MARIA PIA PAOLI (original) (raw)
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DIRITTO penitenziario e costituzione , 2024
BREVI CONSIDERAZIONI SULLA DISCIPLINA ORGANICA DELLA GIUSTIZIA RIPARATIVA ALLA LUCE DELLE PASSATE ESPERIENZE
Questo libro risale al 1995 ed è stato pubblicato in occasione della beatificazione della B. Maria Teresa Fasce, 12 ottobre 1997.
La sua vita, la sua spiritualità Edito dal Monastero Agostiniano S. Rita-Cascia. In copertina Medaglia commemorativa della Beatificazione Madre Teresa Fasce. Scultore Mauro Baldessari. 4 PRESENTAZIONE Ogni anno moltissima gente si reca a Cascia in pellegrinaggio per pregare S. Rita, la Santa taumaturga che ha tanti devoti in tutto il mondo; in questa cittadina la Santa è sempre vìssuta e qui si è santificata nel modo meraviglioso che noi tutti sappiamo. Salendo verso la Basilica, però, si erge una statua in bronzo: una monaca maestosa, di taglia imponente, come se stesse a guardia del Monastero e del Santuario. In genere pochi sanno chi ella sia: è la Beata Maria Teresa Fasce, che fu abbadessa del monastero di S. Rita per ventisette anni, dal 1920 alla sua morte, avvenuta il 18 gennaio 1947. Una figura quasi contemporanea, dunque; una persona che molti hanno conosciuto e che tuttora ricordano, al punto che ella sembra essere ancora qui tra di noi. E pensare che se andiamo a Cascia e trascorriamo una bellissima giornata di preghiera e di riposo lo dobbiamo proprio a questa monaca, sì certo, proprio a lei, alla Beata Maria Teresa Fasce, che è stata colei che ha pensato, voluto con tutta se stessa e realizzato la Basilica che conserva il corpo di S. Rita, l'orfanotrofio femminile che ospita le famose "apette " per le quali tanta gente invia offerte, ed altre strutture per accogliere i visitatori, come la casa del pellegrino. Ebbene, questa donna che tanto ha fatto per S. Rita oggi è come lei, è Beata, la Chiesa infatti l'ha elevata agli onori degli altari indicandola ai cristiani come modello di vita da seguire e imitare. Ma la Beata Maria Teresa non si è certo santificata con le 5 realizzazioni edilizie, per quanto ciò abbia avuto la sua importanza, ma si è fatta santa perché ogni giorno ha compiuto perfettamente la volontà di Dio, perché ha vissuto sempre mettendo in pratica tutte le virtù cristiane, e perché ha salito con amore il suo Calvario portando con gioia la sua pesante croce fatto di tante malattie e sofferenze. In questo piccolo libro cercheremo di conoscere un po' meglio questa figura così affascinante senza la pretesa di voler trattare approfonditamente tutti gli aspetti della sua vita e della sua spiritualità; questo libretto è destinato a tutti, in particolare alle anime semplici che hanno interesse a conoscere una Beata che le possa aiutare nelle difficoltà della vita, e non sono poche, ma che soprattutto
BASILICA DI SAN MICHELE MAGGIORE A PAVIA
2019
A Pavia fu coniata la prima moneta longobarda. Essa raffigurava proprio San Michele. A Pavia il re Rotari promulgò alla mezzanotte tra il 22 e il 23 novembre 643 il famoso Editto, che raccoglie in modo organico le antiche leggi del popolo longobardo. Il primo documento che cita il Maestro Costruttore o Magister Commacinus è l’Editto di Rotari del 22 novembre 643.
La preparazione del volo e la scelta dell'aereo. La partenza. Sosta di 42 giorni per riparazione dell'elica e trasformazione del carrello. La ripresa del volo. Sosta di 26 giorni per altra riparazione dell'elica. Adamoli e Pretti spiccano il volo per Majunga, in Madagascar. La partenza da Majunga per la capitale del Madagascar. La ripresa dei voli sul Madagascar. Il volo dal Madagascar a Salisbury, un primato italiano. L'arrivo a Città del Capo e l'ampio giro nel Namaqualand. Il ritorno in Italia. Le varie relazioni tecniche ed alcuni echi nei giornali.
