REPORT CONFERENCE Rights of religious minorities in the Islamic territories " Legal framework and the call to the initiative " (original) (raw)

L'evoluzione storica della tutela internazionale delle minoranze religiose

2019

Although the norms specifically protecting religious minorities in modern international law are not into force anymore, this chapter shows that in contemporary international law some other norms can be interpreted as indirectly safeguarding religious minorities. After a preliminary attempt to define the notion of ‘minority’ according to international law, in the first part of the paper a legal-historical approach is adopted. The conventional (and maybe customary) norms directly protecting religious minorities in the modern age are assessed. Attention is also paid to the ‘minority system’ instituted under the aegis of the League of Nations in the first half of the XX century. In its second part, the essay deals with international norms that nowadays indirectly safeguard religious minorities, underlining how many minority groups today are oppressed only or above all because of their religion (e.g., Rohingya in Myanmar). First and foremost, religious minorities can take advantage from the conventional norms concerning the general protection of persons belonging to a minority group of any sort. Moreover, religious minorities can benefit from the protection that the main human rights treaties usually grant to any human person through their provisions on the freedom of religion and on the prohibition of any form of discrimination. Eventually, some customary international norms (such as that prohibiting genocide) could also be intended as safeguarding religious minorities.

La libertà religiosa nell'islam: la Carta araba dei diritti dell'uomo

La libertà religiosa nell'Islam: la Carta araba dei diritti dell'uomo * SOMMARIO: 1. L'iter formativo delle dichiarazioni islamiche in tema di diritti dell'uomo -2. La Carta araba e la libertà religiosa -3. Valutazioni conclusive -Appendice. 7 C. ZANGHÌ, La protezione, cit., pag. 456; in particolare, sul significato della protezione dei "diritti della persona araba", si veda F. FERDINANDO, I diritti dell'uomo nella Lega Araba e il progetto di una Carta Araba dei Diritti dell'Uomo, in Rivista internazionale dei diritti dell 'uomo, 1991/3, pp. 741-744. 8 C. CAMPIGLIO, Incontri di fede e culture: Precetto divino, diritti umani, legge dello Stato, Collegio universitario S. Caterina di Siena, Pavia, 2004, pag. 133.

La human security degli Yazidi: analisi comparata di due progetti volti all'integrazione delle minoranze nel nord dell’Iraq, nel post-2003 e nel post-2014

Master's Degree Dissertation, 2019

In che modo le attività volte all’integrazione sociale, culturale e politica delle minoranze, in contesti violenti o di post-conflitto, possono essere uno strumento positivo per garantire la human security in ogni sua dimensione e costruire una pace stabile e sostenibile nel lungo termine? Attraverso una disamina politica, storica e sociale, il presente elaborato si occupa di analizzare il caso degli Yazidi, minoranza etnico-religiosa presente principalmente nella provincia di Ninive, nel nord dell’Iraq. Si valutano, pertanto, il grado di accesso degli Yazidi ai servizi primari e secondari a livello sia locale che nazionale, ed i livelli di integrazione del gruppo all’interno delle comunità multiculturali in cui si opera. Si procede con un’analisi comparata di due progetti, uno dell’Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale e l’altro di Un Ponte Per, implementati nel 2008 e nel 2015. Nonostante la differenza temporale in cui si opera, all’interno dei territori di Ninive si vede la ripetizione delle medesime dinamiche, dunque, i due progetti risultano avere un approccio similare volto alla riconciliazione e allo sviluppo di una cultura della coesistenza tra le diverse etnie. Sulla base dell’esperienza di Ninive, il fine ultimo consiste nel valutare se e come le modalità utilizzate per l’avvio del processo di integrazione degli Yazidi, possano costituire un punto di partenza per la creazione di uno schema d’intervento da impiegare in altri contesti che presentano caratteristiche similari a quelle dell’Iraq.

Limitations on religious freedom in the case law of the European Court of Human Rights

2005

Nuove forme di obiezione di coscienza fra oneri a carico della libertà religiosa e third-party burdens. Un'analisi comparativa della giurisprudenza della Corte Suprema U.S.A. e della Corte di Strasburgo * SOMMARIO: 1. Nuove rivendicazioni di differenze negli U.S.A. e in Europa: un tentativo di comparazione-2. I conflitti generati dal Contraception Mandate negli U.S.A.-3. Il caso Zubik v. Burwell-4. La difficile definizione del concetto di substantial burden-5. La soluzione di compromesso adottata dalla Corte Suprema-6. Accomodazionismo religioso e nuove "battaglie culturali"-7. Prerogative dei soggetti confessionalmente connotati e "costi sociali" del loro riconoscimento-8. Il fenomeno delle nuove conscience claims-9. La valutazione dei third-party burdens-10. Il diritto all'obiezione di coscienza dinanzi alla Corte di Strasburgo-11. La decisione Eweida and others v. United Kingdom e l'ampliamento della portata dell'art. 9 CEDU-12. Il rilievo attribuito al principio di non discriminazione-13. La valorizzazione del margine di apprezzamento-14. Annotazioni riepilogative.

STRUMENTI CONVENZIONALI INTRA-ISLAMICI A PROTEZIONE DEL MINORE

Atti del Convegno "La tutela dei minori di cultura islamica nell'area mediterranea. Aspetti sociali, giuridici e medici", Università L'Orientale, Napoli, 28-29 ottobre 2009, (a cura di A. Cilardo), Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2011, pp. 357-376

Diritti, soggettività e appartenenze dinamiche nell'Islam e nel mondo islamico

Interazioni / Interactions, 2020

La pluralità e ricchezza dei contesti socio-culturali presenti nel mondo islamico pone costantemente in discussione l’esistenza di un’identità islamica unitaria a livello globale e l’omogeneità delle basi su cui i musulmani, all’interno e all’esterno delle società islamiche moderne, costruiscono la propria soggettività di cittadini e di credenti. La presente riflessione intende offrire un contributo al superamento dei modelli tradizionali di appartenenza religiosa nei paesi islamici attraverso il riferimento alla cittadinanza che diviene spazio per nuovi diritti e libertà. Su questo influisce fortemente il diritto convenzionale uniforme elaborato a livello internazionale, con la dimensione etico-giuridica che lo caratterizza, ma anche il diversificato ruolo degli attori sociali – tra cui le donne – che si muovono tra tradizione giuridica e nuove tecnologie attraverso forme di appartenenza volontaria, pur mantenendo la “religione” (nella sua plurale percezione sociale) come chiave ermeneutica della storia e nucleo dinamico delle soggettività.