IDENTIFICAZIONE E STUDIO DI RESIDUI ORGANICI SU CAMPIONI DI ANFORE FENICIE E PUNICHE PROVENIENTI DALLA SARDEGNA SUD-OCCIDENTALE (original) (raw)

COMPLESSI FORTIFICATI DELLA SARDEGNA E DELLE ISOLE DEL MEDITERRANEO OCCIDENTALE NELLA PROTOSTORIA

Mura di legno, mura di terra, mura di pietra: fortificazioni nel Mediterraneo antico in SCIENZE DELL'ANTICHITA' 19/2-3, 2013, 2014

Nuraghi are powerfully walled structures: traditional interpretations point at their supposed basic military function; recent views remark their polisemic and changing function involving social and ritual aspects. Nuragic walls include 3 different concentric structures: nuraghe itself (archaic pre-tholos, single-tower tholos and multi-towered tholos buildings); antemurals, typical of some multi-towered nuraghi; circuit walls, enclosing villages. The origin of the nuraghi is traced back to the Middle Bronze Age; their connections with western Mediterranean insular megalithic non-funerary buildings are evident, but developments are strictly local. The evolution of nuragic landscapes shows a complexity which can’t be reduced to simple geographic models of power, but the record is blurred by territorial palimpsests, and because of the limited number of complete excavations. The interpretation of the balance between hierarchic and contested power systems is part of the current debate. The exhaustion of the building tradition is set to the Late Bronze Age: since the Final Bronze or the Early Iron Age a complex imagery of the nuraghi, in stone and other materials, displays their becoming iconic symbols of the Nuragic past.

CARTHAGE STUDIES 9 LE PRODUZIONI DI ANFORE PUNICHE DELLA SICILIA OCCIDENTALE (VII-III/II

unità topografica SG 1 (quartiere suburbano) della ricognizione di Segesta (inizio del IV-seconda metà del III sec. a.C.) 108 10.3.2. Il riempimento del vespaio di fondazione della cella del tempio B di Selinunte (300 a.C. o poco dopo) 110 10.3.3. Lo strato di riporto US 5253 nella Trincea Sud a Porta di Valle a Segesta (290/280-260 a.C.) 112 10.3.4. Lo scarico di un'officina metallurgica US 701 in Pz. Bologni a Palermo (attorno alla metà del III sec. a.C.) 113 11. Le ricerche archeometriche: la caratterizzazione delle produzioni di anfore punico-siciliane (G. Montana, L. Randazzo) 118 11.1. Le argille di Ficarazzi: Solus e Panormos 121 11.2. L'area di Motya e Lilybaion 132 11.3. Selinus

GUIDA ALLE CHIESE CAMPESTRI MEDIOEVALI DELLA SARDEGNA - Volume I

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LA RETE DI STUDIO E MONITORAGGIO DELLE SPIAGGIE MEDITERRANEE MICROTIDALI WAVE DOMINATED DELLA SARDEGNA CREATA DALL'OSSERVATORIO COSTE E AMBIENTE NATURALE SOTTOMARINO - O.C.E.A.N.S

La rete di monitoraggio, impostata nel 2005 nell’ambito del Progetto Interreg IIIA GERER “Gestion intègrèe de l’environnement à haute risque d’èrosion”, inizialmente basata su 4 spiagge campione di Corsica e Sardegna, è stata estesa, nell’arco di 6 anni, a 35 spiagge. È stata inoltre implementata la metodologia per lo studio dei processi sedimentari e morfo-dinamici di spiagge microtidali dominate da moto ondoso in ambiente mediterraneo. L’implemento della rete di monitoraggio e della metodologia di lavoro ha portato alla costruzione di una banca dati, gestita dal “Coastal and Marine Geology Group”, che ha permesso di raccogliere, catalogare, archiviare ed analizzare dati aerofotogrammetrici, satellitari, cartografici, topografico-batimetrici (DTM), sedimentologici, di vento, di moto ondoso e idrodinamici, relativi ai sistemi di spiaggia suddetti. Il flusso dati confluisce nell’Osservatorio Coste E Ambiente Naturale Sottomarino (O.C.E.A.N.S.)che ha sede presso il Faro della Marina M...

LE AREE FUNERARIE FRA ISOLE E TERRAFERMA: ESEMPI DALLA SICILIA E DALLA SARDEGNA

Le evidenze funerarie cristiane della Sicilia e della Sardegna si collocano tra i secoli III/IV e VII/VIII. Sono state definite utili “fossili guida” per determinare l’incidenza della nuova religione nelle aree urbane e la rilevanza dell’insediamento diffuso nel territorio. Le aree funerarie riconosciute in Sardegna sono circa cento; in Sicilia sono più numerose e distribuite lungo il tracciato delle antiche vie di comunicazione e ricadono all’interno dei territori di competenza delle diocesi note da alcune epistole di Papa Gregorio Magno. Sono state suddivise in tre categorie: aree funerarie sub divo, rurali e urbane; aree funerarie ipogee, urbane e rurali; cimiteri connessi con chiese rurali o con chiese martiriali. La Sicilia centro-meridionale presenta maggiori novità derivate dagli studi assidui, sostenuti da prospezioni archeologiche mirate al recupero delle evidenze funerarie. Agrigento, dopo i risultati degli scavi degli ultimi 30 anni, si può definire un modello dell’organizzazione funeraria urbana per il sapiente riuso di antiche cave di pietra e di preesistenze di natura idraulica, e per la presenza di una “via dei sepolcri” che collegava, già agli inizi del IV secolo, la catacomba e il cimitero sub divo comunitari con gli ipogei privati, in un percorso che ebbe il polo attrattivo nella Basilica Apostolorum, voluta dal vescovo Gregorio all’interno del più prestigioso tempio pagano agrigentino. Gli apparati decorativi pittorici, i dispositivi per il rituale, la scelta degli spazi esclusivi dei cubicoli a Villagrazia di Carini, a Siracusa ed a Lilibeo come a Cagliari, le architetture della tombe, i corredi utilizzati per il refrigerium, denotano una committenza esigente, di rango elevato, sensibile alle istanze culturali del Cristianesimo diffuso in Occidente.

PERRA C. 2016, TRADIZIONE E IDENTITÀ NELLE COMUNITÀ MISTE. IL SULCIS (SARDEGNA SUD-OCCIDENTALE) FRA LA FINE DEL VII E LA PRIMA METÀ DEL VI SEC. AC, SUPPLEMENTO ALLA RIVISTA DI STUDI FENICI

Within the study of multicultural communities the hybridization process in material culture is a key to reading the economic and social structure of a multifaceted society. Assuming the existence of a dialectic relationship between tradition as a conservative core of material culture, and the construction of identity (through new foundations as well as creating architectures, markers of power or representative objects), we can use the archaeological analysis in order to find the actors of each step in the operative chain and in the involved practices: purchasing activities, production, use and communication. e paper tries to apply this method through some case studies in hybrid pottery, architecture and markers of power in the Nuragic and Phoenician region of Sulcis, in southwestern Sardinia, at the end of 7th-first half of 6th century BCE.