La storia narrata di tutte le città antiche si trasmette attraverso i secoli con un andare che può assimilarsi al movimento di un mare a tratti placido, più sovente increspato a volte burrascoso e portatore di rovine. Le testimonianza di tali moti appare immediate all'occhio di un visitatore nella forma della città, nel sembiante delle architetture, così che la varia esposizione di antichità, ruderi, superfetazioni, ovvero aggiunte ed espansioni, tramanda la memorie dei fatti accaduti. E questo avviene anche a Perugia, città bellissima fra le bellecome anche la definì Mussolini in un memorabile discorso del 1927 -,dove il Rinascimento e tre secoli di dominio papale hanno segnato, oltre che la storia, la forma stessa dell'urbe. Eh sì, Perugia papale. Anni fa ricordo una visita a delle sale chiuse del nostro palazzo vescovile. Mi accompagnava un sacerdote che illustrava quanto incontravamo. Come nelle grandi famiglie non si butta mai via niente, anche nella Curia, che è una grande, secolare famiglia, si conservava tutto: intere sale ingombre di arredi, dipinti, suppellettili, carte. Tra le altre cose ci imbattemmo in una seggiolina pieghevole, una modesta savonarola di ferro arrugginito: " Questo è il faldistorio" mi illustrò con orgoglio la guida "qui sedeva il Papa in udienza". E io pensavo a quei Papi ancora primigeni, che solo più tardi si avvezzeranno alla grandezza del Vaticano, ai fasti di San Pietro, alla ricchezza e alla luce di quei luoghi universali, e li immaginavo venire, dai primi del '200, in questa Perugia fredda, stretta e munita sede di ben cinque Conclavi, entrare in questo modesto palazzo vescovile, sedere su questo faldistorio poverello, assistere al primo Giubileo, durante il quale, tra Roma e Perugia, si mossero duecentomila forestieri tra giorno e notte, mentre, presso l'altare della Cattedrale i chierici raccoglievano con rastrelli il denaro delle elemosine..… briciole di storia. In effetti la soggezione di Perugia a Roma ha una storia lunga che inizia con Augusto e prosegue con i Papi. Tutto inizia dopo la caduta dell'Impero Romano, quando la città, distrutta da Totila nel 547, entra a far parte dei domini bizantini e in seguito, nel secolo XI, diventa un potente comune indipendente, alleato dello Stato Pontificio. Corre la storia. Giungiamo a un XIV secolo segnato da furiose lotte interne tra nobili Beccherini e i popolari Raspanti, ma soprattutto dalla memorabile guerra contro il Papato, l'alleato di un tempo che ora è divenuto avversario feroce e inteso a ricondurre tutte le città umbre sotto il proprio controllo. La guerra è dura e si conclude con la pace di Bologna nel 1370: Perugia, oramai con il cappio al collo, è costretta a riconoscere ancora una volta l'autorità di una Roma, non più imperiale, bensì pontificia.
Auspicium imperiumque: ideologia e insegne del potere dall'Etruria a Roma, pubblicato il 21 febbraio 2020.
LA SEPOLTURA DI MARIA GIROLAMA DE' PAZZI NEL DUOMO DI COLLE
Bollettino della Società degli Amici dell'Arte, 2022
Maria Girolama de’ Pazzi (1649 – 1676) morì per parto a Colle Val d’Elsa il 26 marzo 1676 e fu sepolta nella Cappella del S. Chiodo. L’articolo contiene la trascrizione e la traduzione della lapide funeraria che fu dettata dal marito Francesco Maria de’ Grifoni, con una divagazione nelle Metamorfosi di Ovidio alla ricerca di Lucina, arcaica e ambigua divinità pagana, alla quale lo sconsolato vedovo imputa la tragica fine dell’amata consorte.
reperibile sul sito internet del SeREMI: http://epidem.asl20.piemonte.it A CURA DI: LORENZA FERRARA DANIELA LOMBARDI ROBERTO RASO Servizio di riferimento Regionale di Epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle Malattie
I beati Paolo , 2019
Un articolo che riassume la storia della setta dei Beati Paoli, mito letterario e non della Sicilia
«Un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la Terra». Alle origini dell’Orbis Christianus, 2016
Le basi di una nuova geografia.-«∆Egev neto de; ej ntaì ı hJ mev raiı ej keiv naiı ej xhìqen dov gma para; Kaiv saroı Auj gouv stou aj pograv fesqaipà san th; n oij kou-mev nhn», con queste parole inizia il secondo capitolo del Vangelo secondo Luca (1). Il riferimento lucano a un censimento generale nell'ambito dell'impero di Roma, che potrebbe sembrare incidentale rispetto all'economia del testo sacro, racchiude, invece, in nuce, un più che significativo riferimento a uno stato di cose che sono all'origine della nostra era e alla nascita dell'orbis christianus, che avrebbe avuto nei secoli successivi un notevole sviluppo, tanto da coincidere, appunto, con un'oij koumev nh sempre più ampia fino a interessare, in maniera più o meno signifi-cativa, tutta la Terra (2). Il testo sacro-che, oltre al corrispettivo brano del Vangelo secondo Matteo, è l'unica fonte, all'incirca coeva (3), a riportare la narrazione esplicita della nasci-ta di Gesù Cristo (4)-fa riferimento a un contesto spazio-temporale del tutto particolare: la Giudea al tempo di Augusto, cioè una regione periferica dell'im-(1) Lc 2,1: «In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la Terra». (2) Man mano che si è proceduto alla scoperta di nuove terre e di nuovi continenti, infatti, di pa-ri passo si è proceduto anche alla diffusione del messaggio evangelico attraverso l'attività missiona-ria che ha contraddistinto il cristianesimo fin dalla sua origine. A tal proposito si veda l'Atlas Hierar-chicus con particolare riguardo all'introduzione storica e cenni illustrativi delle carte geografiche. (3) Per alcuni studiosi il Vangelo secondo Luca sarebbe stato scritto fra gli anni 50 e 70 d.C., per altri esso sarebbe più tardo di circa una ventina di anni; mentre per il Vangelo secondo Matteo an-cora meno netta è la convinzione degli studiosi: alcuni ritengono che questo Vangelo sia stato scrit-to fra il 40 e il 70 d.C., altri invece datano la sua stesura fra il 70 e la fine del I secolo. (4) Numerose, invece, sono le fonti che testimoniano la realtà storica di Gesù Cristo, a partire dallo storico di origine ebraica Flavio Giuseppe, che ne fa menzione nelle Antichità Giudaiche; e ancora autori classici quali Plinio il Giovane, in una lettera indirizzata all'imperatore Traiano; Tacito, nel racconto dell'incendio di Roma, e Svetonio, nella Vita di Claudio, fino a un altro importante te-sto della tradizione ebraica, il cosiddetto Talmud di Babilonia, e così via.