Non perdere mondi ancora esistenti, ma come? (original) (raw)
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Spiegare il mondo, costruire mondi
Spiegare il mondo, costruire mondi. Riflessioni sulla formazione scientifica
The conceptual revolutions of our century give us a glimpse of a new, interesting and stimulating path: a path along which students can study physics as a personal, profoundly exciting experience. It is the path of the "game of models", of the "game of building worlds": a way to get out of the alternative between mathematics as a platonic structure of the world and mathematics as a pure tool inside a pragmatic approach to knowledge.
Genuis loci: Perdita e riscoperta del luogo
2015
Il Genius Loci, affrontato nelle sue caratteristiche e analizzato tra la perdita e la riscoperta del luogo, è il filo conduttore per la rilettura di un percorso, che si snoda attraverso le esperienze didattiche progettuali maturate durante il corso di studi. L’analisi del concetto di luogo avviene secondo la lettura data dagli architetti che in particolare ne hanno promosso il confronto, Aldo Rossi e Christian Norberg-Schulz, nella loro interpretazione volta alla riscoperta della memoria del luogo e dell’identificazione con esso. Se da una parte c’è una valutazione della sedimentazione storica, individuata come memoria imprescindibile; dall’altra c’è un apprezzamento delle caratteristiche intrinseche del sito, che ne costituiscono la sua identità. Il confronto con alcuni scritti di Umberto Cao e Franco Purini ha permesso di concludere un lungo discorso, riallacciandolo al dibattito culturale che aveva suscitato. Per avvicinarci a questo concetto di rispetto del luogo e alla sua valo...
Complesso Complicato appunti urgenti di progettazione culturale di cheFare, 2021
Una riflessione sugli stereotipi della cultura e sul come declinarli in ottica politica
Orizzonti perduti (e mai ritrovati)
GUD/A Magazine about Architecture, Design and Cities, 2021
One of the most fascinating topics in Descriptive Geometry courses is the study of how Infinity should and might be represented through the graphic tools of representation. As is well known, thousands of books and essays have been written on Infinity, all well informed and circumstantial, mainly engaged in the anthropological examination of its semantic evolution. The essay analyzes the geometric, but also the historical-figurative implications of this mysterious object, the “Horizon”, which is both an imaginary place and a philosophical figure open to scientific and representative speculation. Starting from the work of Jean-Victor Poncelet (1788 - 1867), and from his Traité des propriétés projectives des figure (Paris 1882), the text begins with the examination of a simple perspective between the geometric plane and the perspective picture, and then delves into the maze of the graphic-theoretical work of the Dutch architect, painter and engineer Hans Vredeman de Vries (1527 - c. 1607) who in his treatise Perspective, dat is de hoogh-gheroemde const een schijnenede in oft door-siende ooghen- ghesichtes punt ... (2 vols., The Hague and Leiden, 1604-05), with the intensive use of the so-called tiers points, tackles the fundamental exercise of the perspective construction of a square inserted within a circular orbit (foll . 1r, 2r). The image seems to allude to the metaphysical figure of an observer whose incessant retinal motion scans the projective space, but perhaps also the geographical one. The other author analyzed in the essay is the Dutch Samuel Van Hoogstraten (1627- 1678) who, in his treatise Inleyding tot de hooge schoole der Schilderkonst anders de Zichtbare werelt (Introduction to the high school of painting or the visible world), published in Rotterdam in 1678, insists on the action of seeing and on the consequent replicative and illusive representation that derives from it, which would be based on the painter’s understanding and mastery of the optical laws here defined as de Zichtkunst (Art of the gaze). For the painter and essayist from Dordrecht, the eye is overwhelmed by the irriducibility, operating like a dark room, as already in Johannes Kepler (1571-1630), a mere receptor of natural images produced by light. The horizon thus becomes not only a liminal place for environmental perception, but also a metaphysical support for our memories: the final scene of the beautiful and poignant film by director François Ozon (1967), entitled Sous la sable (Under the sand, France 2000) recalls it.
Ripartire dai luoghi dell'abbandono
L'importanza che le azioni locali stanno assumendo fa di esse un nuovo modello di intervento sociale: si configurano come micro-processi, che partendo dal coinvolgimento attivo dell'abitante e dalla sua diretta responsabilizzazione nella gestione degli spazi, fanno emergere nuove forme di urbanità. Obiettivo del paper è quello di indagare analiticamente questa nuova forma di attività sociale nel quadro di una teoria più generale della rigenerazione urbana dei luoghi dell'abbandono. A partire da un'analisi di una serie di casi studio presenti nella città di Roma, e svolta all'interno di un progetto sviluppato con la collaborazione del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale (DICEA), il paper tenta di individuarne i vantaggi e i limiti oltre che le modalità con cui tali esperienze possono essere relazionate reciprocamente e con il sistema delle amministrazioni.
Nuovo Mondo e nuovi mondi: ritorno alla questionendell’impatto culturale
Milano, L’ambrosiana e La Conoscenza Dei Nuovi Mondi (Secoli XVII-XVIII), a cura di Michela Catto e Gianvittorio Signorotto
Mondo e nuovi mondi: ritorno alla questione dell'impatto culturale 1. LA GEOGRAFIA GLOBALE DEGLI UMANISTI Nel suo resoconto sulla traumatica serie di eventi che condussero un'Italia prospera e colta a essere dominata da potentati stranieri, Francesco Guicciardini (1483-1540), scrivendo alla fine degli anni '30 del Cinquecento, si concesse un breve excursus sull'impatto delle scoperte geografiche dei Portoghesi e degli Spagnoli. Non solo notava il loro influsso negativo sui rapporti commerciali di Venezia con l'Oriente (aspetto che, in fondo, era una questione italiana attinente al suo lavoro), ma sottolineava anche che si trattava di uno dei più importanti sviluppi nella storia del mondo in molti secoli. Dopo avere esaminato come i cosmografi avevano descritto il globo terrestre, nonché le sue divisioni in zone e gradi latitudinali, Guicciardini passava in rassegna molte opinioni degli antichi cosmografi circa la sua scarsa abitabilità, ricordando che queste opinioni erano state messe in dubbio dalle 'meravigliose' navigazioni dei Portoghesi in India e degli Spagnoli in isole e continenti sino ad allora sconosciuti, compresa la circumnavigazione dell'intero orbe. Lodando Colombo e altri navigatori per le loro competenze, tenacia, coraggio e impegno, così concludeva:
Raccordare mondi possibili: transmedialità, videogioco e problemi di canone
Comunicazioni Sociali, Vol XXXV, no. 2, 2013, 2013
The notion of “canon” within transmedial universes has a problematic nature, which is reflected in the literature about fandom. The imprecision is due in no small part to the lack of a model regarding its workings and nature. To this end, we propose a model based on the spatialization of the structure of transmedia universes in term of centre/periphery relationship, and discuss the canon as one of the modalities to arrange this relationship. The paper illustrates the concept with some examples in universes which feature video-ludic elements at their centers. The analysis allows the emergence of key differences between universes with “ludic” centres with respect to universes with other kinds of centres: namely, that universes with games at their centres feature less stabilized models of canonization and feature peculiar canonizations such as “non-narrative canonization” which is largely based upon the affordances of video-ludic texts.