate ai vari complessi di reperti. Non è qui il luogo per raccontare la storia di queste ricerche che continuano ancora, come illustra il volume, e che sono presentate nel Museo di Vaste, desidero invece sottolineare come la continuità dell'impegno da parte dell'Università del Salento ed il lavoro dell'équipe che ho avuto la gioia di dirigere in questo lungo periodo di tempo, permettono ora di disporre di una ricchezza culturale straordinaria e di realizzare per Poggiardo e Vaste un Sistema Museale che ha pochi confronti nel nostro Salento.